Quindi Jongin fece come gli era stato detto e si presentò da Sehun verso l'ora che gli era stata comunicata. Come già anticipato, Luhan non era ancora arrivato, così lui aiutò il minore a sistemare l'attrezzatura. Il telo bianco era già stato montato, quindi mancavo solo le luci.
Quando il cinese arrivò, si rivelò non essere esattamente come se l'era immaginato. Certo, Sehun gli aveva detto che era un ragazzo dai "lineamenti delicati" - testuali parole - ma di sicuro non avrebbe mai pensato fosse così. Con dei capelli appena un po' più lunghi, sarebbe potuto benissimo passare per una ragazza. Era carino, però, non poteva dire il contrario.
Ma, in realtà, il suo aspetto non aveva importanza. Aveva già deciso da settimane che quel ragazzo gli stava antipatico, senza neanche averlo conosciuto. Povero Luhan, lui non aveva colpa di nulla, e Jongin questo lo sapeva, ma non poteva evitare di provare fastidio in sua presenza. Non riusciva a farselo piacere nemmeno sforzandosi, obbligandosi con tutta la sua buona volontà. Dubitava seriamente che sarebbe stato in grado di essere gentile con lui per un intero pomeriggio.
Ad ogni modo, lo fece entrare e lo accompagnò in una stanza sul retro del negozio, dov'era Sehun. Vedendolo, Luhan sembrò come voler andare da lui - ad abbracciarlo, probabilmente - ma si fermò, troppo timido per fare anche un solo passo. Forse non voleva disturbare il più piccolo, visto che quest'ultimo stava ancora sistemando l'attrezzatura e non sembrava essersi accorto della sua presenza.
Senza neanche saperne realmente il motivo, Jongin decise di aiutare, a suo modo, il maggiore, così richiamò l'attenzione di Sehun. Questo si girò e finalmente si accorse degli altri due ragazzi. Subito andò verso il più grande e lo abbracciò come non aveva mai fatto con Jongin. Sapeva già cosa sarebbe successo adesso, non ci voleva un genio per questo, quindi voltò lo sguardo, volendo assistere al loro bacio.
Lasciò loro poco meno di un minuto, ma cominciava a sentirsi particolarmente a disagio, quindi finse un colpo di tosse per attirare la loro attenzione. Riuscì nel suo intento e i due ragazzi si allontanarono, imbarazzati, e, sempre con imbarazzo, Sehun fece le presentazioni.
— Lui è Jongin, uno dei modelli con cui lavoro spesso, nonché mio migliore amico. L'ho chiamato per darti una mano. Ti mostrerà come devi fare e ti darà alcuni consigli, credo — disse Sehun, guardando il diretto interessato. — Mentre lui, — continuò, sempre rivolto a Jongin ma indicando l'altro ragazzo — come hai già capito, è Luhan. —
In tutto questo, non gli sfuggì il fatto che glielo avesse presentato solamente come "Luhan", senza aggiungere cose del tipo "il mio ragazzo". Non credeva che l'avesse semplicemente dimenticato, ma piuttosto che l'avesse omesso di proposito. Probabilmente era perché i due stavano uscendo da poco e non voleva rovinare tutto affrettando le cose, azzardando troppo.
Cercò di lasciar perdere il fatto che Luhan stesse uscendo con Sehun, per provare per lo meno a fingere un minimo di gentilezza nei suoi confronti, ma gli era difficile. Ci aveva provato, davvero, ma ogni suo tentativo era vano e la sua voce, rivolta al maggiore, risultava sempre annoiata o infastidita. Era più difficile di quanto avesse immaginato.
In più, non riusciva neanche a riconoscere i meriti di quel ragazzo. Non è che Luhan fosse un completo incapace, anzi, era piuttosto bravo, ma lui continuava a trattarlo come se niente di ciò che stava facendo andasse bene. E Luhan, un po' per timidezza ed educazione, un po' perché sapeva di non essere competente in quel campo, non osava contestare le sue critiche ma piuttosto cercava di soddisfare le sue richieste, per quanto assurde.
Sehun, intanto, guardava il suo amico come per chiedergli "ma che cavolo ti prende?" eppure rimase in silenzio, per fortuna di Jongin. Lo ringraziò mentalmente per questo, perché non avrebbe saputo cosa rispondergli.
Ringraziò Dio, invece, quando quella tortura finì, e non era il solo ad essere sollevato a quel punto. Pure Luhan aveva tirato un sospiro di sollievo quando Sehun aveva annunciato che bastava così.
Jongin non vedeva l'ora di andarsene e di non vedere mai più il cinese, anche perché era sicuro di avergli fatto una pessima impressione, che andava ad aggiungersi alla pessima figura fatta con il suo migliore amico. Probabilmente ora il minore era pure arrabbiato con lui.
— Allora ci vediamo giovedì — disse, rivolto a Sehun, prima di salire sulla sua auto e andarsene, ritirandosi nella sua vergogna.
—- deve arrivare il pullman che ci riporta in aeroporto e sono in ansia non voglio tornare a casa, sto bene a dublino
btw, auguri luhan 💕 28 anni, sta invecchiando il piccolo cerbiatto ;w;
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.