Errore

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|》make it rain Ed Sheeran (ascolta mentre leggi)

Aspetto il pullman, nel frattempo accedo una canna in un angolino nascosto.
Occhi rosso sangue. Le mani che tremano. Le lacrime scendono. Non riesco a pensare.
Finisco la canna giusto in tempo per prendere il pullman, gli ultimi tiri sono stati i più lunghi e veloci.
Entro nel pullman. Nessuno si vuole sedere vicino a me. Inizio a parlare da sola.
"C...cos' ho di male...n..nessuno si vuole avvicinare a me..."
Tutti girano lo sguardo.
Il mondo fa schifo, tutti si sentono migliori, si sentono in dovere di giudicare, ma chi sono loro? Dove sta scritto che un sobrio è migliore di un alcolizzato, dove sta scritto che un drogato è migliore di una persona che non si droga, che uno che un bianco è migliore di un nero, che una persona etero è migliore di un omosessuale o trans, che un ricco è migliore di un povero. La normalità è soggettiva. Le persone sono soggettive. Siamo persone, siamo diverse, prima di giudicare dovremo chiederci il perché delle cose, perché loro sono così.
Il giudizio è la peggior arma dell'uomo.
Mentre penso a ciò, arrivo a destinazione.
Scendo dal pullman e mi incammino verso casa sua ascoltando Ed Sheeran.
Una volta camminavo su questa stada con lei, mano nella mano.
Vicino casa sua c'è un vecchio ristorante ormai abbandonato una volta andammo lì, c'era una sala enorme, con un palco.
"Ci sposeremo qui" le dissi
"Ma è tutto rovinato" mi rispose
"Lo sistemerò"
Rise.
"Vieni qui" le dissi ridendo
"Cosa vuoi fare?"
"Signorina Tessa posso avere l'onore di ballare con lei"
"Certo" sorrise
Le baciai la mano e la strinsi molto a me, le feci fare una giravolta su lei stessa e la baciai. Ci baciammo per molto. Scesi con le mani e le sbottonai i pantaloni, mi fermò dicendo che "era troppo poco igienico", era fissatissima su queste cose. Non lo facevamo se non avevo le mani appena lavate.
I nostri ricordi mi distruggono.
Arrivo fuori casa sua, penso che la mamma non ci sia, meglio.
Busso la porta.
Apre.
"Si chiede prima chi è"
Non risponde, ha la faccia stupita.
Inizia a piovere e sono fuori la porta.
"Entra ti bagnerai" mi dice.
"Non mi interessa, tempo fa sotto questa pioggia avremmo ballato"
"Ni..." la interrompo
"No è inutile che fai questa faccia, è inutile che ripeti il mio nome. Ora parlo io.
Tu non sai niente, niente di cosa sto passando, di quello che provo, di me, non sai niente. Niente più. Non sai che non dormo e che sogno di non svegliarmi più, non sai che sento il tuo profumo ovunque vado, che cerco le tue mani mentre cammino, il tuo corpo mentre dormo, la tua voce mentre ascolto la musica. È cambiato tutto da quando non ci sei più"
Mi accorgo che sto piangendo, non so nemmeno quando ho iniziato.
"Niki sono passati mesi"
"Possono passare anche anni, io so che ti amo e sembra banale a questa età, ma è così. Ti amo, ti amerò sempre. E si non ho un briciolo di dignità, di orgoglio ma non mi interessa, per me questi due fattori fanno solo allontanare le persone, le separano."
"Cosa posso fare?" Inizia a piangere.
Mi avvicino a lei, la prendo per i fianchi.
"Baciami"
"Non posso"
"Tessa baciami"
Mi avvicino sempre di più
"Sono impegnata"
"Non mi interessa, io e te ci apparteniamo e lo sai"
"Lo so"
Arrivo quasi alle labbra, sento il suo respiro.
"Ho detto di no"
Si allontana di scatto.
Cambio sguardo. Mi sento più fredda.
"Mi dispiace" mi dice
"Non capisci"
Stringo i pugni, alzo la voce.
"Non capisci niente"
"Niki calmati"
"Sei tutto ciò che voglio. Sei tutto ciò che ho" alzo ancora di più il tono
"Smettila"
"No, mi fai schifo, mi fate schifo tu e lui, l'idea che state insieme, che l'avete fatto dove l'abbiamo fatto noi, mi fa schifo tutto"
"Niki ti sentirai male se continui così"
"Non te ne fotte se sto male o bene"
"Mi è sempre interessato"
"Menti"
"Non mento"
"Ti odio, odio tutto quello che è collegato a te, mi stai uccidendo stronza, è tutta colpa tua, tutta, odio me per quello che provo"
Mi avvicino a lei bruscamente
"Mi stai facendo paura"
Mi accorgo che ha lo sguardo triste e spaventato, sono un mostro.
"Scu...scusa"
Mi giro e corro via
"Niki fermati!" Mi urla.

Io e TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora