Si vede proprio che sono le sei del mattino.
Sta nevicando e tra le mani ho una tazza di tè ai mirtilli, ma non sarà mai come quella che faceva Loriane.
Mi trovo in un bar vicino all'aeroporto e papà sta leggendo un libro.
Harry è un tipo che si dà da fare. Molto intelligente. Ha gli occhi azzurri come i miei, la pelle bianca e i capelli neri. Io ce li ho anche così ma le punte sono di un verde scuro.
È un uomo freddo ma allo stesso tempo ci tiene davvero. Cerca sempre di essere il padre perfetto...ma a me la perfezione fa schifo. Preferisco avere un padre pieno di difetti che pregi. Se vede star male una persona non cerca di renderla felice... cerca di affrontare quel problema con lei stessa.Poso la tazza e vedo papà che mi fissa.
Harry: "Un adolescente sempre con le auricolari nell'orecchie e un libro da leggere."
Helen: "E quindi?"
Harry: "Anche io all'età tua ero così. Mi vestivo sempre di nero. Essendo un ragazzo freddo non parlavo mai con nessuno e me ne stavo ad ascoltare musica e a leggere un libro."
Helen: "Ecco da chi ho preso..."
Abbassando lo sguardo mi viene in mente mia madre. E' morta quando avevo quattro anni e l'ho saputo all'eta' di dieci anni. Vorrei tanto ricordarmi del suo volto... ho soltanto una foto con me in braccio appena nata. Mi piacerebbe provare ancora com'è avere un rapporto tra madre e figlia. Mi sento davvero sola. Beh una persona dopo tutto come puo' non sentirsi sola? Ho voglia di vivere come tutti. Come disse Leopardi, l'uomo è destinato a soffrire.
Presi lo zaino e siccome mancavano ancora tre ore alla partenza dell'aereo decisi di andare a fare una passeggiata nel bosco che avevo visto poco fa.
Ormai ero salita in cima e parti' un brano: Iko-Heart of Stone.
Ascoltavo il silenzio, sembrava come se qualcuno mi stesse seguendo e mi sentivo osservata. Non so perchè avevo questa sensazione ma era così realistico. Non avevo paura. Avevo soltanto la sensazione che fosse Drew.
Drew: "Sono Drew."-disse con la voce rauca-
Mi girai sconvolta di quello che avevo davanti a me.
Helen: "Ora si che sono confusa."
Drew: "Helen... sono così fiero di te."
Helen: "Come fai a sapere il mio nome? E che cosa intendi?"
Si avvicinò a me dandomi un altro bigliettino.
Drew: "Mi sento più sicuro nei boschi."
Helen: "Non te ne andare."
Drew: "Ci rivedremo presto."
Mi lasciò sola.
Con il foglietto in mano e le mani fredde. Gli occhi persi e il vuoto dentro.
Avevo ancora impresso il suo volto.
I suoi occhi che ammiravano i miei, come per dirmi "sei bellissima."
Io... io non so chi sia. Ma giuro che lo scoprirò.
Quegli occhi color ghiaccio erano come incantati dalla persone davanti a sé. Quegli occhi ammiravano me e il mio volto. Forse quel ghiaccio in fondo si poteva sciogliere con poco...quel poco che sarebbe bastato per riscardargli il cuore e anche i suoi occhi. Volevo soltanto correre più veloce che potevo per cercarlo. Ma all'improvviso ritornai con i piedi per terra e mi accorsi di essermi persa in quel posto tetro e buio. Anche se in quel posto mi sentivo a mio agio dovevo ritornare. Volevo davvero scappare oltre le montagne, oltre il cielo, oltre le nuvole, oltre le stelle, oltre lo spazio... volevo andare a trovare il mio infinito. Perché so che è sempre stato possibile. Come quando da piccola sognavo che mamma tra il mio infinito mi stava aspettando."Non aver paura di quello che ti sta appena succedendo, è la cosa migliore."
Drew... io so riflettere.
Ma davvero questa frase che hai scritto non la capisco.
Vieni a prendermi.
La confusione mi sta uccidendo.
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L'immensità.
HumorHelen è una ragazza di quattordici anni. In fuga dal male che c'è in quel posto: Portland, vicino Washington. Comincia ad aprire gli occhi e a guardare il mondo com'è davvero, rifugiandosi nella musica metal e nella solitudine accompagnata dai libri...