Mai più un tuo problema

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-Mi era mancata l'aria esterna- dissi sorridendo, provocando una piccola risata alla persona al mio fianco, la mia migliore amica Asia.

Finalmente uscivo da quel cazzo di posto. Era già quasi due giorni che mi ero svegliata, e sono dovuta rimanere lì per controlli di sicurezza e perchè i medici fossero sicuri che non avrei riscontrato problemi tornata a casa.

Sicuramente si vedeva che avevo un aria preoccupata, ma Asia fece bene non tirando fuori l'argomento.
Parlammo poco durante il viaggio di ritorno a casa. La vedevo continuamente con quel sorriso enorme che mi guardava, doveva essere davvero felice ad avermi di nuovo qui, lo so quanto ci tiene a me.

Però non potevo non continuare a pensarci. Lei non ne sapeva nemmeno nulla...nessuno ne sapeva nulla...

Continuava a ronzarmi quella domanda in testa sbattendo sui lati del mio cervello come la scritta sulla TV quando non c'è segnale.

Perchè non era qui? Dicendo che era un mio amico tutti ci avevano creduto, e non pretendevo che appena mi fossi svegliata sarebbe stato lì per darmi un bacio davanti a tutti.
Almeno essere lì.

Mi passarono per  la testa le peggio paranoie.
"Gli sarà successo qualcosa. Sarà sicuramente successo qualcosa. Oddio, ma una cosa buona no?"
Speravo solo che stesse bene, solo questo.

La macchina dei miei genitori fermò davanti a casa di Asia, per farla scendere.

-Allora ci vediamo stasera con le altre?- chiese ancora sorridente prima di scendere.

-Certo, non fare tardi che ti odio quando fai così!-

Mi abbracciò di sfuggita prima di scendere dall'auto e di chiudere lo sportello. La macchina ripartì e tornai finalmente a casa.

-Ah...mi mancava l'aria di casa- sospirai.

Tornai in camera mia e notai con piacere che era stata rimessa a posto e pulita come non era mai stata, così che nel giro di due giorni sarebbe tornata nel mio casino.

-Alessia! Vieni qua in cucina!- mi urlò mia madre.

Arrivai in cucina e mia madre non era già più li, ma sul tavolo c'era la posta, che conteneva una lettera per me.

"Eh? Sarà una cartolina di qualche parente indirizzata a me per non so quale motivo..."
La aprii.

"Per Alessia

Se stai leggendo questo vuol dire che sarai già tornata a casa, dopo ciò che è successo. E ti starai chiedendo da quando sei sveglia perchè non sono lì.
Mi avrai insultato in tutti i modi nella tua mente, pensando che fossi uno stronzo.
E lo sono. Fidati, lo sono.
Leggendo questa lettera te ne renderai conto.
Perchè mentre prendevo questa decisione pensavo a quanto saresti stata male, a quanto mi avresti odiato.
O a quanto ti sarei mancato.
Ti prego, non ti devo mancare. Odiami. Odiami con tutta te stessa, quell'odio che hai contro le persone come me, che io, non so come ne perchè, mi sono risparmiato.
Eh si perchè non meritavo nulla di tutto questo.
Non meritavo vederti con i capelli arruffati e gli occhiali.
Non meritavo di ballare sotto la pioggia con te.
Non meritavo la tua minima attenzione, eppure ho ottenuto tutto l'amore che potevi darmi. E per tutto questo tempo ho provato a fare lo stesso, ma io di amore non ne ho.
Quella non era la vita che mi toccava io, e nemmeno quella che toccava a te.
Io merito solo di restare nei miei casini, da solo, e finirò in problemi, non so come e quando morirò, comunque non deve importarti. Non deve.
Tu ti meriti di essere felice, con qualcuno che ti faccia davvero stare bene, con qualcuno con cui non litighi anche solo per decidere quale thè prendere.
Qualcuno che ti merita davvero. So che c'è, e so che non sono io.
Stando li a guardarti, per tutti quei giorni, in ospedale, mi sono reso conto di tutto ciò.
Che io, per come sono, per cosa voglio, non sono ciò di cui hai bisogno.
E ho preferito farlo così, abbandonarti così, per non farti stare peggio.
Per non farti pensare che la colpa era tua.
Sono uno stronzo. Sono solo questo. Ricordatelo per tutta la vita, non te lo scordare.
Scordati di tutti i nostri momenti, che alla fine erano solo una copertura per i veri problemi che avevamo.
Io d'ora in poi non sono più un tuo problema. E non lo sono mai stato."

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