1 dicembre 2017.
Mi chiamo Helen Evans. Mio papà mi ha messo il nome della mia bis nonna, morta ovviamente. Sapete, nella mia inutile vita non c'è niente di bello... e credo che lo sbaglio più grande che abbia fatto mia madre sia avermi messo al mondo. Che senso ha vivere se tanto è tutto uno schifo? Non l'ho mai capita questa cosa perché tanto non capiterà mai qualcosa di bello. Mio papà si chiama Harry, scrive da quando era un bambino, non si alza mai da quella poltrona e non stacca mai gli occhi da quel foglio su cui scrive. Ma va bene così, almeno lui fa qualcosa di utile. Questi ultimi mesi papà non sta lavorando molto... non so che abbia in mente ma spero niente di male. Vado a scuola a pochi chilometri da qua, quindi mi tocca farmi tutte le mattine la strada a piedi. Non frequento nessuno, io in quella scuola non ho amici. Tanto sono tutti uguali. Ma per fortuna ci stanno i libri, mi accompagnano sempre in qualsiasi situazione. Ma se non ci fosse la biblioteca io non li avrei, chi me li da i soldi per comprarli? Comunque mi trovo davanti al tramonto e fa abbastanza freddo, ma scrivere sul diario è importante quindi meglio mettersi in un posto che ti aiuti a trovare la giusta ispirazione. Se alzo lo sguardo mi trovo sfumature sia di rosa acceso e sia di viola pastello. Da lontano sembra che le montagne stiano toccando le nuvole. Il vento freddo si fa sentire spostandomi i capelli da un lato e immergendomi di più da quello che stavo ammirando. Una parola per descriverlo: affascinante.
La cosa brutta dell'inverno è quando il sole tramonta subito e ti fa godere l'imbrunire soltanto per pochi minuti, e cominci a gelare. Quindi abbasso lo sguardo e mi giro perché sento dei passi. È mio papà.Harry: "Non dovresti passare tutte le sere qui fuori, fa freddo ed è dicembre."
Helen: "Dentro è ancora più noioso."
Harry: "Helen..."
È da tanto tempo che mio padre ha in mente di dirmi alcune cose e avevo l'impressione che quel momento sarebbe giunto proprio oggi.
Harry: "Hai mai pensato di scrivere? Intendo... poesie"
E invece no.
Helen: "No papà, non ci ho mai pensato perché non fa per me."
Harry: "O meglio... sei te a non volerlo. Ti vedo sempre qui a osservare tutto ciò che ti circonda... pensaci Helen. Ora vado a continuare la mia vita di cinquantenne."
Helen: "A dopo papà."
Mi nasconde qualcosa, lo so.
Mi nasconde troppe cose. Ma ha paura di dirmele a causa della mia reazione.
Torno ad alzare lo sguardo. Ah giusto non c'è più niente. Solo il colore blu scuro del cielo.
Ora fa veramente freddo quindi torno in camera e mi sdraio sul letto con gli occhi puntati sul soffitto, cercando risposte sulla mia inutile vita. Chiudo gli occhi e mi addormendo.Sono le quattro del mattino.
Mi sveglia papà che parla da solo, ah no parla con me. Pensa che io sto dormendo ma in realtà sto sentendo tutto, non so esattamente quello che sta dicendo ma cerco di riprendermi dal sonno e far finta di dormire.Harry: "Ho sempre pensato che questo posto non sia adatto a noi. Non so se avrò il coraggio di dirti tutto questo ma prima o poi dovrai saperlo. Andiamo via da qui. Ricominciamo tutto da capo. Nuova scuola, nuova casa, nuovo posto. E papà lì potrà continuare a scrivere e a trovare un lavoro basato proprio su questo. Non so se lo accetterai ma dobbiamo... dobbiamo andarcene Helen.. buonanotte"
Quello che avevo sentito non poteva essere vero. Ricominciare tutto da capo? Non sono pronta mentalmente. Già va male qua figuriamoci in un nuovo luogo.
Ho gli occhi puntanti sul solito soffitto e sto pensando a quella 'bellissima' notizia. Oggi sarà un'altra notte senza chiudere occhio. E tra poco devo alzarmi e affrontare la solita, uguale, noiosa giornata.
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L'immensità.
HumorHelen è una ragazza di quattordici anni. In fuga dal male che c'è in quel posto: Portland, vicino Washington. Comincia ad aprire gli occhi e a guardare il mondo com'è davvero, rifugiandosi nella musica metal e nella solitudine accompagnata dai libri...