Mai avrebbe creduto di trovarsi in una camera d'ospedale a vegliare sul guscio senza vita di quello che un tempo era il corpo di Kyoko Taki.
La castana era immobile accando al lettino dove giaceva la donna che si era presa cura di lei negli scorsi 3 anni, con gli occhi sbarrati e il respiro affannoso le era impossibile fare qualsiasi cosa che non sia stata tremare incredula di fronte alla donna,sperando solamente che tutto ciò fosse solo uno scherzo di cattivo gusto.
Quando le avevano detto che far parte dei Cavalieri di Hanoi era come essere in bilico tra vita e morte l'aveva presa alla leggera pensando fosse solamente un esagerazione di come invece la realtà fosse veramente,ma realizzò la verità di quelle parole solamente in quel momento.
Aveva sempre trovato la politica di Revolver ridicola ma finora non se n'era mai preoccupata perché i tre riportavano vittorie su vittorie, aveva imparato a vederli come imbattibili e al solo pensare che un giorno avrebbero potuto perdere le sarebbe scappata una risata, perché era impensabile una loro sconfitta.
La dura realtà dei fatti la colpì senza pieta nell'arco di nemmeno una settimana nel quale due dei tre generali di Hanoi caddero in coma in seguito a una sconfitta.
Una significante sconfitta,a detta di Revolver,tanto che non aveva esitato a trasformare la donna che lo aveva accudito da quando era un bambino in un Another.
Al solo pensiero Meiko strinse il lenzuolo con così tanta forza che sentì le unghie penetrarle il palmo della mano attraverso il tessuto,stava combattendo per non versare lacrime e cercare di recuperare il ritmo del suo respiro ormai irregolare,i suoi polmoni supplicavano aria ma quando cercò di prendere un respiro dalla sua bocca uscì un singhiozzo strozzato e dai suoi occhi caddero le prime lacrime.
Una volta caduta la prima,tutte le altre furono inevitabili, si piegò sul pavimento coprendosi gli occhi rossi e gonfi con la manica della felpa creando così su di essa due grandi piscine, la carne sotto le sue costole fremeva e le guance si tinsero di rosso,mentre la sua mente continuava a creare memorie e scenari che non facevano altro che aumentare le lacrime.
I suoi singhiozzi sembravano quelli di una persona in procinto di annegare, le sembrava che la testa le stesse per esplodere e dalla bocca contorta uscivano solamente versi di dolore, la sua fantasia correva in scene dove Kyoko si sarebbe alzata da quel lettino e l'avrebbe confortata, prendendola tra le sue braccia,lei di risposta avrebbe affondato la testa sulla sua spalla,inspirando quel dolce profumo di cannella alla quale era così tanto abituata e che l'avrebbe calmata in pochi minuti,ma tutto ciò scomparve in una nuvola grigia quando si rese conto che non era possibile e che lei sarebbe rimasta in coma per un periodo di tempo indeterminato.
Allora il suo pianto disperato cresceva così come un desiderio di vendetta nei confronti della persona che aveva ridotto Kyoko in quello stato.Non ricordò di essersi addormentata all'ospedale.
Quantomeno essersi spostata in un altro luogo.
Così era parecchio confusa quando aprì gli occhi e si trovò su un vecchio divanetto in pelle,con una coperta a coprirla e in un posto che evidentemente non era l'ospedale al quale era prima.
Questa confusione durò solamente qualche secondo in quanto riconobbe quasi subito il luogo dove si trovava.
Posò le mani sulla liscia superfice del divanetto e si fece leva con le braccia intorpidite,sbattendo un paio di volte le palpebre che sembravano incollate tra loro a causa delle vecchie lacrime e si guardò subito intorno alla ricerca di Faust.
Non lo vide quindi si alzò e si mise a cercarlo dentro quel capannone abbandonato che ormai usava come base, si aspettò di trovarlo al piano superiore a usare il computer e infatti era così.
Gli andò accanto per vedere che stava facendo ma si affrettò a spegnere il monitor.
Meiko fece un verso di disappunto.
Vide Faust passarsi stanco le mani sulla faccia, sfregandosi i polpastrelli sulle palpebre e stendendosi sullo schienale reclinabile della sedia,girandosi faccia a faccia verso la ragazza.
Lei si strinse nelle spalle.
<Cosa ci facevi di nuovo lì?> rimosse le mani dal volto,guardandola negli occhi aspettando la risposta.
Aveva uno sguardo stanco e poteva notare delle occhiaie sotto gli occhi,erano appena lievi ma sarebbero di certo peggiorate col passare del tempo dato che negli ultimi giorni da quanto aveva intuito non aveva dormito,e non avrebbe avuto l'intenzione di farlo nei giorni a seguire.
Spostò lo sguardo sulla scrivania e notò vari bicchierini monouso di caffè sparsi qua e là insieme a tanti fogli sparsi, potè riconoscere in essi i file di Kyoko, quelli in cui erano scritti tutti gli appunti e i dettagli sul suo virus, quello per trasformare le persone in Another, perché li aveva stampati era un mistero.
Tornò a posare lo sguardo su Faust che stava aspettando una risposta ma riuscì solamente a balbettare qualcosa di inconcreto facendolo sospirare.
Si alzò in piedi e poggiò le mani sulle sue spalle,non interrompendo nemmeno un secondo il contatto visivo, scandendo chiaramente che non voleva che andasse più all'ospedale per far visita a Kyoko.
Meiko spalancò lievemente gli occhi,non rispondendogli nemmeno, glielo aveva detto infinite volte ma lei non lo aveva mai ascoltato.
<E questa volta sono serio,non voglio essere costretto a prendere provvedimenti> detto questo si incamminò verso l'uscita del capannone <vieni che ti riporto a casa>.
Lei lo seguì senza fare storie,era fortunata ad avere delle persone così che si prendevano cura di lei.
Salì in macchina ed era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno che Faust aveva messo in moto l'auto ed era già partito, pensava soprattuto al perché era così deciso nel farle smettere di visitare Kyoko.
Forse perché vederla non le faceva altro che male.
Ogni volta che andava lì ne usciva piangendo, eppure non voleva smettere di andarci,doveva vederla, assicurarsi che stesse bene,per quanto si potesse stare bene in coma.
Si ricordò che quando si è un Another,si hanno incubi terribili, e al solo pensiero che Kyoko potesse soffrire a causa di essi le si stringeva il cuore e si sentiva pizzicare il naso, purtroppo non poteva farci nulla,il programma di rimozione lo aveva Revolver,e non si sa quando lo avrebbe usato.
La sua mente poi slittò ad altro.
In poco tempo la torre di Hanoi si sarebbe arrivata.
Alla torre serviva energia.
L'energia era ricavata dai dati, e i dati si potevano ottenere anche dagli avatar delle persone,anche se facendo così esse non sarebbero più riuscite a tornare nel mondo reale.
Avrebbe duellato la persona responsabile della "morte" di Kyoko, l'avrebbe trasformata in dati e non sarebbe più tornata a vivere.
Una punizione sufficiente.
<Faust...chi aveva duellato contro Vyra?> chiese piatta.
Lui si prese un po' di tempo per rispondere <Blue Angel, perché ti interessa?>
Meiko sorrise.
<Solo curiosità>Angolo della scrittrice:
Date la colpa a SherylSawatari_ se ho pubblicato questo orrore!
*nasconde la faccia con dei cuscini*
Spero vi sia piaciuto.
*scappa,imbarazzata*
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The door to her heart // Yu-Gi-Oh! VRAINS
Fanfic[ho scritto questa storia quando avevo 15 anni vi prego so che è iper cringe non lanciatemi pomodori] "Perché ho dovuto soffrire così tanto?" Soffrendo per solitudine ha indurito il suo cuore, supplicava per ricevere amore, ma era tutto invano, in...