L'impresa impossibile

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La strada per l'obitorio la percorsero in completo silenzio. Ognuno di loro era troppo preso dalla possibile scena che li stava attendendo, senza riuscire davvero a immaginarsela. A tutti, nel piccolo gruppo che si era formato, era capitato di vedere almeno un cadavere ma se persino il medico era sconvolto di certo doveva essere una cosa fuori dal comune. Kyla continuava a guardare di sottecchi l'anatomopatologo che ancora teneva in mano la chiave imbrattata di sangue scuro non ancora rappreso. Camminava piano, quasi non volesse tornare all'obitorio tanto in fretta. Davanti al portone infatti si bloccò e fece un paio di respiri profondi, poi con una spallata aprì la porta e si diresse verso la stanza delle autopsie. Nel corridoio due assistenti erano chini sui secchi di metallo e con la pelle verdognola. Avvicinandosi ad uno dei giovani Demetra ebbe i brividi sentendolo sussurrare sgomento "c'è un mostro in questa città, un mostro, un mostro...". Aprendo l'ultima porta una zaffata di puzzo investì le narici dei visitatori. Il primo ad entrare fu Monroe ma si bloccò dopo il primo passo, impedendo agli altri di vedere il corpo sul tavolo autoptico. Strinse i pugni e una lacrima scese nel suo viso.

- Detective, cosa sta...- La voce di Demetra si spense con un gemito e distolse immediatamente lo sguardo dalla vittima, appoggiandosi allo stipite per non cadere.

Il corpo era minuscolo. I pochi capelli rimasti erano lunghi e biondi e sul viso era rimasta l'impressione che doveva aver avuto durante tutte le torture subite. Gli occhi vitrei esprimevano ancora dolore e paura. Sulle braccia corte erano stati rimossi lembi di pelle dai bordi irregolari e il sangue rappreso ai bordi indicavano che fosse stato fatto mentre era ancora in vita. Il piccolo torace era completamente aperto senza la precisione chirurgica tipica del medico faceva capire che il corpo era stato trovato già in quelle condizioni. La bambina avrà avuto sette anni. Non era giusto. Come poteva essere capitata nel mirino di quel pazzo sadico? Perchè proprio lei?

Molte domande vorticavano nella testa del detective eppure sapeva che la risposta era chiara. Sapeva chi voleva colpire con questa morte il "Trovatore".

- Non ha nessun senso! È una bambina così piccola! - Kyla era riuscita a passare oltre Monroe e ora era furiosa. Probabilmente l'unico modo per non soccombere alla disperazione per lei era sfogarsi in altro modo. - Non può avergli fatto niente di male! Era un esserino innocente.

- Non stiamo parlando di un giustiziere, ma di un killer. Non è detto che le vittime abbiano sempre un senso.

- Invece ce l'ha. Sa troppe cose e vuole dimostrarcelo, credo che nulla sia lasciato al caso con un criminale di questo genere. - guardarono Monroe per avere conferma ma lui fece un'altra domanda.

- Sapete chi era e quanti anni aveva?

- La figlia di un macellaio molto conosciuto. Cantava nel coro della chiesa. Aveva otto anni compiuti da poco.

- Da due mesi. - tutti si voltarono ad osservare il detective strabuzzando gli occhi.

- Avevate ragione. Ogni morte ha un significato. Ma per noi, non per lui. Vuole sfidarci, per qualche motivo ci ha presi di mira e non si fermerà se non lo troveremo. - fece una pausa per osservare i presenti. Decise di accantonare la sua indole sospettosa per questa volta: aveva bisogno di una squadra. - Troviamo questo bastardo.

La chiave che trovarono fu pulita scoprendo delle incisioni sul dorso senza però riuscire a capire cosa rappresentavano. Ma sembrava non avere importanza di fronte alla delusione che provavano vedendo che non combaciava con la loro serratura. Si trovavano a casa di Robert, un piccolo appartamento tra il municipio e la biblioteca. La scelta del quartier generale fu veloce. Kyla viveva in un'altra città; Monroe ancora non si fidava abbastanza da farli entrare in casa sua; Demetra non si sentiva al sicuro nei suoi alloggi visto che il pacco le è stato consegnato proprio nella sua dimora. Fortunatamente il giovane agente era stato più che felice di ospitarli. Per contrastare l'umore tetro che si era creato dopo la visita all'obitorio lui stava cercando di sorridere, di fare l'occhiolino all'ingegnere oppure si ofriva di cucinare qualcosa. Il detective era troppo immerso nei suoi ricordi per apprezzare questa sua forza, ma Demetra ebbe un moto di ammirazione per quel ragazzino che non voleva cedere e ne ebbe compassione visto che il suo eroe non se ne curava.

- A volte gli uomini sono ottusi. - Non si stav rivolgendo a nessuno in particolare ma Kyla fu l'unica a sentirla e sorrise.

- Quando hanno un tarlo in testa per loro esiste solo quello. Certo, in questo caso non posso biasimarlo. Ma non riuscirebbero mai a fare il mio lavoro. Per loro è impossibile pensare fuori dagli schemi. - il sorriso le si paralizzò. - Monroe! Dammi il biglietto! - Con movimenti frenetici, leggendo l'urgenza nella sua voce; cercarono nelle tasche il foglio con la vecchia ballata scozzese e lo porsero all'ingegnere. - Non parla d'amore. L'hai detto anche te che ci vuole sfidare. Ogni strofa è una sfida impossibile da superare per avere ciò che si vuole. Non bisogna prenderle letteralmente, ma interpretarle!

- Ha ragione, era una tradizione di alcune tribù celtiche. Il futuro marito doveva svolgere dei compiti formulati in questo modo per dimostrarsi degno di chiedere la mano della donna che amava. Ma più le leggo meno so come si potrebbero esaudire.

- Non so come risolvere l'enigma, ma so qual è il posto più adatto a questo tipo di richieste. - Guardò i suoi compagni con una luce nuova negli occhi. - Dovete venire con me nel mio mondo. - l'entusiasmo le fece per qualche istante dimenticare la situazione terribile in cui si trovavano. - La risposta è da Meravigliagus.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 18, 2018 ⏰

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