LA FIDUCIA
Qualcosa stava accadendo.
Giovanni semplicemente lo sapeva. Nel giro di sole poche ore, c'era stato un grande cambiamento in ciò che stava accadendo tra lui e l'uomo che amava e questo cambiamento l'aveva lasciato con una speranza che gli toglieva il fiato e che poteva trattenere a malapena. Lo lasciava anche incapace di concentrasi sul dormire.
Quando ci provava, quando chiudeva gli occhi, continuava a rivedere lo sguardo negli occhi di Andrea dopo che avevano ricordato il giorno del matrimonio di Pietro e Giorgio.
Uno sguardo così diverso da quello gravemente ferito, quasi d'odio, dei primi giorni dopo il suo tradimento, così ricco di qualcosa a cui Giovanni non voleva dare un nome per paura di averlo solo immaginato.
Avevano continuato a rubarsi sguardi furtivi, distogliendoli appena i loro occhi si incontravano, ma cercando di nuovo lo sguardo dell'altro solo pochi secondi dopo. La compagnia dei loro amici era sembrata loro soffocante dopo un po' e Andrea aveva sfruttato un po' troppo palesemente l'occasione di andarsene quando Giovanni aveva menzionato il fatto di aver bisogno di appoggiare i suoi piedi doloranti.
Quello che però l'aveva colpito su un piano più fisico era stato ciò che era accaduto quando erano tornati a casa in un teso, anche se non completamente imbarazzante, silenzio.
Quando Giovanni aveva tremato leggermente, più per effetto del suo disordine emozionale che per l'aria frizzante di inizio estate, Andrea l'aveva raggiunto e gli aveva preso la mano nella sua.
La sensazione della sua mano calda e forte che avvolgeva saldamente le sue dita leggermente fredde aveva aumentato la sua confusione, gli aveva mandato un'ondata di adrenalina attraverso il corpo e lo aveva aiutato a costruire un senso di aspettativa che non era stato in grado di scrollarsi di dosso.
Il cuore di Giovanni aveva iniziato a battergli in gola quando avevano raggiunto la porta del loro appartamento, quando finalmente era arrivato il momento in cui Andrea avrebbe dovuto lasciargli andare la mano o...
Aveva finito per fare qualcosa di sorprendentemente dolce e completamente non romantico. L'aveva aiutato a togliersi il cappotto, l'aveva guidato fino al divano, gli aveva fatto appoggiare i piedi e li aveva massaggiati dolcemente fino a quando il peso di piombo sui suoi arti si era trasformato in un tepore piacevole, solleticante. Ma, per quanto fosse stato piacevole, l'aveva solo reso affamato di qualcosa di più. Più del suo tocco preparato, delle sue calde mani, delle sue complete attenzioni.
Giovanni era convinto che uno di quei giorni sarebbe impazzito, diviso tra il disgusto verso sé stesso e il moralistico fastidio dell'indecisione di Andrea.
Alcuni giorni Giovanni pensava che forse fare un taglio netto sarebbe stato migliore dello stare costantemente in quel limbo di aspettative inappagate, speranze ripetutamente infrante e comportamenti costantemente prudenti.
A volte dubitava che quello, che Andrea, ne valesse pena.
Nella maggior parte del tempo non lo faceva.
Anche dopo aver visto un film sorprendentemente noioso alla TV, si sentiva ancora nervoso e al culmine. Reclamando di essere stanco e di aver bisogno di dormire, se ne andò velocemente.
Si era quasi convinto di aver bisogno di dormire, ma presto scoprì che probabilmente non sarebbe successo in poco tempo.
Ogni volta che i suoi pensieri vaganti toccavano anche fugacemente gli eventi di quel giorno, un'altra ondata di eccitamento nervoso lo attraversava, lasciandolo con un battito del cuore veloce, incespicante e un bambino scalciante, probabilmente infastidito dalle continue interruzioni del sonno.
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Amare è saper Perdonare// Camperkiller
FanfictionNella vita di ogni persona ci sono dei luoghi che vengono ricordati con un affetto speciale. A volte con amore. Luoghi dove erano felici. Luoghi che si sono persi per qualche ragione. La casa di tuo nonno. Il parchetto dove andavi a giocare con i f...