L'annuncio ufficiale

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L'ANNUNCIO UFFICIALE


Alzarsi la mattina per andare al lavoro era qualcosa che non era mai stato facile per Giovanni. Non era mai stata una persona mattiniera.

La situazione era peggiorata ancora da quando era rimasto incinto e la pressione del suo sangue aveva iniziato ad abbassarsi il momento in cui scendeva dal letto.

Ma quella mattina doveva essere la più difficile.

Non perché si sentisse male, non perché fosse nauseato o stanco, ma perché quando la sua sveglia suonò e aprì gli occhi, Giovanni si ritrovò rannicchiato contro Andrea. Alzarsi dal letto, lasciare il suo abbraccio e trascinarsi via da lui sembrava la cosa più difficile che avesse mai dovuto fare.

Giovanni lo sentì mentre lo baciava teneramente sulla testa.

-Buongiorno piccolo-

-Buongiorno- mormorò in risposta, girandosi verso lui e dandogli un bacio veloce.

-Giova, ho paura che tu debba andare a lavorare- disse dopo un po'.

-Non voglio andarci-

Giovanni lo guardò e la vista non fece niente contro il desiderio opprimente di rimanere esattamente là, con lui, fino alla fine dei tempi.

-Forse potresti prendere un giorno di malattia?-

-Ho già usato molti giorni di malattia per il fatto di essere stato in ospedale e cose del genere. Ma davvero non voglio andare. Non voglio lasciarti-

Andrea gli diede un altro bacio.

-Non andrò da nessuna parte. Starò esattamente qui-

Giovanni si tirò su e guardò verso di lui, il suo sguardo vagò su ogni caratteristica del suo viso, sulla parte superiore del suo torso esposto e di nuovo sulla sua bocca sorridente e soddisfatta e sugli occhi brillanti di felicità.

-E' un sogno, Andrea?- chiese , accarezzandogli dolcemente il viso, -Perché sembra che tutto questo lo sia-

Al posto di rispondergli subito, Andrea gli prese la mano e baciò sensualmente l'interno del polso.

-Se lo è, a chi importa, fino a quando lo sogniamo insieme?- disse finalmente facendogli l'occhiolino, quando Giovanni si era già dimenticato di aver detto qualcosa in precedenza.

Come una sorgente, le emozioni si riversarono fuori dal cuore di Giovanni e attraversarono la sua anima, portando via con loro tutto ciò che aveva minacciato di macchiare, di oscurare cosa provava per Andrea, spazzando via i ricordi dolorosi come se fossero capanne instabili, lasciando rovine confuse che sarebbero servite a malapena a ricordare ciò che era stato lì.

-Ti amo...così tanto- sussurrò, non fidandosi della sua voce che si ruppe e vacillò, ma avendo un disperato bisogno di dirglielo.

-Ti amo anch'io- replicò Andrea con una serietà rilassata, che gli apparve così nuova, dopo averlo visto in una disperazione tesa per così tanto tempo.

-Non voglio andarmene- affermò Giovanni dopo averlo baciato di nuovo.

-Devi farlo- gli ricordò Andrea premuroso -Alla fine, se ti piace il tuo lavoro-

-Non quanto mi piaci tu- rispose Giovanni, in parte perché sapeva che lui non avrebbe resistito alla sua adulazione e soprattutto perché era la verità.

Non sembrò che Andrea stesse per arrendersi.

-Perché non ti diamo un motivo per cui non vedrai l'ora di tornare?- gli chiese invece.

Amare è saper Perdonare// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora