« Siediti. »
Flug trattenne il respiro per un lungo ed estenuante secondo quando udì quel comando interrompere il silenzio con cui era stato accompagnato - scortato - nell'ufficio del suo capo. Strizzò le palpebre, deglutendo quanto più quietamente possibile e forzando le sue ginocchia a collaborare. Il risultato fu che si sedette sulla poltrona che solitamente spettava ai clienti con la rigidità propria di un androide, incapace anche solo di abbandonarsi alla morbidezza dello schienale.
Si voltò con un mezzo scatto a controllare i movimenti del suo superiore, di cui aveva appena udito il distinto frusciare delle vesti: Black Hat gli stava dando momentaneamente le spalle mentre si sfilava il proprio cappotto e si accingeva a lisciare le poche grinze che ne percorrevano il tessuto, i suoi movimenti misurati fin quasi a risultare snervanti.
Flug studiò incerto quel comportamento tanto posato e che stonava incredibilmente coi mille, angoscianti scenari che la sua mente aveva partorito su quel tetto e, ancor prima, nell'arco delle settimane precedenti.
Una piccola rotazione del collo del demone, il colletto della camicia frusciò contro la sua pelle cinerea rumoroso come un urlo, e Flug si ritrovò così a fissare la pupilla con cui Black Hat aveva preso a puntarlo.
Il cuore gli sobbalzò pesantemente nel petto e si girò tremando, stringendosi le mani tra le cosce con la testa incassata tra le spalle. Non poteva osservare il suo capo in quel modo e ovviamente pensare di non poter essere colto in flagrante. Era quasi impossibile attaccare alle spalle Black Hat, in tanti ci avevano provato ed altrettanti erano finiti sotto metri di terra, tra eroi e persone di scienza che l'Eldritch aveva assunto prima di lui - ed il medesimo discorso poteva essere applicato anche ad occhiate furtive e gesti simili, neanche quelle sarebbero rimaste inosservate quando si trattava di Black Hat.
Un ultimo frusciare e i passi cliccati del suo superiore tornarono ad essere l'unico suono che faceva da padrone nel locale.
Flug si mantenne rigidamente seduto su quella poltrona, tenendo sotto silenziosa osservazione i movimenti del suo capo finché quest'ultimo non si sistemò sull'altra poltrona disponibile, le braccia conserte e la gamba sinistra sofisticatamente accavallata sulla destra.
Flug restò interdetto da questo atteggiamento, ancora prima che il suo capo aprisse bocca.
« Cosa è successo, dottore? »
Lo scienziato deglutì, trovando un fastidioso groppo in gola a rendergli impraticabile quell'azione tanto basilare. Strinse un poco di più le mani tra le gambe, a disagio sotto l'intenso sguardo del suo capo.
« Dottore, ti ho fatto una domanda. »
« N-non... pr-prolunghi la c-cosa... » Fu a stento in grado di balbettare.
Black Hat alzò lievemente un sopracciglio.
« Come? »
Flug strinse le palpebre.
« L-la p-prego, n-non mi t-trascini in qu-questo f-falso senso d-di t-tra-tranquillità... » Bisbigliò con maggior forza, la sua ultima dose di coraggio spesa tutta per esternare quella richiesta disperata. « S-sia ve-veloce... »
Grosse lacrime scivolarono da sotto i suoi occhialoni, inzuppando il sacchetto ormai bagnato. Veloce e indolore, veloce e i-indolore... solo questo chiedeva, solamente q-questo...
« Di che diavolo stai parlando, Flug? » Fu la risposta di Black Hat, risposta che fece saltare i nervi già a pezzi ed oppressi dalla paura del povero scienziato.
« M-me lo merito, n-no? Mi meriterò di avere una morte dignitosa dopo anni di servizio! » Gridò con voce spezzata, il suo corpo fremente di nera indignazione. « O-oppure non contano nemmeno quelli per voi?! »
Era ormai un pasticcio tremante di lacrime, il suo cuore non aveva mai battuto ad un ritmo tanto disarmonizzato, nemmeno nell'aereo che lo aveva portato a sfondare il tetto della dimora di Black Hat e a fare il suo primo incontro con l'essere soprannaturale che sarebbe divenuto il suo nuovo datore di lavoro. Nelle orecchie sentiva solo un palpitare assordante e il disgusto poteva quasi assaporarlo in bocca ed usarlo per nutrire quell'improvviso e audace scatto di rabbia.
L'Eldritch lo fissò per un istante come se gli fosse magicamente apparso un folletto sulla spalla.
« Ferma un attimo, Flug- »
Lo scienziato non ritenne certo di doversi fermare.
« Per c-cosa? Per sentirmi dire quanto inutile sono stato anche poco prima di-- »
« FAI SILENZIO! »
Flug squittì miseramente udendo la voce del suo superiore perforargli le orecchie, rombargli dentro fino a stritolargli il cuore. Si zittì e si rannicchiò tremando come una foglia contro lo schienale, alzando le braccia per coprirsi il viso ed il petto ansante.
L'aura di agghiacciante potere che aveva stretto in viticci l'aria si ritirò quasi subito, lasciando al suo passaggio una fumosità appena percettibile. Black Hat era incline ad emettere quell'aura quando la sua forma terrena minacciava di dissolversi sotto l'impennarsi delle sue emozioni; Flug non aveva mai compreso in quale misura il suo capo fosse consapevole della cosa, ma certo era che lui poteva ormai ben percepire il sopraggiungere ed il retrocedere di quel potere dopo esservi stato esposto dozzine di volte. Rimase comunque raccolto su sé stesso, abbracciandosi il torace con una forza ormai sfasata dai continui picchi di terrore che stava vivendo.
« Flug... » Una pausa, come se il demone avesse voluto indugiare per qualche istante nella pronuncia del suo nome. « Non dirmi che mi hai preso in parola prima. »
Lo scienziato, suo malgrado, non si rilassò nel risentire quel tono relativamente posato.
« A-adesso, o f-fra due settimane n-non fa differenza... non ce la faccio più ad aspettare. » Mormorò, con voce flebile. Alzò esitando lo sguardo, a guardare il suo superiore in volto, come a voler smuovere in quell'essere un'umanità che sapeva non poteva esserci. « Lo faccia ora, lo faccia veloce, e non le sporcherò nemmeno la tappezzeria. »
Black Hat restò in silenzio dopo quella sua replica, come se stesse contemplando ciò che lui aveva detto, come se stesse valutando la posizione raccolta che aveva assunto in seguito a quella sfuriata.
Al termine di quell'ispezione, un'espressione di intensa serietà sostituì il cipiglio illeggibile dell'Eldritch.
« Mettiamo in chiaro due cose: uno, non ti ucciderò ora. Due, non ti ucciderò nemmeno fra due settimane, un mese, o qualunque lasso di tempo tu reputi ottimale. Adesso... » Il demone si interruppe, giusto per il tempo necessario a sciogliere l'intreccio delle proprie gambe ed inclinarsi leggermente verso di lui, le mani poggiate sulle cosce. « Ti consiglio caldamente di cominciare a spiegare, perché la mia pazienza ha un limite, e tu ne stai abusando fin troppo, Flug. »
Ma Flug si ritrovò privato delle parole per esaudire la richiesta che - sentiva - Black Hat gli aveva posto con una calma che un solo passo falso avrebbe potuto stracciare, visto quanto fragile come cartapesta ebbe la sensazione che fosse. Ciò che Black Hat gli aveva detto aveva poco senso nella sua mente già provata, e ogni senso che poteva assumere era legato a motivi di crudeltà e manipolazione emotiva. Non riusciva a credergli, non ci riusciva, non quando conosceva fin troppo bene la cattiva fama che circondava il suo principale. Ma perché non farla finita lì, perché continuare a mantenere intatta quella recita quando Flug la aveva già esposta e messa alla luce? Non era tipico del suo capo un simile atteggiamento e lo scienziato non fu in grado di arrovellarsi troppo intorno a quella riflessione, non con la distinta sensazione che i nervi del suo corpo stessero pizzicando sotto la sua pelle, come se fossero appena stati tirati fin quasi al loro punto di rottura ( che non era uno scenario tanto diverso da ciò che stava ora accadendo a tutto il suo essere, non ad una parte circoscritta ).
Deglutì Flug, la sua gola troppo secca e ancora stretta da quel groppo fastidioso, ma comunque in grado di operare come doveva.
« V-vorrei solo capire qual è il vostro gioco... » Era stato tutto ciò che, stancamente sconfitto, era riuscito a mormorare.
Black Hat rilasciò un sospiro visibilmente spazientito, che si consumò nell'aria con un accennato ringhiare a renderlo più rauco.
« Flug, dannazione, fa funzionare quell'ammasso di carne che hai dentro la testa! Se ti avessi voluto morto saresti già in una delle camere di tortura, o qui sul pavimento a contorcerti nel tuo sangue! » Lo scienziato si rattrappì tremolando, cercando di cacciare via le immagini orrende che gli avevano attraversato la mente mentre Black Hat parlava. Il suo capo parve abbassare un poco il tiro nel momento in cui riprese da dove si era interrotto. « Perché sei così fissato con questa idea? »
Flug si prese due secondi per ristabilizzare il suo respiro leggermente accelerato prima di rispondere.
« P-perché... v-voi... signore, non mi volete uccidere? »
« No, per l'ennesima volta. » Replicò Black Hat, come se fosse sull'orlo di una crisi di nervi. Il suono dell'interfono riempì di punto in bianco l'ufficio e l'Eldritch emise un altrettanto udibile ringhio mentre faceva per alzarsi e ricevere la chiamata dall'apparecchio sulla sua scrivania. « Ughhrr, e adesso cosa c'è? »
Flug rimase immobile sulla poltrona, così momentaneamente confuso da non badare nemmeno alla reazione innervosita del suo capo.
« Demencia, riferisci in fretta. » Brontolò burberamente il demone.
« Capo, un cliente sta attendendo all'ingresso per incontrarvi. Dice di avere un appuntamento. »
Un basso ringhio, seguito da una probabile sequela di maledizioni a giudicare dal tono con cui erano state pronunciate, gli rese ulteriormente noto il nervosismo e la seccatura del suo superiore.
« Fallo accomodare nella hall, comunicagli che lo riceverò a breve. » Ordinò, non trattenendosi dall'utilizzare un tono palesemente scocciato. « Fatto ciò, raggiungi in fretta il mio ufficio, hai il Dottor Flug in custodia fino ad ulteriori istruzioni. »
« Ricevuto, capo~ » Canticchiò Demencia, schioccando rumorosamente le labbra nella mimica del suono di un bacio.
Black Hat emise un suono disgustato prima di chiudere la comunicazione.
Flug si sporse un poco dalla sedia, guardando titubando la schiena leggermente incurvata del suo capo.
« S-signore...? »
« Questa conversazione non finisce qui, Flug. Continueremo più tardi. » Decretò severamente Black Hat, voltandosi in sua direzione con uno sguardo mortalmenteserio. « Non fare niente di stupido mentre sei sotto la supervisione di Demencia, chiaro? »
Flug deglutì a fatica, riuscendo a stento ad assentire con la testa.
« S-sì, s-signore... »
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Misconception
FanfictionQuando Flug era stato assunto come scienziato personale di Black Hat, certo non si aspettava di poter cadere vittima di un grosso malinteso, uno che nel mondo dei cattivi non è semplice sbrogliare, non quando credi ci sia la tua stessa vita in ballo...