CAPITOLO 14

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"Presto, stendilo su quel lettino"

Una forza invisibile afferra Zac, lo solleva tra le braccia e lo adagia delicatamente sul materasso.

"Non c'è tempo da perdere. Dobbiamo stabilizzarlo."

Il letto è al centro di un complicato cerchio protettivo, disegnato con il sale sul pavimento in marmo. Quando si traccia un simbolo magico, a prescindere dal materiale, i segni non devono presentare interruzioni, motivo per cui, probabilmente, il pavimento non è fatto con assi di legno.  Uno sguardo attento, come quello di un Guardiano o di un Cercatore, se ne sarebbe accorto subito, purtroppo però non è il caso di Chase. In questo momento non ne è assolutamente in grado: si volta da una parte all'altra spaesato, senza capire che cosa stia vedendo.
Sette candele bruciano su altrettanti candelabri d'argento, ognuno ornato con il bassorilievo di un albero diverso. La stanza è enorme, praticamente spoglia, eccezion fatta per la parete di destra, dove troneggia una libreria: trabocca di volumi antichi, manufatti esotici, statue di idoli pagani e maschere. Dalla parte opposta un vecchio camino in pietra interrompe la tappezzeria rossa, ornata da piccoli fiorellini azzurri.

Se non fosse per lo stato di perfetta conservazione dell'intera struttura, la casa potrebbe apparire antica e vissuta.
L'unica nota stonata è rappresentata dalle quattro finestre, coperte con pesanti tende in velluto verde, annerite dalla fuliggine e dal tempo.

"Che cosa è successo?!" grida Chase disorientato "Chi è lei? E dove siamo?"

Bastoncini di incenso si consumano pigri e odorosi all'interno di piatti in ottone, adagiati a terra in un ordine apparentemente casuale.
La donna non sembra prestargli attenzione ma una voce alla sua sinistra lo fa sussultare.

"Chase! Grazie a Dio stai bene!"

Prima che possa rendersene conto, Hailey gli salta al collo, lo abbraccia e cacciandolo con uno spintone, lo fa sbattere contro il muro.

"Sei davvero uno stupido! Che cosa ti è saltato in mente! Eravamo d'accordo!"

"Che cosa ci fai tu qui?" borbotta sorpreso.

"È una storia lunga e non cambiare discorso! Sei stato un incosciente! E poi chi è quel ragazzo? E dove sono i tuoi occhiali?"

Il calore della guancia di Hailey contro il suo collo, gli ha accelerato involontariamente il battito, lasciandolo intontito. E il distacco improvviso è stato pure peggio: un secchio d'acqua ghiacciata che gli ha mozzato il respiro.

"Io...non..."

Si volta verso Zac e lo vede incurvare la schiena in maniera inquietante e innaturale. Dalla gola esce un sibilo sottile, la frenata repentina di una vecchia automobile lanciata a tutta velocità. Anche Hailey lo osserva impietrita.

I capelli lunghi e biondi della donna le nascondono il viso. Apre le mani con il palmo rivolto verso l'esterno, i pollici uniti uno di fianco all'altro. La sua cantilena incomprensibile riempie la stanza rimbalzando sulle pareti; sembra che provenga da tutte le direzioni, soffice e vellutata.

"Non...non pensavo che avremmo corso rischi. È successo tutto così in fretta" risponde Chase.

"Che cos'ha?"

"Non lo so... abbiamo trovato il portale e..."

"È stato posseduto" interviene il famiglio di Hailey.

"Cosa?"

"In che senso cosa?"

"Non dicevo a te Chase"

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