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Dopo un po' di ore la ragazza si risvegliò sul pavimento freddo del bagno, l'oscurità regnava nella stanza come il silenzio in tutta la casa.
C'era troppo silenzio.
Il suo patrigno era uscito qualche ora prima fregandosene del fatto che la piccola non era più uscita dal bagno non dando segnali di vita.
Rimase a terra per qualche minuto fissando un punto indefinito tra le tenebre, fino a che sentì il suo stomaco brontolare facendo ricordare a Serena che non aveva ancora cenato. Così, di malavoglia si alzò o almeno ci provò visto che il dolore lancinante alla schiena le rallentò il movimento più di una volta.
Si aggrappò con entrambe le mani al lavabo tirandosi in piedi nonostante il forte fastidio, dopodiché, dopo vari tentativi, riuscì finalmente ad accendere la luce sopra allo specchio illuminando così la stanza.
Dopo essersi abituata alla forte luce alzò lo sguardo verso il suo riflesso rimanendo spaventata da ciò che vide.
Il sangue era ormai secco e un po' dappertutto sul suo viso che risaltava per il suo color latte.
I capelli scompigliati le davano un'aria piuttosto trasandata e il polso destro era contornato da un livido viola.
Sospirò esausta.

Dopo essersi ripulita il viso, la ragazza lentamente si diresse in cucina dove si preparò qualcosa da mangiare.
Appena aprì la dispensa però la trovò metà vuota, in casa sua c'era più alcol che cibo.
<incredibile...> sbuffò Serena cercando di organizzare qualcosa con il poco che trovò.
L'unica cosa positiva in quel momento era che il suo patrigno non era in casa, quindi nessuno le avrebbe diretto altro disprezzo e botte. Si era già sfogato abbastanza qualche ora prima, quindi la piccola sperava che, se sarebbe tornato se ne sarebbe andato subito a letto.
Dopo mangiato corse in camera sua dove tirò fuori da sotto una pila di vestiti il suo telefono, quello che era riuscita a comprare grazie ai suoi risparmi.
Naturalmente Jung Yong non approvava, se solo l'avesse scoperto se lo sarebbe tenuto per se o nei peggiori dei casi lo avrebbe distrutto con le sue stesse mani.
Lo prese tra le sue fragili mani accendendolo e sedendosi sul letto.
Dopo un po' che si trovava sui social si imbatté in una notizia sui Bts, allora curiosa si mise a leggerla restando a bocca aperta. Visto il notevole successo che aveva avuto la loro esibizione durante il festival di qualche giorno prima, il famoso canale che trasmetteva gli mv delle canzoni avrebbe fatto rivedere la loro performance propria quella sera.
Il cuore della castana aveva perso un battito, le si era presentata l'occasione giusta e non poteva sprecarla anche se ciò comportava il fatto di poter essere scoperta da Yong a guardare la televisione che, secondo quest'ultimo, era riservata solo a lui.

Dopo averci pensato a lungo e dopo essersi morsa ripetutamente le labbra, decise che era arrivato il momento di rischiare.
Si diresse verso la sala continuando a ripetersi: "è per una giusta causa".
Si ritrovò davanti allo schermo seduta sul divano, un po' insicura accese la tv, mise il canale interessato e notò che mancavano ancora pochi minuti all'inizio della replica, minuti che passò a torturarsi le pellicine delle dita.
Dopo poco riconobbe la musica e alzando il viso incontrò i sette cantanti che si muovevano sulle note di "boy in luv".
Un grande sorriso si formò sulle labbra della ragazza, il suo cuore accelerò nel vedere tutta quell'energia e passione che un tempo anche lei aveva avuto ma che ora risiedeva sopita negli angoli più remoti del suo cuore e della sua mente.
Nel vederli provò quasi invidia, poteva veder trasparire la loro felicità da ogni parte, felicità che ormai lei aveva perduto.
I suoi occhi caddero continuamente su Jungkook.
Pensò che fosse davvero bello e iniziò a capire anche perché molte ragazze estranee al kpop gli andassero dietro, sul palco sembrava davvero un duro.
Le scappò una risata, se solo avessero saputo che in realtà era più timido di quanto dimostrava ne sarebbero rimaste scioccate.
Le era sempre sembrato un piccolo e tenero bambino indifeso, ma sembrava invece che sul palco dimostrasse il contrario.
Serena pensò che forse il tutto fosse un bene, più mostri la tua vera natura più le persone ne approfittano.
Non voleva che le persone si approfittassero di lui.
Quando si trattava del corvino il suo cuore accelerava e nasceva in lei un senso di protezione verso quest'ultimo che si dimostrò impossibile da reprimere.

Quando l'esibizione finì si ritrovò a battere le mani con una espressione da ebete sul volto e, quando se ne rese conto, si imbarazzò subito prendendo un colorito tendente al bordò.
Spense in fretta il televisore e tornò a passo svelto in camera sua, sdraiandosi sul letto, facendo attenzione alla sua schiena.
Si ritrovò a fissare il soffitto, mentre l'adrenalina di poco prima iniziò a svanire, la paura di essere scoperta le aveva fatto tremare le mani per tutta la durata della canzone.
Si sentiva davvero bene, nonostante i lividi continuassero a ricordarle cosa fosse successo.
Il silenzio di quel momento fu interrotto dallo squillare del suo telefono il che la fece sobbalzare impaurita, nessuno l'aveva mai chiamata, solo una persona era a conoscenza dell'esistenza del suo cellulare.
Rea, una sua compagna di classe le aveva chiesto il numero di telefono per una ricerca che le era stata assegnata e che dovevano svolgere insieme, lei era l'unica, oltre a Jungkook, con cui Serena parlava a scuola.
Si aspettava di leggere il suo nome ma sulla schermata luminosa continuava a brillare "numero sconosciuto".
Titubante afferrò il telefono e dopo aver schiacciato "rispondi" portò l'oggetto all'orecchio con il cuore a mille nel suo petto.
<p-pronto?> chiese preoccupata
<Serena!> pronunciò lo sconosciuto, marcando la r come una l, cosa che era solita fare solo una persona.
<J-Jungkook?> chiese lei mordendosi il labbro
<si sono io... ho chiesto a Rea il tuo numero, spero non ti dispiaccia> disse il ragazzo con tono dolce, mentre la castana cercò di trattenersi dal gridare che era felicissima di sentirlo.
<affatto, anzi mi fa piacere, molto piacere> rispose lei sedendosi più comodamente sul materasso, appoggiando delicatamente la schiena contro la parete fredda.
<come stai?> chiese serio Jungkook, si trovava nella stanza dove dormivano, i suoi hyung lo avevano lasciato da solo apposta per lasciargli un po' di spazio.
<bene> disse la ragazza non lasciando trasparire alcuna emozione, si vergognava di ciò che era successo, sopratutto del fatto che non si fosse ribellata alle violenze dell'uomo. Era sicura che se Jungkook lo avesse saputo avrebbe dato di matto obbligandola a denunciarlo dopodiché sarebbe stato disposto a farla vivere con loro finché non avrebbero trovato un'altra sistemazione.
Vista da fuori sarebbe sembrata una buona soluzione, ma dentro di sé la ragazza sapeva che sarebbe stato solo un modo per approfittarsi della gentilezza del ragazzo e dei suoi amici che l'avevano presa in simpatia.
Sentì una risata amara provenire dall'altra parte della cornetta.
<lo spero> sussurrò lui mentre alla castana si formò un groppo in gola.
<Jungkook ...> provò a dire ma fu interrotto dall'altro
<siamo tutti preoccupati, io vorrei solo aiutarti> disse il ragazzo con tono supplichevole che fece male alla ragazza.
<è complicato> cercò di giustificarsi Serena.
<non mentirmi>
<non lo sto facendo> disse lei con le labbra tremanti, riprendendo poi a parlare.
<perché?> gli chiese lei debolmente, passandosi una mano sul viso.
<perché cosa?> ripetè il ragazzo confuso.
<perché fai tutto questo, perché cerchi di aiutare una persona che conosci solo da qualche mese?> chiese la ragazza sul punto di piangere.
<perché siamo amici> rispose Jungkook semplicemente, lasciando spiazzata la ragazza.
Entrambi i loro cuori batterono sempre più velocemente.
<g-grazie> sussurrò lei, Jungkook la sentì singhiozzare e capì che per la prima volta aveva fatto la cosa giusta, ma che per quella sera era abbastanza se no Serena sarebbe crollata e non sarebbe più riuscita a tornare in sesto.
<ci vediamo domani> le sussurrò lui facendola riprendere
<buona notte kookie>
<buona notte>

<progressi?> chiese Yoongi appena vide il maknae uscire dalla camera e sedersi nel piccolo salotto vicino a Jimin.
<il problema è a casa quindi direi di sì> rispose il corvino grattandosi la nuca.
<devi avere pazienza e starle accanto> gli consigliò Jin alzandosi.
<hai ragione> annuì il più piccolo.
<ora andiamo a dormire, domani ci aspetta un'altra faticosa giornata> affermò Namjoon augurando a tutti la buona notte.

Coffee //J.k. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora