Adrien non le aveva risposto, era rimasto bloccato di fronte a lei con gli occhi sgranati e la bocca semi aperta.
«A-Adrien?» lo chiamò lei stringendo i denti.
Lui non rispose di nuovo, facendole abbassare lo sguardo.
«Mi bastava anche una risposta minima!» urlò soltanto lasciandogli la mano e correndo via di lì.
Adrien sbatté gli occhi diverse volte, sgranandoli dopo aver notato che Marinette non fosse più di fronte a lui.
«Ma quanto sei stupido!» si disse da solo tirandosi un pugno in testa, prima di correre per le strade schivando tutti i cittadini che camminavano in direzione opposta alla sua.
Era stupido.
Ma veramente per l'ennesima volta era rimasto immobile a fissarla senza rispondere? Veramente per l'ennesima volta non era riuscito a darle una risposta COMPLETA, senza problemi o interruzioni? Il fatto che lui riuscisse ad avere un po' di buonsenso era più che improbabile, dopotutto un gatto come lui poteva cambiare da un giorno all'altro?
Le aveva promesso che non si sarebbe più comportato come un bambino, e in quel momento stava correndo per la folla cercando proprio la persona a cui aveva fatto quella promessa. Non poteva continuare così, doveva mettere fine a quel suo comportamento da statua inespressiva.«Ma dove corre questo...»
«Guarda dove vai!»
«Fai attenzione!»Non badava a quelle voci che sentiva. Doveva trovare Marinette, non poteva lasciarla senza una risposta a quella notizia che gli aveva appena dato.
- - - - - - - -
Correva in mezzo a tutta quella gente da diversi secondi, ma si sentiva già stanca e senza forze. Distrutta. Dovette appoggiarsi di schiena contro un palo per riprendere fiato, riuscendoci veramente poco.
«Tikki perché quando... Ho bisogno di... Te non... Ci sei mai...» sussurrò lei tra i respiri, prima di poggiare anche la testa contro il palo.
Aveva socchiuso gli occhi, cercando di riprendersi il più in fretta possibile per poter correre lontano da lì, cosa avrebbe già fatto la Marinette di una settimana prima. Quando abbassò di nuovo lo sguardo, le persone sembravano diventate un esercito di ombre nere che sembravano guardarla con due occhi rossi sangue, due occhi rossi che ormai la perseguitavano anche negli incubi. Quella stessa sera se non ci fosse stato Adrien non sarebbe riuscita a dormire, gli occhi rossi di Miss-Fortune continuavano a riapparirle ovunque. Credeva che ormai le sarebbe rimasta in mente per l'eternità.
Ad un tratto però, tra tutte quelle figure scure, ne riapparse una bianca e pura diretta proprio verso di lei.«Marinette! Marinette va tutto bene?» le chiese preoccupatissimo, posando entrambe le mani sulle sue spalle.
Lei aprì la bocca per rispondere, ma non fece neanche in tempo a farlo che Adrien l'abbracciò stretta, poggiando la testa contro quella di lei. Marinette non seppe cosa fare, chiuse gli occhi e poggiò la testa contro il petto di Adrien, lasciandosi cullare da quella stretta che ovunque la faceva sentire come a casa.
«Non scappare mai più in quel modo... Per favore...» la pregò lui stringendola più forte.
«Perché non dovevo? Tu non sembravi intenzionato a rispondere...» rispose lei socchiudendo gli occhi.
«Lo so, scusami, ti giuro mi dispiace da morire, ma non sapevo proprio cosa dire...»
«Mi bastava anche un semplice no...»
«Cosa?»
«Guarda che l'ho capito dal tuo sguardo che non vuoi...» disse lei stringendo forte i denti, imponendosi da sola di non crollare in lacrime.
STAI LEGGENDO
La Lontananza Provoca Dolore... - Miraculous Ladybug AU
FanfictionÈ l'ultimo anno di liceo per i nostri protagonisti. Tikki e Plagg sentono l'una la mancanza dell'altro e durante la notte restano a fissare la luna, sperando di rincontrarsi presto. Mentre fissano il satellite terrestre, diverse lacrime di dolore ab...