CAPITOLO 3

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Chase apre il frigo, prende quattro uova, il cartone del latte e poi lo richiude con un calcio, tenendo la confezione di pancetta tra i denti.

Sono le 6.30 del mattino ma non gli è mai pesato alzarsi presto, soprattutto in questo periodo in cui fa fatica a dormire.

Il sole sta sorgendo pallido nel rettangolo di cielo che si intravede tra le tendine bianche della finestra davanti ai fornelli. 
Per fortuna sarà una giornata fresca e limpida e vorrebbe approfittare dell'assenza di Hailey per fare, da solo, un primo sopralluogo nei boschi. Sa che lei non sarebbe d'accordo ma proprio non si rassegna all'idea di buttare via così due giorni interi. E poi, in pieno giorno, non dovrebbero esserci problemi.

Eccitato all'idea, appoggia tutto sul tavolo da pranzo di legno grezzo, al centro della stanza. Afferra una ciotola, un grosso cucchiaio di acciaio e la confezione del pane a fette. Vuole sbrigarsi e uscire di casa il prima possibile, così da tornare nel pomeriggio e fare un salto in biblioteca per recuperare nuove informazioni. E se avanza tempo, non gli dispiacerebbe andare anche all'emporio, per il materiale necessario alla spedizione "ufficiale".
 Mentre sbatte le uova, il latte e il sale fino a formare un composto leggero e spumoso, la voce di suo padre che canticchia in bagno gli strappa una risata e lo scuote dai pensieri.

Non si era accorto che sua mamma fosse lì, in piedi, a guardarlo con aria ìlare e soddisfatta.

"Stai diventando proprio un bravo ometto di casa."

Lui diventa rosso in viso e sbuffa. 


"Per prima cosa, sono sempre io a preparare la colazione e poi non sono certo un ometto, come dici tu."


"Ahahahhaha, come siamo suscettibili. Per me sarai sempre un ometto, lo sai. Esattamente come tuo padre sarà sempre il ragazzino impacciato che mi ha invitata al drive in."


"E vado fiero di esserlo!" commenta Grayson, abbracciandola da dietro e stampandole un bacio in bocca con passione teatrale.

"Oh, ma per favore! Ci sono dei minori qui! Mi causerete dei traumi psicologici che mineranno per sempre la mia vita sentimentale!"

"Perché, hai una vita sentimentale figliolo?"

"Grazie mamma. Grazie. Solo questa affermazione sono almeno quattro anni di terapia."

"Allora è meglio che ti trovi un lavoro e alla svelta, perché non smetterò certo di baciare tua madre."


"Grazie per il supporto. Sul serio. Impiegherò la giornata di oggi per cercare dell'insulina."


Molly alza un sopracciglio e il figlio continua a borbottare sciogliendo il burro nella padella antiaderente.

"Intende dire che siamo così dolci da causargli il diabete" interviene il padre.

"Ahahahhahahah!"

La sua risata è sincera e cristallina.


"Dovresti essere contento che i tuoi genitori si vogliano ancora così bene!"

Li osserva di sottecchi mentre versa nella padella le uova sbattute e aspetta che la miscela inizi a rapprendersi.

Non ha preso molto da suo padre. Grayson è più alto della media, con spalle larghe che riempiono la divisa da sceriffo in maniera autorevole, fossette accattivanti sul volto e un sorriso amichevole. Quello che lo colpisce di più è come nel complesso riesca sempre a sembrare sicuro di sé in ogni situazione: non si risparmia né quando c'è da ascoltare né quando si tratta di condurre un'indagine.

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