11_ Fidanzata

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"Che c'è?"- mi disse-"Troppo trasgressivo e sporco per i tuoi gusti?"
Non ci pensai neanche un attimo e mi avvicinai prendendo un po' di cotone per pulirlo, mi misi davanti a lui e iniziai a tamponare la ferita sul suo sopracciglio.
"Che cosa stai facendo?"- mi chiese sorpreso dalle mie azioni.
"Ti sto medicando la ferita. Non puoi uscire di qui in queste condizioni!"
"Strano che tu non mi abbia ancora chiesto chi è stato e come è successo!"
"Non ti chiederò niente, se vuoi sarai tu a dirmelo."
Mason sbuffò ed face una smorfia di dolore quando premetti un po' più forte sulla ferita e poi mi chiese:
"Perché lo fai?"
"Perché hai bisogno di aiuto, per medicarti ma anche per parlare so che hai bisogno di confidarti e già ti ho dato il mio appoggio, se vuoi sono qui."
Non rispose, ma mi sentivo che quello che era accaduto fosse in qualche modo collegato alla discussione che avevo sentito quella sera in cortile.
"È stato mio padre.."-disse ridendo nervosamente mentre io mi fermai prendendogli le mani-"Assurdo vero? Te l'ho detto che la mia famiglia non è come la tua e che tu non puoi capirmi!"
"Mason.."- dissi continuando a passare il cotone sulle nocche insanguinate- " Questo significa che anche tu lo hai picchiato?"
"Che cosa ne sai tu di cosa è successo del perché ho reagito così? Sì l'ho fatto, ti sembra così strano che ti inorridisce.."
"Avrai avuto i tuoi motivi.."- risposi io lasciandolo sorpreso, ma in realtà lo feci per lasciargli modo di parlare e non mettergli pressione, lo odiavo ma non ero insensibile vederlo così mi rendeva impossibile fare finta di niente e non aiutarlo.
Si alzò in piedi nervoso girando intorno, allora io mi sedetti e lo osservai aspettando che sbottasse, si sedette davanti a me mettendosi le testa tra le mani.
" La mia vita è un disastro. Dimmi: guardandomi cosa vedi?" Cosa vedevo? Un ragazzo tormentato, che si nasconde dietro l'aria da duro ma che in realtà è fragile e debole. Questa era l'idea che mi ero fatta di Mason, ma il lato burbero era quello che prevaleva in lui e quello che non riuscivo a tollerare.
"Non c'è bisogno che rispondi, so che tutti pensano che sono un presuntuoso, antipatico e insopportabile. Ma nessuno mi conosce, nessuno sa perché sono così!"
"Allora dammi modo di capirti, sono qui per ascoltarti non per giudicarti!"
"Conosci mio padre, tutti lo conoscono il grande e potente Louis Mitchell, quell'uomo mi ha rovinato la vita! Quando avevo dieci anni ha lasciato me e mia madre ed è scappato con la sua segretaria, quella che adesso è sua moglie..."- disse con un tono misto tra rabbia e disgusto-" Da quel giorno è scomparso. Fino a tre anni fa, quando mia madre si è ammalata ed è... morta."- non sapevo che dire, si stava aprendo con me ma io non sapevo che rispondergli, cosa dire per consolarlo.
"La cosa bella lo sai quale è stata? Che la sua presenza al funerale fu ridotta ad un fottuto assegno per pagare le spese; la sua ex moglie era morta! Mia madre era morta e lui che fa? Manda dei soldi! Sembra l'unico modo che ha di risolvere le cose e gestire i rapporti, sarà per questo che funziona con quella Barbie che ha affianco. I primi due anni sono stati difficili ma sopportabili, vivevo a Bristol da solo ma mia nonna veniva a trovarmi, avevo la mia band e la musica, sotto questo punto di vista il trasferimento in accademia è stato una svolta ma d'altra parte mi ha portato a vivere dove vive anche mio padre, quindi sopportarlo, ora che sono qui si sente responsabile di me come non ha mai fatto negli ultimi dieci anni!"
"E questo"-dissi indicando le sue ferite-"A che cosa è dovuto?"
"Quella specie di donna che ha affianco è incinta! Ha iniziato a parlare delle responsabilità di un padre, dei doveri verso suo figlio, quel figlio."- le mie orecchie non potevano sentire altro mi alzai in piedi e mi avvicinai-" Non ci ho visto più e mi ci sono fiondato sopra, sputandogli addosso tutto quello che mi ero tenuto dentro fino ad oggi, lui ha fatto lo stesso. Questa è la dimostrazione!"- disse indicando il suo viso.
"Mason.. Non so cosa dire! Non credevo avessi questi problemi."
"Già sono bravo a nasconderlo! Non dire nulla comunque.. non serve! So che non c'è molto da fare.."
"Perché non provi a parlargli dei tuoi problemi, dei tuoi sentimenti, apriti così come hai fatto con me! Capirà le tue ragioni.. poi non sei solo, sei tu che vuoi esserlo!"
"Già perché ho imparato che vivo meglio!"
"Vivi meglio? Guardati!"
"Sai una cosa El?!"- mi disse- "Lasciamo perdere, grazie per essermi stata ad ascoltare!"
Uscì lasciandomi sola nel camerino, ecco qui che fuggiva di nuovo, non riuscirò mai a capirlo anzi mi rifiuto di farlo.

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