12-E' strano ma bello

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Con una mano cerco di tenere i capelli fermi, tenendoli in un pugno, con l'altra mano mi sorreggo nel coperchio dei water. Il mio respiro inizia a farsi sempre più pesante. Dopo poco smetto di vomitare sangue. Mi sento chiamare, ma la voce sembra farsi sempre più lontana, arrivando al punto in cui, prima di vedere chi mi chiama, di svenire di colpo, non sentendo più nessuna forza nei muscoli e non sentendo più abbastanza aria intorno a me.

Sento qualcosa di caldo sul mio corpo, ma ho freddo lo stesso, la testa pulsa e mi porto istintivamente una mano in fronte, massaggiandola. Non apro ancora gli occhi, ma sento un odore forte di terra e polline. Apro lentamente gli occhi per il troppo fastidio della luce.

«Emanuela!»

Mi giro debolmente verso la voce che mi chiama e vedo Nicole, seduta di fronte a me sporgersi in avanti.

Non rispondo e mi guardo intorno, notando molti fiori strappati dall'erba posizionati intorno al mio letto e dalla vetrata vedo i ragazzi venire qui in massa, camminando e parlando.

«Che è successo?» dico guardando Nicole.

Lei mi fissa con gli occhi lucidi per poi abbracciarmi.

«Non ti ricordi nulla? Ieri mattina ti sei sentita male, hai iniziato a vomitare sangue.»

«Ieri mattina? Che ore sono?»

«Sono le quattro di pomeriggio» dice guardando l'ora dal cellulare.

«Ho dormito così tanto?» dico sorpresa.

«Sì.»

Sento la porta aprirsi e mi giro subito, notando tutti i ragazzi fermi sullo stipite della porta a fissarmi a bocca aperta.

«Ti sei svegliata!» dice Lucas.

Fanno tutti dei passi in avanti, formando un cerchio intorno al mio letto.

«Chi è stato a mettere tutti questi fiori? Sembra che io sia morta!» dico fissando Nicole.

«Ogni ragazzo ha portato un mazzo dei fiori presi dall'erba del prato e l'ha portato qui come incoraggiamento, dato che hai dormito per molte ore, eravamo tutti preoccupati» dice Nicole appoggiando la sua mano sulla mia.

«C'è chi lo è stato di più» dice Adam, sbucando dietro i ragazzi.

Lo fisso non capendo nulla ma poi sospiro esausta.

«Non avete detto nulla ai miei genitori vero?» dico guardando Nicole seria.

«No, tranquilla, so che non avresti voluto farli preoccupare.»

«Vedo che mi conosci bene» dico per poi ridere.

Mi giro verso i ragazzi che mi fissano sorridendo.

«Perché mi fissate?» domando.

«E' strano sentirti ridere, però e bello» dice Enzo.

Tutti i ragazzi annuiscono a favore della frase detta da Enzo, sorridendo.

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