Ero triste, ormai come mio solito in quel periodo. Non avevo praticamente nessuno al mio fianco, solo alcune amiche, che si stavano rivelando sempre più false.
Insomma, era stata una delle solite giornate. Una delle solite giornate in cui andavo a scuola, venivo sgridata dai professori, passavo gli intervalli da sola guardando gli altri miei compagni divertirsi e alla fine facevo arrabbiare mia madre. Così, invece di passare tutto il giorno chiusa in camera mia a disegnare come ogni giorno, decisi di prendere le cuffiette ed uscire di casa a farmi una passeggiata. Da sola. Giusto per rendere ancora più triste il tutto.
Eh già, si prospettava proprio una brutta giornata.
Appena dopo aver varcato la soglia di casa ed essermi chiusa la porta alle spalle, infilai le cuffiette e feci partire una canzone rock a caso nella mia playlist. (ci ho voluto mettere un po' di mio, love.) La musica è una delle poche cose che riesce a tirarmi un po' su di morale.
Ecco, dovete sapere che io abito in un posto del tutto sperduto, quindi, era anche bello andare un po' a camminare da sola, senza nessuno per la strada, a parte qualche eccezione ogni tanto.
Stavo tranquillamente ascoltando Hells Bells, ormai abbastanza lontana da casa, quando mi pare di sentire una voce.
"Hey!"
Alzo lo sguardo, e vedo un ragazzo seduto su una collinetta non tanto in lontananza, che agita in aria il braccio. Mi guardo intorno per cercare quel qualcuno a cui sta riferendo il saluto, ma non vedo nessuno.
"Hey tu!" continua, "si, tu che ti guardi intorno in modo strano!"
A quel punto mi indico per confermare se stia davvero chiamando me o se mi stia solo illudendo, e vedo che fa cenno di si con la testa.
"Ehm...che c'è?" rispondo insicura, ma in modo che mi possa sentire.
"Beh, sei la prima persona che vedo passare qui davanti da non so quanto. E non so perché, ma mi sembri interessante."
"E quindi?" chiesi, avvicinandomi alla collinetta, per poterci parlare meglio.
"Quindi, dato che mi annoio e, come deduco, anche tu ti annoi, che ne dici di salire e stare un po' qui a parlare?"-
"Vieni, siediti qui accanto a me." mi disse battendo la mano sull'erba asciutta, accanto a dove era seduto lui. Io con timidezza mi sedetti, abbastanza distante da quel ragazzo sconosciuto. Riuscii finalmente a vedere come era fatto: capelli neri completamente spettinati, occhi azzurro chiaro e un lieve filo di lentiggini. Non sembrava di statura molto alta, anche se lo potevo vedere solo da seduto. Si vedeva proprio che era vestito abbastanza trasandato, con dei pantaloni della tuta dell'Adidas grigi e una maglietta a maniche corte con disegni psichedelici a caso.
Non so perfettamente il perché io sia arrivata lì, ma tanto ormai parlare con un tizio sconosciuto non sarebbe stato così tanto male. Dato che tanto ormai è già qualcosa se parlo con i miei genitori.
"Io sono Marco." si presentò finalmente lui.
"Io sono Ilenia" risposi accennando un sorriso.
"Bene, Ilenia. Dimmi un po', perché camminavi per questa strada sperduta da sola?"
"Vivo qui vicino, e mi annoiavo così sono venuta a fare una passeggiata."
"Da sola?"
"Esatto."
"Perché?"
"Perché mi annoiavo."
"No, dico, perché da sola? Non potevi fare una passeggiata con qualcuno tipo?"
"E tu perché stai su una collina a guardare la gente che passa che ti fa sembrare uno stalker?" risposi tutto d'un fiato. Minchia, sembrava volesse sapere la storia della mia vita.
Ci fu un attimo di silenzio, mentre lui mi fissava ed io fissavo lui con sguardo sarcastico. Poi tornò a guardare la strada davanti, dove ormai si iniziava ad intravedere il tramonto.
"Perché mi annoio, come te. Perché non ho nessuno con cui passare il tempo, così osservo la gente che passa. " rispose dopo un po'.
"Beh, nemmeno io ho nessuno con cui passare il tempo...come te."
Marco sorrise leggermente, continuando ad osservare la strada. Intanto io continuavo a guardare lui, non so...aveva qualcosa di particolare.
"Sembri molto simpatica, sai?" disse lui.
"Sei il primo che me lo dice nell'arco di tutta la mia vita. Quindi probabilmente hai qualche problema al cervello. Mi avresti dovuto avvisare subito se sei ritardato o non so che."
"Sei pure divertente." disse sorridendo e spostando lo sguardo su di me. Ok, ammetto che non riuscivo a smettere di guardare i suoi occhi. Dopo poco però iniziammo a guardare la strada, nello stesso momento. A quel punto il tramonto si vedeva benissimo, con le sue sfumature gialle e arancioni.
"Non credi anche tu che sia bellissimo?" chiesi, senza nemmeno pensarci.
"Si. Sto a guardarlo tutti i giorni, finché non viene buio."
"Tu stai tutto il giorno qui, da come deduco, è ovvio..."
"Non iniziare a fare la stronza" disse ironicamente.
"Beh, è quello che sono." risposi alzando le spalle. Fece una piccola risata, che poi si formò anche sul mio volto.
'Cavolo, da quant'è che non ridevo?' penso subito, e con questo pensiero il mio sguardo si fissa nel vuoto.
"Tutto a posto o hai un problema di connessione al cervello?" mi chiede vedendomi immobile a fissare il nulla.
Dopo quella domanda mi scossi, tornando alla realtà.
"Si...scusa, stavo solo pensando" risposi con un sorriso.
"A cosa?"
"Semplicemente al fatto che era da non so quanto ridevo, sorridevo od ero anche solo minimamente felice."
Continuammo a parlare, parlare, di tutto e di più. Non so perché, ma c'era qualcosa di magico nel parlare con lui.
"Ma quindi...tu hai degli amici?" mi chiese ad un certo punto.
Amo il fatto che sia così sicuro di se.
"Beh...diciamo."
"Avevi degli amici ma con il tempo ti sei accorta che ti usavano e che erano solo falsi, ma continui a starci perché non vuoi rimanere completamente sola."
"Sembra come se tu mi conoscessi da una vita."
"Lo penso anch'io." e dopo aver detto questo si rigiró verso di me, iniziando a fissarmi gli occhi. Il suo sguardo diventó più serio, come se stesse osservando qualcosa attentamente per non perdersi nemmeno un dettaglio.
Anche io lo fissavo negli occhi. Il mio cuore batteva forte. Perché stavo così? Era semplicemente un ragazzo a caso, che avevo conosciuto a caso ed ero finita seduta accanto a lui...a caso.
Involontariamente mi morsi le labbra. Non riuscivo a capire se fosse più vicino o no. Non capivo più niente, ero entrata in un mondo apparte, ed il mio cervello era andato completamente a farsi fottere.
Chiusi gli occhi e abbassai lo sguardo. Non so perché lo feci, non so perché stavo facendo tutto ciò che stavo facendo.
"Ehm...s-si è fatto tardi..." dissi sbadatamente, iniziando ad alzarmi.
"Sei sicura di dover tornare?"
"Si...cioè.... i miei mi vorranno a casa..."
Iniziai ad andarmene, ripetendomi in testa solo quanto sono stupida.
"Aspetta!" mi disse un attimo prima che io andassi via. Mi girai di scatto verso di lui, per sentire cosa aveva da dirmi prima che io me ne fossi andata.
"...tornerai mai qui?" chiese, un po insicuro.
"Certamente." risposi con un sorriso.A quel punto me ne tornai a casa, sempre con il sorriso. I miei mi sgridarono di nuovo, ma non smettevo di sorridere.
Quella era sicuramente stata proprio una brutta giornata come mi aspettavo...davvero...----
So che è abbastanza inverosimile come cosa, ma mi piaceva troppo. Ed è pure lunghissima. Non mi sono contenuta💁
Peace✌
YOU ARE READING
Stories random
SonstigesQuesto non è un racconto unico fatto a capitoli, quelli non riesco proprio a scriverli. Mi stanco della storia dopo un po'. Così ho pensato: "HEY, e se tipo facessi tante piccole storielle diverse?" e... questo è quello che ne è venuto fuori. Saran...