"Valentina Morgestern, benvenuta ad Asgard. Ci dispiace per la tua perdita, ma da oggi la tua nuova casa è qui, e vivrai insieme alla famiglia reale come richiesto da Odino, Padre degli Dei e nostro re in persona".
Queste furono le parole con cui la ragazzina fu accolta nell'immenso palazzo reale da un cortigiano, e i suoi occhi verdi erano spaesati e sconvolti: non poteva immaginare che il luogo che aveva popolato i suoi sogni e le sue fantasie per tanti anni potesse essere così simile a come lo immaginava: immenso, grandioso, splendente di oro e ricchezza.
Purtroppo non le era stato detto molto su Asgard, perchè sua zia non è mai riuscita a raccontarle più di quanto non sapesse da sua sorella a riguardo, però dato che le aveva insegnato a fare della fantasia la sua arma più potente, questo le era bastato a farle immaginare qualsiasi cosa nella sua mente, eh già, sua zia era stata come una madre per lei, e ora che non c'era più la luce del volto della giovane ragazza era spenta come i carboni di un falò che al mattino si sgretolano nel vento.
Valentina in quel palazzo così immenso si sentiva completamente inadatta e spaesata, così diversa dalle persone che le passavano accanto senza notare il suo volto stremato. In quel preciso istante la nostalgia diventò il sentimento dominante del suo cuore, cristallizzato nelle cavità della sua anima. Le mancava la sua casa, sua zia, la sua Terra. Il battito accelerava, il cuore pompava forte, sollecitato dal veleno del dolore: era smarrita, una piccola ragazzina smarrita in un mondo troppo grande per lei: sentiva che non sarebbe mai appartenuta a quel pianeta d'oro fin dal primo momento che ci era arrivata, ma allo stesso tempo ne era dannatamente affascinata.Dopo pochi minuti dal suo arrivo a palazzo venne condotta da due ancelle, vestite in maniera alquanto bizzarra a parere di Valentina, lungo immensi corridoi d'oro in una stanza con un letto, una specchiera e un armadio giganti e sfarzosi. L'armadio la colpì più di tutto: c'erano così tanti vestiti e scarpe lì dentro che ci si sarebbe potuta vestire per dieci anni con un abito diverso ogni giorno. Se non fosse stata così scossa sarebbe stata molto contenta di trovarsi in un posto così bello. Le ancelle la avvertirono del suo prossimo incontro con Odino, il Re di Asgard, e cominciarono a prepararla: le spazzolarono i lunghi capelli castani identici a quelli di sua madre e li acconciarono in una pettinatura tradizionale asgardiana molto semplice, che consisteva nell'intrecciare le due ciocche di capelli laterali dietro la testa. Le porsero un vestito e glielo fecero indossare. Sembrava una giovane principessa appena uscita da una favola. Il vestito verde acqua che scuriva andando verso il basso era fissato sulle spalle da due spille e le scendeva sul corpo in maniera aggraziata, una fascia dorata le cingeva i fianchi e due sandali leggerissimi di cuoio le circondavano le caviglie: era pronta, per così dire, per il suo colloquio con il Padre degli Dei.
Entrata nella sala del trono, Valentina potè ammirare il massimo dello sfarzo di Asgard: una dozzina di file di colonne separavano l'entrata dal trono lasciando al loro centro un enorme corridoio di puro marmo. Il trono era immenso: una sedia reale completamente d'oro alta tre metri era adagiata su una decina di gradini candidi, e si trovava tra due statue gigantesche. Sul trono sedeva maestoso Odino, il Padre degli Dei, con il suo scettro stretto in pugno che la scrutava con il suo unico occhio ancora sano, mentre l'altro era coperto da una benda dorata. Quando Valentina giunse di fronte al trono di Asgard, i suoi occhi erano impressionati dalla figura imponente che aveva di fronte a sè, ma non intimoriti: aveva deciso che se avesse voluto farcela avrebbe dovuto essere coraggiosa. Fece un leggero inchino e Odino cominciò a parlare: "Sapevo che un giorno ti avrei incontrata, Figlia di Morgestern, Principessa di Midgard. Tuo padre Alexander, oltre che mio fedele guerriero era anche un mio caro amico e sono felice di ospitare te, figlia sua e della regina Morgana, nella mia casa e nel mio Regno" Valentina rimase un attimo confusa, non riusciva bene a capire tutte quelle strane parole che pronunciava il Padre degli Dèi: Midgard? Principessa? Cosa voleva dire? "N-non capisco" Dalla sua faccia confusa Odino capì che la sua interlocutrice non aveva ben chiare le sue parole e le spiegò meglio: "Mia cara, tua madre è stata una delle più grandi sovrane che Midgard, ossia la Terra, e che tutti i Nove Regni abbiano mai visto, nonchè Strega Suprema, e in quanto sua unica figlia tu sei la sua legittima erede al trono! ma sfortunatamente da quando Morgana è morta, il Regno di Midgard è caduto e si sono formati tanti stati autonomi, quindi il tuo titolo non ti costerà obblighi ufficiali ma è semplicemente fine a se stesso; invece per quanto riguarda tuo padre, nominai Alexander Messaggero ufficiale di Asgard e consigliere onorario del Re perchè mi fidavo ciecamente di lui, e prima della sua morte, quando mi ha detto che saresti nata tu, mi ha fatto promettere che ti avrei accolta come una figlia se ne avessi avuto bisogno, e ora che è arrivato il momento del bisogno terrò fede alla mia promessa". A quelle parole Valentina rimase profondamente colpita, non solo per le straordinarie rivelazioni sui suoi genitori, ma soprattutto perchè venne a sapere che le volevano veramente bene anche prima della sua nascita.
Alla fine di quel discorso comparve Frigga, la bellissima regina di Asgard. Era vestita di azzurro e aveva una spada dorata al fianco: una perfetta regina guerriera. Salutò la giovane ragazza con poche parole ma con tanto affetto, proprio come avrebbe fatto la madre che non aveva mai avuto, infatti in lei trovò fin da subito una figura materna di cui potersi fidare. Frigga accennò ai suoi due figli che più o meno avevano la stessa età di Valentina e le disse che se voleva poteva presentarglieli: Valentina, non sapendo cosa la aspettava, accettò con piacere.
STAI LEGGENDO
La Principessa Mezzosangue
FanfictionValentina, metà terrestre e metà asgardiana si trova da sola in un mondo a cui non appartiene e, mettendo da parte il dolore, è costretta ad affrontare sfide sempre più difficili. Però non è completamente sola, accanto a lei c'è un altro essere spec...