L'ecografia

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L'ECOGRAFIA


(Dodicesima settimana di gravidanza)


Giovanni se n'era andato dall'appartamento senza che Andrea lo aiutasse. Non che non avesse voluto, ma Giovanni non gliel'aveva chiesto.

Matteo gli aveva raccontato com'era stata la reazione di Andrea venendo a conoscenza del fatto che si sarebbe trasferito da lui, e il moro non aveva potuto biasimarlo.

Giovanni aveva cercato di immaginarsi come sarebbe stata la sua reazione se Matteo avesse detto che Claudio si sarebbe trasferito a casa sua. In nessun modo avrebbe creduto che sarebbero stati solo due amici che vivono insieme. Ma quella era stata la sua unica opzione.

Luca aveva solo una camera da letto, non poteva vivere da Giorgio perché Pietro lo odiava e non aveva le forze per cercare e ammobiliare un nuovo appartamento.

Per un certo periodo di tempo aveva contemplato la possibilità di rimanere da Andrea, ma non era decisamente una buona idea. Sarebbe stato come approfittarsi della sua generosa offerta.

Inoltre, rimanere nell'appartamento senza lui sembrava una specie di tortura emozionale estremamente crudele.

Così, quattro giorni dopo che la loro relazione era finita, aveva impacchettato tutte le sue cose e si era trasferito da Matteo. Al telefono aveva detto a Giorgio che ora Andrea poteva tornare nel suo appartamento.

Giovanni non aveva visto Andrea dal giorno in cui gli aveva detto che era finita, e ne era grato. Il giorno dopo la rottura era andato dal dottore e aveva avuto la conferma della sua gravidanza.

Il dottore gli aveva anche mostrato il bambino con l'ecografia, non era niente di più di un fagotto di tessuti con un cuore pulsante. Tutto sembrava essere normale e il dottore gli aveva detto di tornare quattro settimane dopo.

-Alla dodicesima settimana il bambino inizierà a sembrare un essere umano. Vorrà portare il padre, credo-

Tre ore dopo era riuscito finalmente a smettere di piangere. Non aveva idea di come rivolgersi ad Andrea su quella questione. Ovviamente aveva detto che voleva essere coinvolto e lui gli credeva, ma il dover andare da lui, parlare con lui, sapere che lui lo odiava per ciò che aveva fatto...gli sembrava un compito impossibile.

La prima occasione per poterglielo dire arrivò una settimana dopo essersi trasferito. Era al bar con Luca e Giorgio, mentre guardava i volantini che gli aveva dato il dottore e i libri per la gravidanza che gli aveva portato Luca.

-Giova, se hai qualche domanda sulla gravidanza e sul dare alla luce, puoi chiedere a me. Se vuoi sapere cose sul prendersi cura di un bambino, beh, credo che in quel caso dovrai leggere i libri-

-Grazie Luca- aveva sorriso dolcemente.

A volte aveva l'impressione che i suoi amici fossero più felici di lui sul fatto che fosse incinto.

Alcuni volantini fluttuarono a terra e Giovanni si piegò per recuperarli. Quando si alzò, tutti si erano improvvisamente zittiti.

-Cos...- iniziò a chiedere quando vide la ragione del silenzio imbarazzante, in piedi vicino al piccolo tavolo, mentre lo guardava a bocca aperta.

Giovanni avrebbe voluto dire qualcosa, almeno un "Ciao" sarebbe stato traguardo in quella situazione, ma la sua gola si ripiegò su sé stessa.

Il suo cuore tremò dolorosamente e il suo stomaco si chiuse, facendolo preoccupare sulla possibilità di vomitare. La cosa stupida era, se avessero continuato con il trattamento del silenzio, uno dei due avrebbe dovuto andarsene, ma nessuno dei due sembrava in grado di poterlo fare.

Amare è saper Perdonare// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora