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Andrea era sicuro che non si sarebbe mai dimenticato per il resto della sua vita ciò che aveva appena visto.

Giovanni che usciva dalla doccia. Nudo, incinto, ardente, bagnato, eccitato...e in attesa.

In attesa che lui smettesse di guardarlo ammiccando come una specie di pervertito. In attesa che lui superasse sé stesso e le sue stupide paure, le stupide immagini nella sua testa.

In attesa, come lo era ormai stato per quasi sei mesi.

Andrea sapeva che aveva bisogno di dirglielo. Sapeva che Giovanni aveva bisogno di sapere cosa non andasse con lui, perché lui non riusciva neanche più a toccarlo.

Al moro ci volle molto tempo, ma alla fine uscì da bagno, avvolto saldamente in un soffice asciugamano bianco.

-Giova...- iniziò, indicandogli di avvicinarsi.

Lui lo fece, ma, sedendosi sul divano, si assicurò di tenere più distanza possibile tra di loro.

Prima che Andrea potesse iniziare a dire qualcosa, Giovanni lo guardò tristemente e disse:

-Spero solo che riuscirai a perdonarmi.-

Andrea rimase scioccato che lui credesse che quello era il motivo per il quale si era mantenuto lontano da lui. E poi, di nuovo, Giovanni come avrebbe potuto sapere cosa non andava in lui?

Andrea prese un respiro profondo e si precipitò più vicino a lui, quasi divertito dal suo sguardo stupito. Gli prese entrambe le mani nelle sue e cercò di spiegare.

-Giova, ti ho perdonato nel momento in cui ho visto il nostro bambino sullo schermo dell'ecografia, penso tu lo sappia.

Ma non riesco più a toccarti senza pensare al modo in cui ti ha toccato lui. Senza chiedermi se io riesco a farti sentire come Matteo ti ha fatto sentire.

Se tu desidereresti stare con lui invece che con me-

Giovanni lo guardò fermamente, senza tremare, e per un secondo Andrea si chiese se avesse almeno capito cosa gli aveva detto. Ma poi Giovanni abbassò lo sguardo sulle loro mani che erano ancora saldamente strette insieme e sembrò apparentemente combattere contro qualcosa che gli era difficile ammettere.

-E' stato...in realtà è stato il contrario- riuscì finalmente a dire, mentre rialzava lo sguardo su di lui, un lampo di incertezza nei suoi occhi.

-Davvero?- chiese Andrea un po' sbalordito.

Anche se aveva sempre voluto sapere perché Giovanni avesse fatto ciò che aveva fatto, non si sarebbe mai aspettato che glielo avrebbe detto volontariamente. Aveva sempre schivato domande del genere in passato.

-Andrea, posso raccontarti quello che è successo- iniziò Giovanni con una voce così bassa che sembrava pregarlo di capire.

-Ma non so se tu vorresti davvero sentirlo. Potrebbe anche peggiorare le cose-

Un nodo di ansia si formò nello stomaco di Andrea e gli sembrò quasi che anche il cuore gli fosse sceso giù. Anche deglutire dolorosamente non lo aiutò contro la secchezza della gola e improvvisamente realizzò perché non avesse mai davvero insistito che gli raccontasse tutto.

Aveva paura di ciò che gli avrebbe detto, di quello che avrebbe provato sentendolo.

Giovanni lo guardò, aspettando pazientemente una risposta. C'era anche una punta di paura nei suoi di occhi.

Amare è saper Perdonare// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora