1° capitolo

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THOMAS

Non potevo chiedere di più dalla vita, di ciò che già non mi avesse concesso. Avevo fama e successo; ero ricco e uno dei più affermati avvocati di Los Angeles, dovuto ai sacrifici che avevo fatto. Per raggiungere i miei scopi avevo fatto di tutto, perfino umili lavori per pagarmi gli studi, ma ne era valsa la pena. Inoltre ero molto desiderato dalle donne: infatti quasi tutte le mie dipendenti, mi venivano dietro. Appena mi vedevano si scambiavano, sottovoce, commenti su di me. Non per vantarmi, ma ero davvero un bel ragazzo di 25 anni. Avevo i capelli corti color biondo cenere, occhi azzurri ed un accenno di barba. Ero abbastanza alto e anche atletico. Qualche volta mi capitava di andare in palestra. Attualmente ero single. L'ultima relazione avuta era stata con una mia compagna di studi ai tempi del college: Kate. Eravamo stati insieme per cinque anni, poi qualcosa cambiò: lei pensava solo alla carriera, mentre io volevo un rapporto serio. Da quel momento non avevo più pensato ad avere una donna accanto a me. Se conoscevo qualcuna, ci andavo a letto giusto per il gusto di farlo.

Come tutte le mattine mi alzai molto presto, potevano essere più o meno le 06.00, mi sciacquai la faccia per svegliarmi, indossai la tuta, presi il caffè ed andai a fare una corsetta uscendo con il mio cane. Avevo un appartamento non troppo grande, che mi consentiva di tenere il mio fedelissimo amico a quattro zampe, Jake. Era un pastore tedesco. Lo chiamai fischiando e subito uscì dalla mia camera. Gli misi il guinzaglio e uscimmo di casa. Iniziai prima a camminare normalmente, affinché Jake potesse fare i suoi bisogni, poi mi misi a correre. Arrivammo al parco, dove ero solito portare Jake, e ci fermammo a una panchina per riposarci un po'. Mi guardai intorno e notai che c'era tantissima gente. All'improvviso i miei occhi si fermarono ad osservare una persona: era la ragazza più bella che avessi mai visto in vita mia. Capelli non troppo lunghi, corporatura normale, curve al punto giusto proprio come piaceva a me. Indossava anche lei una tuta ed era in compagnia di un cane, la stessa razza di Jake. Poi il suo cane si allontanò e lei lo richiamò, dandomi modo di sentire la sua voce.
«Nessie, qui bella... »
Il cane le andò incontro, le si buttò addosso, facendola cadere, e le leccò la faccia. Lei rise felice. La ragazza si voltò verso di me, e mi sorrise. Involontariamente ricambiai il sorriso. Distolsi lo sguardo per controllare l'ora, e mi accorsi che dovevo correre in ufficio, quando alzai gli occhi la ragazza non c'era più, così tornai a casa.

JENNIFER

Dopo aver portato a termine gli studi ed essermi laureata in Giurisprudenza, trovai impiego presso lo studio associato "Mr Brown & Sons".
Appena sentii suonare la sveglia, verso le sette circa, mi alzai. Presi un paio di mutande e un reggiseno ed entrai in bagno per fare la doccia. Una volta finito asciugai i capelli, lasciandoli leggermente mossi alle punte, indossai il tailleur, presi le chiavi della macchina ed uscii di casa. In meno di venti minuti raggiunsi lo studio. Entrai nell'edificio e mi diressi verso l'ascensore.
«Jenny!!!!!!!», mi sentii chiamare. Mi voltai e vidi la mia collega Rachel venire verso di me. Rachel aveva la mia stessa età; capelli castani lunghi fino alle spalle; occhi marroni ed era sempre sorridente.
«Buongiorno Rachel», la salutai appena mi raggiunse.
«Come stai? Pronta per iniziare un'altra giornata lavorativa? »
«Io sto bene. Sono carica al massimo!», le risposi.
Appena le porte dell'ascensore si aprirono, entrammo al loro interno e premetti il tasto del quarto piano dove si trovava lo studio. Arrivate a destinazione, salutammo i nostri colleghi ed ognuna prese posto alla propria postazione. Dopo qualche minuto, arrivò anche il nostro datore di lavoro. Per tutta la mattinata io e Rachel lavorammo al computer, archiviando tutti i documenti dell'Avvocato Brown. Ero talmente concentrata su quello che stavo facendo, che non mi accorsi che la spia dell interfono si era illuminato.
«Ehi Jenny, l'Avvocato ti sta chiamando», disse indicandomi la spia. Immediatamente alzai la cornetta.
«Pronto Avvocato, come posso aiutarla?»
«Jennifer potresti venire un attimo nel mio studio?»
«Certamente Avvocato», riagganciai e mi diressi nello studio dell'Avvocato. Una volta entrata, mi sedetti ed aspettai che l'avvocato mi dicesse di cosa aveva bisogno.
«Jennifer da quanto lavori per me?», domandò.
«Da circa sei mesi», risposi.
«Stavo controllando la documentazione e pensavo di darti una promozione...», disse sorridendo. Non me l'aspettavo proprio. Ero senza parole. Vidi l'Avvocato alzarsi ed appoggiarsi alla sua scrivania davanti a me.
«Ovviamente chiedo qualcosa in cambio», disse rivolgendomi un sorriso un po' ambiguo. Non riuscivo a capire cosa intendesse dire.
«Non riesco a capire cosa intende, Avvocato», dissi guardandolo stupita.
«Credo sia chiaro cosa intendo. In cambio della promozione, dovrai darmi qualcosa», disse continuando a guardarmi in modo ambiguo.
«Cosa vuole da me?», domandai iniziando a preoccuparmi.
«Se vuoi avere la promozione, dovrai venire a letto con me? Mi sembra uno "scambio" equo», disse spavaldo.
Ero davvero shockata dalle sue parole. Non me l'aspettavo proprio.
«È da quando ti ho assunta che non faccio altro che pensare a te in tutti i modi possibili. Ti penso nuda nel mio letto mentre ti contorci dal piacere», disse iniziando a sporgersi leggermente verso di me. Appoggiò una sua mano sulla mia gamba. Cercando di non offenderlo, spostai la sua mano.
«Mi spiace Avvocato, non so quale idea si è fatto di me, ma non sono quel tipo di persona. Io amo il mio lavoro»
«Suvvia Jennifer. So benissimo come sei fatta», disse avvicinandosi ancor di più a me e sorridendomi spavaldo.
«Le ripeto Avvocato. Non sono quel tipo di persona. Non verrò mai a letto con lei! Preferisco continuare a svolgere il mio attuale lavoro»
«Non c'è bisogno che mi rispondi subito. Ti concedo tutto il tempo necessario per rifletterci su»
«Non ho bisogno di tempo per pensarci. Ho già preso la mia decisione», dissi determinata.
«Mi stai dicendo che rifiuti?»
Annuii.
«Sai cosa vuol dire questo?! Che sarò costretto a licenziarti», disse pensando di intimorirmi e di farmi cambiare idea.
Mi alzai in piedi.
«Non sarà necessario. Mi licenzio io! Domani le presenterò le mie dimissioni per iscritto», dissi e notai la sorpresa sul suo viso.
Mi diressi verso la porta e, prima che uscissi, sentii dire dall'Avvocato:
«Stai commettendo un grosso sbaglio. Te ne pentirai!»
«Non sono mai stata più convinta della mia decisione come lo sono in questo momento. La ringrazio per l'opportunità che mi ha dato in questi mesi»
Una volta fuori dal suo studio, mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo. Per un momento avevo temuto una reazione violenta da parte dell'Avvocato.
«Jenny cosa è successo? Cosa voleva l'Avvocato da te?», domandò preoccupata Rachel venendo verso di me.
«Voleva farmi una proposta che ho rifiutato», mi limitai a rispondere.
«Perché l'hai rifiutata? Cosa ti ha proposto?», domandò ancora.
Non le risposi. Mi diressi alla mia scrivania ed iniziai a raccogliere le mie cose.
«Cosa stai facendo? Perché stai prendendo le tue cose?», domandò sorpresa.
«Me ne vado!», risposi senza troppe spiegazioni.
Una volta preso tutto il necessario, me ne andai via. Il giorno dopo, come promesso, presentai le mie dimissioni.
Raccontai tutto l'accaduto ai miei, i quali furono d'accordo con la mia decisione. Mi misi subito alla ricerca di altre opportunità di lavoro, ma non trovai niente, fino a quando non decisi di trasferirmi da Chicago, città dove vivevo con i miei, a Los Angeles. All'inizio i miei erano un po' preoccupati del fatto che andassi a vivere in una città nuova, raggiungibile solo via aereo, e soprattutto senza di loro. Con l'aiuto di mio fratello, che lavorava a Malibu, riuscii a rassicurarli. A Los Angeles non sarei stata comunque sola, infatti lì viveva la mia migliore amica Arianne, che chiamavo Ary, che per un po' di tempo mi avrebbe ospitata a casa sua. Lei gestiva una piccola libreria, e ogni tanto le davo una mano anch'io. Durante le pause mi collegavo ad internet in cerca di offerte di lavoro adatto a quello che avevo studiato.
Un giorno Ary mi disse che a fianco alla libreria c'era un piccolo appartamento in affitto. Andai subito a vederlo e in poco tempo l'appartamento fu mio. Era molto accogliente: aveva un piccolo salotto, una cucina molto spaziosa, una stanza da letto con bagno e un altro bagno di servizio; inoltre c'era un giardino molto carino. Mi ci trasferii subito. Sia Ary sia il suo ragazzo Alex, mi aiutarono con il trasloco. Per tenermi compagnia, dopo qualche tempo, presi una cagnolina: era un cucciolo di pastore tedesco, che chiamai Nessie.

Come ogni mattina mi alzai presto, indossai la tuta ed uscii insieme alla mia Nessie, che ormai aveva un anno. Andammo al parco e giocai felice con lei.
«Nessie, qui bella... », la richiamai. Lei corse verso di me e mi saltò addosso facendomi perdere l'equilibrio. Caddi a terra e lei ne approfittò per leccarmi la faccia. Risi felice e divertita. Mentre giocavo con Nessie, mi voltai e notai un ragazzo che mi stava osservando, gli sorrisi istintivamente. Lui ricambiò e poi distolse lo sguardo. Misi il guinzaglio a Nessie e tornai a casa per aiutare Ary.
I giorni passarono e ancora non avevo trovato nulla che facesse al caso mio, ma ero testarda e prima o poi lo avrei sicuramente trovato.

*Nota autrice*
Salve lettore/lettrici.
É da un po' che non ci sentiamo e che non posto una mia storia. Come state? Io sto bene.
Prima di tutto volevo farvi i miei sinceri auguri di buona anno nuovo, anche se con qualche giorno di ritardo.

Quella che vi presento é la mia nuova storia. Spero che sia di vostro gradimento anch'essa. Come sempre lasciate una stellina e ditemi come vi sembra.

Voglio fare un ringraziamento particolare alla mia amica Greta_SweetLuna per aver realizzato la foto copertina della storia.
Detto questo vi saluto.

Baci, la vostra Anna 😘😘😘😘

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