Dante ~ primo incontro

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Avevo nove anni la prima volta che incontrai Dante.
Fu durante la festa di compleanno di Gemma, per la quale furono invitati molti bambini delle classi più abbienti.
Io indossavo un vestito rosso, che in seguito il Sommo Poeta avrebbe detto che era il colore dell'amore.
Ma non posso neanche vestirmi di un colore che tu devi simbolicamente associarlo a qualcosa?! Sono per caso un quadro?!
Comunque, durante le feste in generale dovevo, anzi dovevamo, tutte noi, vestirci dei nostri vestiti buoni e dare l'impressione di essere delle brave bambine.
Tanto alla fine qualche scherzo riuscivo a farlo, cosa credevate?
Incontrai Dante quella mattina e me lo presentò mia madre.
"Bice cara, vorrei presentarti Durante, detto Dante, figlio di Alighiero di Bellincione".
Io alzai lo sguardo dalla bambola con la quale stavo giocando.
Davanti a me vi era un bambino della mia stessa età: capelli castani a caschetto che arrivavano fino alle orecchie, due pensierosi occhi color nocciola e un naso che all'epoca non avrei mai pensato sarebbe diventato una poiana.
"Piacere, io sono Beatrice, figlia di Folco Portinari". Feci un elegante inchino sollevando due lati della gonna.
Lui non parlava.
È timido?
Dopo poco però Dante accennò qualche parola.
"P-piacere m-madamigella....".
E velocemente si inchinò a baciarmi la mano.
Nessuno di noi due disse niente.
È un po' imbarazzante......
Mia madre dovette aver notato com'era la situazione, perciò riprese con sé il piccolo Dante.
"Venite giovanotto, volete andare dai maschietti vero?....".
Si allontanarono.
Era strano quel Dante.
Nella mia mente di bambina parve proprio così.
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Lo rincontrai poi quel pomeriggio.
Stava in giardino, sotto una quercia, seduto a vedere il mondo in modo enigmatico.
Cosa starà facendo?
Io, che ero uscita per prendere una boccata d'aria, mi avvicinai a lui.
"Cosa fate?".
Quando mi vide sussultò un secondo: era talmente perso nei suoi pensieri che non si era accorto che gli ero accanto?
Quanto è pensieroso?
A quanto pare doveva esserlo tanto, ma tanto! E ne ebbi la conferma anche negli anni seguenti.
Ripetei la domanda: "cosa fate?".
Silenzio.
Mi guardava con quelle sue iridi nocciola misteriose.
Poi finalmente delle parole uscirono dalla sua bocca.
"G-guardavo la natura".
Perché balbettava? Era così timido?
O forse faceva così solo quando era in mia presenza?
"Vi piace la natura? Anche a me sapete! Quando andiamo nella nostra villa di campagna adoro stare fuori ad osservarla!".
Ancora silenzio.
Dante alzò il capo e si mise ad osservare le fronde verdi mosse da un lieve venticello.
"Per voi il Paradiso com'è fatto?".
Già a nove anni pensava a queste cose? Cavoli era precoce il Sommo Poeta!
"Non lo so". Ridacchiai. "Non ci sono ancora stata!".
Lui sorrise: il primo ed unico sorriso che gli vidi fare in quella giornata.
Scese ancora il silenzio.
Non è di molte parole....
Decisamente non lo era e non lo sarebbe mai stato, ma sulla pergamena creava un mondo.
"Siete molto bella Beatrice". Disse infine.
"Grazie". Gli sorrisi.
Dante divenne rosso in volto più del mio vestito.
Si staccò qualcosa dal collo. Era una collana.
Una collana con un cristallo rosso, forse un rubino, ed attaccati una piuma bianca.
Era molto bella.
"Questa ve la regalo. Così ogni volta che andrete in campagna potrete ricordarvi quando è bella la natura e che piace anche a me"
E di questo incontro. Avrei voluto aggiungere, ma non mi sembrò appropriato.
"Grazie". Dissi mentre me la metteva nel palmo.
Si alzò. "Scusate, devo andare".
E ritornò dentro.
Io rimasi lì, sotto quella quercia, con una collana in mano e tanti pensieri nel cuore.
Non avrei mai immaginato che quel bambino timidissimo mi avrebbe reso immortale nella poesia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2018 ⏰

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Il diario segreto di Beatrice PortinariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora