Il Pazzo Ingegnere

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L'ispettore percepì il pavimento gelido sotto la schiena prima ancora di rendersi conto di essere vivo. Non riusciva ancora a muoversi e non sapeva da quanto tempo fosse disteso a terra ma, man mano che gli altri sensi tornavano a funzionare, si iniziò a ricordare dove si trovava e il perché era finito lungo disteso. Quel pappagallo si era mosso, ne era certo. E in qualche modo lo stava fissando. Cercò di aprire gli occhi e di abituarli di nuovo alla luce lieve che c'era in negozio. Quando riuscì a mettere a fuoco rimase sbalorditò da ciò che lo stava osservando. Era meno credibile del pappagallo di ferro che si muoveva da solo. Ad aspettare che si svegliasse c'era un viso delicato e sporco di fuliggine, coperto in parte da due occhiali protettivi rotondi con i lati in cuoio. Aveva i capelli neri e lunghi legati in due code alte sulla testa.

- Per tutti i metalli! Sta bene? - La voce confermò quello che già pensava. Era una ragazzina. - Era una bomba paralizzante, devo ancora brevettarla ma a quanto pare funziona. Le chiedo perdono, non era mia intrenzione testarla su di lei. - Il suo tono era sempre più preoccupato – Siete il primo cliente da mesi, spero con tutto il cuore che non si sia offeso tanto da scappare, o addirittura da denunciarmi. - si fermò un secondo per riprendere fiato. Parlava davvero molto veloce. - Scusi, non le ho dato il tempo di dirmi se si sente bene, la prego signore.

All'ispettore girava ancora la testa ma riuscì a mettersi a sedere con qualche difficoltà.

- Si figuri, dovrei chiedere io perdono per aver fatto cadere lo scaffale con le sue cose sopra. Mi ero spaventato perchè credevo di aver visto il pappagallo muoversi e...-

- Bang Bang l'ha spaventata? Gliel'avevo detto a quel pennuto che non doveva fissare i clienti o lo avrei demolito per farne un tavolino da caffè! - A quelle parole l'animale svolazzò ed entrò in officina, scappando alla minaccia.

- Tanto ti prendo. - Rivolse di nuovo l'attenzione all'uomo seduto per terra. - Comunque io sono Kyla, la proprietaria di Meravigliagus, al suo completo servizio. Ciò che lei ha in mente lo renderò reale! - si era alzata in piedi e aveva tolto gli occhiali appoggiandoli sopra la testa. Aveva un viso giovane, non poteva avere più di vent'anni, con gli occhi chiarissimi, sul verde, che contrastavano sia con i capelli neri che con lo sporco di fuliggine e di olio sul viso. Era vestita da uomo, con pantaloni larghi marroni e una camicia bianca, sporchi quasi quanto il viso. Le mani, che aveva cercato di pulire prima di accoglierlo, avevano tracce di bruciature e di vecchie ferite che facevano compagnia a quelle più recenti e fasciate.

- Lei è... la immaginavo, ecco... diversa. - Kyla si mise a ridere.

- Lo so, molte delle voci che girano le ho messe io in bocca alle pettegole della chiesa, è il modo migliore per far girare le notizie. Molto più efficacie dei giornali. - Gli fece l'occhiolino.

- Molto astuta. - Era visibilmente sorpreso. - Così facendo nessuno si sarebbe avvicinato al negozio con cattive intenzioni. Ma non ha perso anche molti possibili clienti?

- Non ho mai detto che il piano era perfetto. - Si grattò la testa sorridendo.

- Comunque almeno lei è entrato, quindi mi permetta di chiederle cosa l'ha portata a Meravigliagus.

- Sono l'ispettore Quertyn, della polizia di Cartcaster, a qualche miglio da qui. - Aveva ripreso il contegno ufficiale, ora che aveva visto di non dover temere nulla. - Le do il tempo di preparare alcune delle sue cose e seguirmi, se le è possibile. É richiesta in centrale con urgenza.

Quertyn decire di viaggiare di notte, così la mattina dopo entrarono con la carrozza in città. Era simile alla sua ma Kyla sembrò rapita da ogni dettaglio che riusciva a scorgere dal finestrino. Il panificio era uno delle poche attività già aperte e la fragranza di pane fresco diede sollievo dopo ore ed ore di tanfo di fumo in città e sterco in campagna. Le strade erano gremite di gente nonostante il sole fosse sorto da poco, tutti pronti a iniziare una giornata sempre uguale e differente a quelle precedenti. La stazione di polizia non distava molto dall'entrata in paese così la ragazza non ebbe il tempo di vedere molto quella cittadina, più piccola della sua ma affascinante per chi non era mai uscito più di un paio di miglia da dove era nato. La carrozza si fermò davanti ad un edificio molto alto, di circa 5 piani, con finestre quadrate, essenziali e senza fronzoli. I muri erano di un giallo rovinato dal tempo e dall'inquinamento delle fabbriche e delle nuove carrozze a motore che, fortunatamente, ancora pochi potevano permettersi. Entrarono da un portone ampio di vetro e subito vennero accolti con preoccupazione e sollievo al tempo stesso.

- Ispettore! Lo abbiamo aperto! C'era uno strano biglietto, lo deve vedere subito. Il detective Monroe crede che lei sia in pericolo e... - Vedendo la ragazza vestita da uomo non osò continuare con i dettagli. Guardò il suo superiore con mille domande negli occhi, aspettando però che fosse lui a decidere se presentarli. Con estrema calma e studiando ogni parola indicò la ragazza.

- Lei è Kyla, il miglior ingegnere della nazione. Credo che possa aiutarci con il nostro problema. L'ho scortata fin qui da Vivensville. Ho visto di cosa è capace nel suo negozio, sono sicuro che sappia con che cosa abbiamo a che fare.

La porta in fondo alla sala si spalancò facendo entrare un uomo alto, piuttosto imponente e con la barba di qualche giorno addosso che gli diede un'aria ancora più crudele, insieme all'espressione deformata dalla rabbia. Si fermò davanti ai nuovi arrivati e puntò il dito verso Kyla.

- Arrestatela, ora!


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