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<devo parlarti di una cosa> dopo quelle fievoli parole lui aveva iniziato a guardarla freddamente, tanto da spaventarla.
Si stupì dell'effetto che ancora le faceva il suo sguardo, nonostante le innumerevoli volte che lo aveva visto la spaventava ancora troppo.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti a fissarsi, o almeno era quello che stava facendo lui perché Serena continuava ad abbassare lo sguardo a disagio.
<parla> disse lui mettendo in bocca il primo boccone di carne senza aspettare che anche lei si sedesse a tavola.
<ecco...per lunedì devo fare una ricerca di scienze con il mio compagno di banco...> iniziò a parlare lentamente la ragazza sistemandosi davanti al piatto mentre lui continuava indisturbato a consumare la sua cena, era troppo tranquillo.
"Sarà l'effetto di Sooyun" pensò lei un po' dispiaciuta, non era affatto bello quello che faceva la donna
<e?> chiese il suo patrigno bevendo del vino dal suo bicchiere, la più piccola prese un grosso respiro e guardandolo negli occhi aprì bocca per parlare.
<e mi ha invitato a casa sua per lavorare, penso che faremo tutto domani pomeriggio, naturalmente se posso> disse la giovane tutto d'un fiato mentre lui si fermò a guardarla impassibile.
Serena odiava quando assumeva quell'espressione, non riusciva mai a capire cosa stesse pensando l'uomo davanti a lei, non sapeva come comportarsi.

<è quello che ti ha accompagnato a casa un po' di giorni fa?> chiese riprendendo a mangiare mentre Serena iniziò a preoccuparsi, ora cosa gli avrebbe detto? Al solo ricordo di cosa era successo alcuni giorni prima una scarica di brividi le attraversò la schiena mentre il suo cervello era entrato in modalità panico.
Sarebbe stato meglio dirgli la verità? O forse no? Queste domande continuavano a tormentarla lasciando un silenzio assordante nella stanza e facendo comparire un ghigno sul volto dell'uomo.
<immagino proprio di sì> Jung Yong concluse le sue supposizioni pulendosi la bocca con il tovagliolo.
<quindi oltre a fargli da puttana sei pure la sua compagna di classe, certo che ti stai dando proprio da fare...ti ha pure invitato a casa sua> sputò acido l'uomo ridendo della sua figlia adottiva.
<non sono la sua puttana> sussurrò Serena facendo scaturire una smorfia sul volto del patrigno.
<quasi surreale, comunque mi chiedo cosa ci trovi di interessante in una come te - la guardò in modo sprezzante mentre lei abbassò lo sguardo - dai guardati, sei orrenda e noiosa per non parlare del tuo grasso. Se solo fossi morta al posto di tua madre...> disse lasciando in sospeso la frase mentre gli occhi della più piccola iniziarono a riempirsi di lacrime, che però cercava di trattenere.
Il suo fragile cuore era ormai stanco di tutta quella cattiveria.
Crepato ormai in tutti punti e pronto a sgretolarsi, aspettava solo il colpo di grazia che però l'uomo decise di non infliggere. Voleva farla soffrire lentamente e ci stava riuscendo benissimo.

<a-allora posso andarci> balbettò lei dopo attimi di lunghissimo silenzio in cui riuscì a reprimere le lacrime, capì che prendersela non sarebbe servito a nulla e discuterne avrebbe portato l'uomo a non farla uscire di casa. Quindi inghiottì il groppo e fece finta di niente.
<e io cosa ci guadagno?> chiese lui con tono prepotente, facendo sussultare la più piccola che sperò di aver capito male.
<c-cosa?> chiese confusa tenendo sempre la testa bassa mentre l'uomo stizzito si alzò afferrandola per i capelli, facendo incontrare i loro sguardi.
<non fare la finta tonta, hai capito benissimo> sibilò lui facendole socchiudere gli occhi e storcere il naso a causa del forte odore di vino rosso.
<che cosa vorresti in cambio?> gli chiese lei debolmente vedendo sul volto dell'uomo formarsi un viscido sorriso.
<è da un po' che io e te non ci divertiamo, sai quando ti vedo ho sempre una grande voglia di farti male quindi...è questo che voglio> affermò sfilandosi la spessa cintura in pelle mentre Serena aveva iniziato a piangere pregandolo di fermarsi, sapeva benissimo cosa la aspettava e la cintura faceva di gran lunga molto più male dei suoi ceffoni.
<fai silenzio e spogliati, non vuoi che la punizione raddoppi> e con queste parole la bruna si rassegnò piangente lasciando che lui sfogasse la sua insaziabile rabbia.

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<ha detto che può venire> Jungkook saltellò felice per tutto l'appartamento facendo ridere i suoi hyung che trovavano la situazione piacevole ma insolita, il maknae aveva sempre evitato le ragazze e a volte Jimin aveva anche scherzato sul fatto che avesse paura di loro.
<sono felice per te, ma ora placati sembri un adolescente in piena crisi ormonale> disse Hoseok appoggiandogli una mano sulla spalla, procurando un espressione sconcertata da parte di Yoongi.
<Scemo, lui è un adolescente> commentò quest'ultimo facendo arrossire il più piccolo che si rese conto della reazione che aveva avuto, non riusciva a capire come mai quella ragazza tanto impacciata gli procurasse così tanto disordine dentro di se.
<me ne ero dimenticato> rise Hoseok grattandosi il capo imbarazzato mentre Jin lo rassicurò dandogli dei colpetti amichevoli sulla spalla.
<anche a me succede, siamo vecchi Hobi> affermò il maggiore facendo sorridere Jungkook.
Un tonfo e un gemito di dolore attirò l'attenzione di tutti i presenti che si precipitarono nella camera da letto da dove erano scaturiti quei rumori, trovando un Jimin con i capelli arruffati e le gambe all'aria.
<Taehyung! Io ti uccido!> urlò il poveretto ancora sdraiato a terra mentre sotto i piedi di quest'ultimo si trovava una maglietta della persona appena nominata, in realtà le cose di Taehyung erano sparse un po' da per tutto.
Il ragazzo dai capelli arancioni che poco prima era presente nella stanza si dileguò inseguito dal più basso che aveva gli occhi iniettati di sangue.
<forse è meglio riordinare, d'altronde domani avremo un ospite> suggerì Namjoon ricevendo un gesto del capo da parte di tutti gli altri mentre sentivano Jimin prendere a ciabattate il povero sedere di Taehyung.

<pensi di approfittare per parlarle di quella cosa?> chiese Yoongi al maknae passando il dito sul bordo del suo bicchiere, alludendo ai lividi della ragazza facendo così voltare nella sua direzione tutti i presenti tra cui Jungkook che aveva tra le braccia Taehyung mezzo addormentato.
L'attenzione si spostò di conseguenza sul diretto interessato che sospirò leggermente grattandosi la testa, un idea ce l'aveva ma era preoccupato della reazione che avrebbe avuto la castana.
"Una soluzione forse un po' troppo avventata" continuava a ripetersi ma era certo che era la cosa migliore da fare per poterla aiutare. Ormai lo aveva capito che c'era qualcosa che non andava e che quella situazione la stava lentamente distruggendo.
<ho in mente un'idea ma ho bisogno del vostro aiuto> affermò Jungkook serio, facendo annuire i suoi amici che anch'essi avevano a cuore la salute della ragazza.
Anche se però alcuni di loro erano preoccupati dell'idea che voleva mettere in atto il maknae, a volte era davvero imprevedibile sopratutto quando si trattava di Serena.

Coffee //J.k. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora