Prologo

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Non ho mai pensato realmente alla morte. Ci sono persone ossessionate da essa, altre spaventate, mentre altre ancora, come me, semplicemente non ci pensano.

Perché sprecare il nostro tempo autocommiserandoci quando potremmo fare grandi cose? Costruirci una famiglia, trovare un lavoro appagante, avere dei figli. O ancora viaggiare per il mondo, trovarsi un hobby, persino idolatrare qualche personaggio, insomma, anche le cose più disparate.

Le cose che ci tengono in vita.

La vita.

Credo sia giusto pensare che sia un dono, fattoci da qualcuno immensamente superiore a noi. Come tale, questo dono, deve essere accettato e vissuto al meglio, al massimo. Ed è quello che ho sempre fatto in 29 anni di vita.

La positività fa parte di me, del mio essere, della mia natura. Mi circondo di persone allegre, spontanee, sorridenti alla vita proprio come me. Come mio marito Richard, come la mia piccola Evelyn. Loro sono le persone più importanti della mia vita.

A volte ringrazio il destino per aver fatto si che loro entrassero nella mia vita, nella mia quotidianità. Altre volte penso che il destino non c'entri proprio niente. È grazie alle mie decisioni,alle mie scelte che adesso mi ritrovo qui dove sono, con i miei due tesori più grandi.

Ecco, se c'è una cosa a cui penso spesso, è proprio questo, il destino.

Siamo noi a crearcelo o è stato già scritto da qualcuno?

Quando accade una catastrofe, quando un aereo precipita, quando una malattia prende il sopravvento, a chi dovremmo dare la colpa? Al destino o alle nostre scelte sbagliate? Il destino è uno dei punti interrogativi che mi pongo più spesso.

Purtroppo, non immaginavo ancora la brutta sorpresa che avrebbe avuto in serbo per me.

50 days to dieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora