Quando Giovanni realizzò cosa avesse fatto

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QUANDO GIOVANNI REALIZZO' COSA AVESSE FATTO


Nella vita di ogni persona ci sono dei luoghi che vengono ricordati con un affetto speciale. A volte con amore.

Luoghi dove erano felici. Luoghi che si sono persi per qualche ragione.

La casa di tuo nonno. Il parchetto dove andavi a giocare con i figli dei tuoi amici che ti piaceva tanto. A volte vorresti essere lì di nuovo, perché lo amavi così tanto. Vorresti essere di nuovo lì perché la vita era così più semplice a quei tempi.

Eri felice, non avevi problemi, tutto sembrava facile, più chiaro.

Ora la tua vita non è più così facile. Ci sono i problemi, più domande che risposte, ci sono incertezze e dubbi.

Ma quando hai la possibilità di poter tornare indietro al vecchio parchetto, ti renderai conto che stare lì non cambierà niente.

Perché quel luogo non ti può più rendere felice.

Sei cresciuto.

Quando passi le mani sullo scivolo leggermente arrugginito realizzi che non ti divertirai più a salirci sopra. Forse potresti anche farti male.

Quando ti siedi sull'altalena, ti rendi conto che le tue gambe sono troppo lunghe per riuscire a stare comodo.

Alzi la testa verso il cielo che pensavi di poter raggiungere quando eri bambino. Ma ora realizzi che quella vecchia altalena non ti porterà più vicino alla nuvole.

Ora ci sono altre cose che ti fanno volare.

Quando torni alla tua macchina, per tornare alla vita che stai conducendo ora, quando ti guardi indietro un'ultima volta, è un momento dolce e amaro allo stesso tempo.

Sai che il tuo passato non può più renderti felice. In un certo senso è triste.

Ma ti rende anche libero di cercare la felicità nella vita che hai ora, di non guardare il passato, ma il futuro.

Esci con la tua macchina dal parcheggio mentre lampi di felicità ti colpiscono inaspettatamente.

Non vedi l'ora di tornare a casa.

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(Giorno 52- settima settimana di gravidanza)


Giovanni si svegliò col sorriso.

Si sedette lentamente sul letto e mise la mano sul suo ventre, cercando di creare un contatto con il bambino che stava crescendo in lui.

Non poteva più neanche capire quanto il pensiero di avere un figlio potesse essere stato così spaventoso solo poche ore prima. Ora lo rendeva così felice.

-Ora andiamo a casa, tesoro. Da papà. Lui è...-

Una realizzazione improvvisa lo colpì, togliendogli il respiro.

-Oh mio Dio-

Andrea lo stava aspettando. L'aveva lasciato circa dieci ore prima e ora stava probabilmente impazzendo, preoccupandosi per lui.

Guardandosi intorno vide Matteo che russava tranquillamente. Un'altra realizzazione gli strinse il fegato, rendendogli quasi impossibile muoversi.

Questo avrebbe ucciso Andrea.

Sapeva che stava facendo un errore dal momento in cui aveva smesso di fingere di amare ancora Matteo, ma fino a quel momento aveva creduto che quell'errore avrebbe fatto soffrire solo lui.

Amare è saper Perdonare// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora