Capitolo II "Nonostante tutto."

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"Sai perché litighiamo sempre con le persone a cui tieniamo di più.
Perché quando tieni a una persona non vuoi perderla e ti arrabbi per ogni cosa."

Piano piano tutti insieme spensero il fuoco che circondava la Tana e la casa dei Lovegood.
Ma alcune camere restarono incenerite. Fra cui quelle di George e Ginny.
Per quanto riguarda la casa di Xenophilius e Luna non riuscirono a recuperarla con la magia.
Probabilmente era arrivato il suo momento. In quella casa ci viveva la famiglia Lovegood da secoli.
Negli ultimi la bionda e strana Luna aveva vissuto senza una madre e l'anno prima quasi anche senza un padre ma ci era particolarmente legata. I signori Weasley ospitarono i Lovegood alla Tana per un paio di mesi o almeno il tempo di trovare un nuovo alloggio.
Entrarono in casa e George si ritrovò a guardare l'orologio con le facce dei Weasley. La lancetta col volto di Fred era caduta.
La raccolse e le lacrime cominciarono a rigargli il volto.
Si sentiva solo.
Incompreso.
Fred era stato la sua "vita", la sua metà.
Sentiva di aver perso un pezzo di .
"Io... ho... bisogno di... Fare due passi..." disse uscendo e mettendo la foto del suo gemello in tasca.
Ginny e Ron si scambiarono un'occhiata d'intesa e seguirono loro fratello.
Lo trovarono seduto nella stessa roccia in cui il pomeriggio prima Ginny guardava il tramonto con Harry.
Guardava una vecchia foto di lui e Fred.
Erano al secondo anno.
Era la loro prima partita a Quidditch.
Poi finì per singhiozzare.
"George..."
"Ron! Ginny! Venite, sedetevi..."
Loro lo fecero e...
"Come stai?" chiese Ron sapendo già la risposta.
"Beh... Non lo so. La verità è che mi sembra tutto in incubo."
"Sì, ma George la vita va' avanti."
"A volte penso che sarebbe meglio seguirlo in paradiso. Ma poi mi ricordo che lui non vorrebbe mai che io lo raggiungessi."
"Come fai a sapere che è in paradiso?"
"RONALD!" lo rimproverò Ginny.
"Lui è stato un angelo in terra. Il mio angelo".
"Lo sarà sempre. Anche se non lo vedi."
Poi George si buttò fra le loro braccia.
"E poi.. Ci siamo noi! La tua famiglia! Tralasciando Percy..."
Scoppiarono tutti in una risatina.
"Siete diventati così grandi..." disse George.
"Dai, andiamo"
E si incamminarono verso la Tana.

"Era da molto che non vedevo quel sorriso sul volto di mio figlio. Cosa gli avete detto?" chiese Molly ai suoi ultimigeniti.
"Aveva bisogno di una chiacchierata tra fratelli. Tutto qua" rispose Ginny "Harry? Dov'è?"
Ron sbuffò e Ginny se ne accorse.
"È di là... con Neville e Luna. Mi stavano aiutando con Hermione" disse la madre.
"È messa tento male?"
"Si sta riprendendo."
"Vado a vedere."
Ginny ci andò e Molly colse l'occasione per parlare con Ron.
"Cosa è successo Ron?"
"Non capisco di cosa tu stia parlando."
"Con Harry"
Non rispose.
"Perché avete litigato?"
"No, niente."
"Ronald Weasley" disse in modo deciso Molly.
"Stupidaggini"
"Se lo dici tu."
Lui abbassò lo sguardo.
"Sei geloso di Harry?"
"No."
"Hai paura che possa farla soffrire?"
"Sì" ammise.
"Allora sì che sei geloso...Conosci Harry da ben 8 anni. Sei il suo migliore amico da 8 anni. Sai anche tu che non è il tipo di ragazzo che cambia fidanzata facilmente!"
Sentendo il suo nome, Harry si avvicinò alla porta e origliò.
"L'ha già fatto con Cho Chang! L'ha scaricata il giorno dopo del loro primo bacio."
"Vi aveva traditi. Aveva detto alla Umbridge della Stanza delle Necessità!"
"È lo stesso."
"Ron..." cominciò "Sarà difficile da accettare che tua sorella e il tuo migliore amico si mettano insieme. Ma se loro sono felici devi esserlo anche tu."
"Io non ci voglio parlare con Harry"
"È questo che sbagli!"
"Mamma io ho sonno vado a dormire un po'."
"Massimo fino alle 10 Ronald!"
"Certo!"
Harry avendo sentito il discorso andò subito da Ginny.

"Ginny... ecco...possiamo... parlare?"
Lei rivolse uno sguardo ad Hermione mentre si riposava e a Neville e Luna che annuendo le dicevano di andare.
"Andiamo." disse.
Andarono in camera di Harry, si sedettero sul letto e cominciarono.
"Cosa c'è?"
"Ho sentito Ron... parlare con... tua madre... di noi..."
"Che diceva?"
"Lui crede che ti faccia soffrire. Che ti abbandoni"
"Tu non lo faresti mai!"
"È quello che pensa lui. Non mi conosce. Lo sta dimostrando."
Ci fu un attimo di silenzio.

~Take my hand~  HinnyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora