CAPITOLO 18

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"Dai, non può essere vero"

"Pensaci, non hai mai notato nulla di strano?"

"Ma stiamo parlando di mia mamma!"

"Oh, senti Chase, sarà anche tua madre, ma dobbiamo andare a parlarle!"

"E perché? Solo perché lo ha detto lui?" replica stizzito, indicando la volpe "È un demone! E lo sai che dei demoni non bisogna fidarsi!"

Non si può dire che sia stata una cena piacevole ma ora la situazione sta addirittura degenerando.
L'indignazione di Chase è in procinto di montare come una maionese impazzita e la caparbia ostinazione di Hailey di certo non aiuta.

"Se non vuoi parlarci tu, lo farò io! Non mi lascerò scappare la possibilità di salvare la MIA di madre!"

"Non puoi, non ne hai il diritto! E poi che cosa le dirai? Che un animale parlante ti ha detto di..."

"E il braccialetto?" lo interrompe il famiglio.

"Cosa? Quale braccialetto?" arrossisce in maniera colpevole.

"Quello che ti ha dato tua madre."

"Cos... E tu come fai a saperlo?"

"Di cosa state parlando, Chase? Cosa mi stai tenendo nascosto?"

"Oh sentila lei! Come se tu mi dicessi tutto! Non mi hai detto una sola parola da quando sei qui!"

"Perché fai così?" ribatte Hailey risentita "sembra che tu non mi voglia aiutare".

"Ma non vedi che cosa sta succedendo? Ci sta mettendo l'uno contro l'altro! Come puoi farti fregare in questa maniera?"

"Non è vero, sei tu che stai puntando i piedi come un bambino capriccioso!"

Per tutta risposta, lui pensa bene di mettere il broncio, senza riuscire a capire che le sta solo dando ragione.

"Bisogna sempre fare quello che vuoi TU, quando vuoi TU. Mai che tu mi stia a sentire!"

È la sua prepotenza a irritarlo oltre modo.

"Beh, se mi avessi dato retta, non ci troveremmo in questo casino! Sei TU che hai portato il tuo amico al portale, è per colpa TUA se ora siamo qui! E non sappiamo nemmeno dove sia QUI!"

Silenzio.
Il respiro affannato di Hailey ondeggia ritmico, l'ultima frase galleggia ancora nell'aria.

Non appena l'ha pronunciata, se ne è subito pentita ma ormai è troppo tardi perché le parole, sospese sopra la tavola, aleggiano fastidiose come un cattivo odore.

"Ok, questo è un colpo basso. Un colpo basso davvero" replica Chase.

La volpe, immobile tra le vettovaglie, si gusta la scena.
Lei di istinto vorrebbe replicare, apre anche la bocca per ribattere ma poi non se la sente e la richiude, abbassando lo sguardo.

È chiaro che Chase si senta offeso e ne ha tutte le ragioni, eppure non riesce a rinunciare all'idea che abbia torto. A volte è così immaturo... proprio come adesso: lo guarda, seduto scomposto sulla sedia e la sola vista della sua reazione la indispone. È a braccia conserte e aspetta chiaramente delle scuse, come se una frase uscita male potesse cancellare la sostanza delle cose. Diamine, non è lui ad aver ragione! Come fa a non capirlo?

Con la testa incassata nelle spalle, evita di incrociare il suo sguardo e si fissa la punta delle scarpe coperta di fango.

Quello che lei non sa però è che Chase non è arrabbiato con lei, è arrabbiato prima di tutto con sé stesso. E non c'è nulla che detesti di più di sbagliare. Lui non sbaglia mai, lui è un perfezionista e non gli piace lasciare le cose al caso. Eppure tutto è precipitato, gli eventi li hanno travolti, trascinandoli in una slavina senza controllo. Come diavolo è potuto accadere?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14, 2018 ⏰

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