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16th october
6:24 am

Una volta deciso cosa fare, uscì dall'appartamento di Sehun e si avviò verso il condominio in cui abitava il più grande, che - da quanto ricordava - non era molto lontano da lì. Il che era una vera fortuna, visto che era costretto ad andarci a piedi.

Dopo i primi passi, gli salì un po' di nausea dovuta agli eccessi della sera precedente e dovette fare una pausa, chiudendo gli occhi per qualche secondo e tenendosi la fronte con una mano. Questo, però, non lo fermò. Era deciso ad andare da Kyungsoo, quindi, dopo essersi ripreso, continuò a camminare, accelerando sempre di più il passo finche non si ritrovò a correre.

Arrivò davanti alla palazzina in circa una ventina di minuti, e si fermò davanti al cancelletto per riprendere fiato, poi suonò il campanello.

— Sì? Chi è? — chiese una voce, distorta dal citofono ma perfettamente riconoscibile alle orecchie del minore.

— Sono Jongin — disse — Mi fai salire, per favore? — ma non ricevette alcuna risposta.

Nessuno venne ad aprirgli, ma lui rimase lì fermo ad aspettare, sperando che alla fine l'altro ragazzo decidesse di farlo entrare, anche se sapeva già che non sarebbe successo.

Jongin
È inutile che mi
ignori, tanto
troverò un modo
per entrare

Jongin
Noi due dobbiamo
ancora perlare, Soo

Lo avvertì con un messaggio, poi iniziò a pensare davvero a come fare a salire, ma l'illuminazione che cercava non gli arrivò molto presto.

Rimase lì ad aspettare per più di due ore, e nel frattempo Kyungsoo pensò che il minore ci avesse rinunciato e fosse tornato a casa.

Jongin, invece, era ancora lì, e non aveva alcuna intenzione di andarsene.
L'unica soluzione che gli era venuta in mente in quelle due ore - a parte l'arrampicarsi fino ad uno dei balconi del primo piano - era aspettare che qualche condomino entrasse o uscisse.

Fu un'anziana signora a venirgli, inconsapevolmente, in aiuto. Mentre lei usciva, il ragazzo ne approfittò per sgattaiolare all'interno. Le si avvicinò per tenerle aperta la porta e la salutò come se la vedesse quasi tutti i giorni, come se anche lui abitasse lì. La signora non sospettò nulla ma, anzi, lo ringraziò e continuò per la sua strada.

Solo una volta salito sull'ascensore si rese conto che i suoi problemi non erano ancora finiti. Ovvero, lui non sapeva in quale appartamento abitasse Kyungsoo. E questo era un enorme problema, in effetti.
Ora non gli restava altro che suonare tutti i campanelli fino a quando non trovava quello giusto. Fantastico, davvero.

Erano otto piani, su ognuno dei quali c'erano tre appartamenti, quindi a separarlo da Kyungsoo c'erano al massimo ventitré figure del cavolo. Ma era ottimista, perché a quelle ventitré andavano sottratti tutti gli appartamenti vuoti - e pregò che fossero tanti. In più, era sicuro che l'abitazione del più grande non fosse l'ultima all'ottavo piano. Andiamo, non poteva essere così sfortunato.

Arrivato al quinto piano aveva già rischiato di prendersi una denuncia un paio di volte, ma lì, per una volta, la buona sorte fu dalla sua parte, finalmente. La prima porta a cui bussò non si aprì, ma alla seconda sentì rispondere una voce familiare.

— Un secondo, arrivo subito — disse il ragazzo all'interno, con un tono abbastanza alto, mentre dei passi si avvicinavano all'entrata — Chi è? — chiese, senza aprire ancora.

Lui non disse nulla per paura che l'altro, riconoscendolo, lo lasciasse fuori.

— Chi è? — domandò di nuovo, prima di aprire la porta per controllare che non fosse stato solo uno scherzo infantile.

Vedendo, però, il minore davanti a lui sulla soglia, il primo impulso di Kyungsoo fu quello di richiudere immediatamente la porta, ma l'altro fu più veloce e la bloccò con un piede. Digrignò i denti e strizzò gli occhi per una fitta di dolore, e subito il più basso lasciò andare la presa sulla maniglia.

— Scusami — disse, con un'evidente sfumatura di preoccupazione nella voce — Stai bene? —

L'altro annuì — Sì, n-non preoccuparti — rispose, ancora un po' dolorante, ma gli sorrise come per rassicurarlo, dicendogli che non era successo niente.
— Posso entrare? — osò poi domandare, cercando di suscitare in qualche modo un briciolo di pietà nel più basso.

Kyungsoo gli fece segno di sì, sentendosi in colpa, e si spostò dalla soglia per lasciarlo passare.

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mi scuso per averci messo tanto ad aggiornare (in pratica un mese, non odiatemi), ma prima di andare avanti volevo pensare a come finire questa ff

our heaven; kaisooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora