8-Antidepressivi

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Stufa mi metto subito sotto le coperte chiudendo gli occhi, mentre sento che i ragazzi parlano a sotto voce. Li ignoro e cerco di dormire. Senza rendermene conto mi addormento per poi svegliarmi dopo un'ora, circa. Guardo l'orologio che ho sul polso destro che segna le 00:26, sbuffo rumorosamente, fregandomi dei ragazzi che russano come dei tromboni. Tolgo le braccia da sotto le coperte e le metto sopra di peso, inizio a fissare la rete del letto sopra di me. Chi sa se sono l'unica sveglia. Passo dieci minuti a fissare la rete, ma dopo essermi stufata mi alzo e mi metto le ciabatte, dopo di che esco fuori dal dormitorio facendo attenzione di non far troppo rumore. Chiudo la porta lentamente e inizio a camminare lungo il vasto campo da calcio. Mi fermo poco dopo e mi distendo sull'erba iniziando a fissare le stelle brillare che incorniciano la mezza luna. Dei brividi di freddo mi fanno tremare portandomi istintivamente le mani sulle braccia mentre me le struscio cercando di fare calore. Mi alzo col busto rimanendo seduta sull'erba umida e lo sguardo perso per terra. Ritorno in me quando sento un tessuto caldo e pesante sulle mie spalle. Alzo subito la testa trovandomi il viso di Simone molto vicino al mio, di colpo divento rossa, spero che col buio non noti le mie guance rosse.

«Come mai qui?»

«Potrei farti la stessa domanda» rispondo.

«Non riesco a dormire.»

«Neanch'io.»

Si siede vicino a me, io appoggio la mia testa sul suo petto. Sento il suo cuore battere forte. Mi cinghia con le sue braccia e mi abbraccia.

«Come mai non riesci a dormire?» mi domanda.

«Non lo so.»

«Guarda che a me puoi dirmi tutto, ho notato, nel cestino del bagno, la scatola delle compresse per antidepressivi vuoto» dice abbassando il viso per guardarmi negli occhi.

«Vedi, la ragazza forte e sicura che faccio vedere alle ragazze in realtà è solo una maschera che mi sono creata un paio d'anni fa, per me è stato una via di fuga semplice quella di crearmi questa mia nuova personalità. Riguardo le compresse non le prendo perché sono un'autolesionista, ma solo perché ho sofferto per quasi quattro mesi consecutivi, giorno per giorno, di attacchi di panico, a volte mi venivano addirittura duo o tre vole al giorno, così i miei genitori mi hanno mandata da una psicologa che mi ha prescritto gli antidepressivi. Quelle compresse non mi fanno dormire e di conseguenza la mattina sono debole perché non dormo, a da quando le prendo che passo le notti in bianco.»

«Da quanto tempo le prendi?»

«Da circa sette mesi, mi volevano prescrivere pure dei sonniferi ma non li ho voluti. Non volevo rischiare.»

Mi abbraccia più forte.

«Per quanto ne hai ancora?»

«Oggi ho finito la "cura" quindi sono libera, di sicuro domani quando mi addormenterò mi sveglierò nel 2018» dico ridendo.

Lui mi fissa pensieroso e serio.

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