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Il viaggio è stato abbastanza breve anche se in completo silenzio.
Dopo aver svoltato a destra su una stradina di ciottoli immersa nel verde la vedo; la mia amata residenza al mare, qui da bambina potevo sparire per giorni tra le tante stanze, il giardino immenso, le due piscine (una all'esterno fornita di lettini e una all'interno che a parere mio era identica a quelle comunali ma mio padre lo ha sempre negato anche se c'erano le docce, gli spogliatoi e i bagni tutti uguali sia per gli uomini che per le donne), i miei genitori si accorgevano che non ero con loro quando tornavano in citta e quindi restavo lì finche non era proprio necessario che tornassi, ciò stava a significare che restavo più o meno un mese sola con i domestici....e la cosa mi piaceva da matti!
Arrivati d'inanzi all'imponente cancello ci fermiamo e scendo  dall'auto, mi avvicino al centro del cancello dove c'è il display, vi appoggio la mano sinistra e una volta ultimato lo scanner il cancello si apre a si sente la voce elettronica dire "Ben tornata signorina Iridessa". Mi incammino verso il portone in legno scuro con gli intarsi floreali, la serratura e il pomello dorati. Mi volto verso l'auto e guardandola mi chiedo se sia meglio mettermi a correre verso la porta d'ingresso (sperando che Ulrich non arrivi prima di me bloccandomi) o se tornare a sedermi sui sedili posteriori dell'auto, mentre sono ancora assorta nei miei pensieri sento il cellulare vibrare, lo estraggo dalla borsetta e lo porto all'orecchio "Non ci pensare neanche e sali in macchina" questo è stato tutto ciò che ha detto Ulrich prima di interrompere la chiamata e così ho fatto dal momento che se scegliessi di correre sicuramente inciamperei nei sassi e lui avrebbe la vita facile riuscendo a prendermi e a farmi chissà cosa......e non è che mi vada molto a genio.
Dopo essere salita in macchina e aver aspettato che la macchina si posizioni d'inanzi alla porta d'ingresso un domestico mi apre la portiera dell'auto e così scendo, vado verso la tenuta osservando con nostalgia il paesaggio, consapevole che potrebbe essere la mia ultima visita.
Il portone d'ingresso si apre lasciando che lo sguardo abbia libero accesso alle imponenti scale che si diramano in cima, conducento alla zona notte; cammino specchiandomi sul lucente marmo del pavimento in direzione della cucina openspace in legno scuro con ripiani in marmo che richiamano il pavimento, osservo il grande tavolo scuro con un cesto di frutta fresca al centro...sembra che in tanti anni non sia cambiato nulla.

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