THOMAS
Come mi era stato chiesto, dopo il lavoro non tornai a casa. Jennifer era decisamente arrabbiata con me. Non avevo nessuna colpa ma decisi, comunque, di lasciarla tranquilla e farle sbollire un po' la rabbia. Chiesi a Matthew se poteva ospitarmi e lui non si negò.
«Allora amico, raccontami tutto. Cosa è successo?», domandò mentre ci sedemmo sul divano.
«È successo che stamattina è venuta a trovarmi in ufficio Kate... », iniziai a raccontare.
«Kate? E cosa è venuta a fare?», domandò sorpreso Matthew.
«Per una visita di cortesia. Abbiamo iniziato a parlare tranquillamente ricordando i vecchi tempi. Poi mi ha detto che è ancora innamorata di me e che ha commesso un errore nel scegliere la carriera a noi», continuai a raccontare.
«Certo, come no?!», disse ironico Matthew.
«Ha iniziato ad avvicinarsi a me e mi ha baciato. Mi sono fermato e l'ho subito allontanata, ma ha insistito. Si è fatta sempre più vicina...»
«E poi? Cosa è successo?», domandò curioso di sapere il resto della storia.
«Mi ha baciato di nuovo. Io l'ho immediatamente allontanata. Successivamente Jenny è entrata nello studio per consegnarmi un pacco, e... Puoi immaginare il resto»
«Immagino come si sia sentita. Hai cercato di spiegarle come stavano le cose?», chiese.
«Certo che l'ho fatto, ma è testarda! Non ha voluto ascoltarmi ed è scappata. Quando è tornata dalla pausa pranzo, ho provato a parlarle di nuovo, ma è stato tutto inutile. Non ha voluto sentir ragioni. Mi ha anche detto di non tornare a casa stasera... Ecco perché sono qui», risposi.
«Mi spiace davvero tanto, amico. Prova a darle il tempo di calmarsi. Vedrai andrà tutto bene», disse cercando di rassicurarmi.
«Lo spero tanto»
Stanco per l'intensità della giornata, andai a dormire.
Il giorno dopo mi svegliai con una strana sensazione. Avevo il sospetto che sarebbe successo qualcosa che non avrei affatto gradito. Andai in cucina e feci colazione con Matthew, bevendo solo una tazza di caffè, poi immediatamente a lavoro. Giunto allo studio legale, andai nel suo ufficio asperando di trovarla, invece non c'era. Non era ancora arrivata. Così andai nel mio ufficio e mi sedetti alla scrivania. Nel frattempo che aspettavo che arrivasse Jennifer, mi misi a lavoro. Il tempo passava tranquillamente ed erano già le dieci e mezza e di Jennifer nessuna traccia. Iniziai a preoccuparmi. Provai a chiamarla a casa, ma nessuno rispose. La chiamai anche sul cellulare ma niente.
Dov'era finita? E se le fosse successo qualcosa?
Uscii dall'ufficio e chiamai la sua segretaria, Jeanine.
«Jeanine, sai per caso dov'è l'Avvocato Joyce?», domandai ansioso.
«Ha chiamato molto presto e ha detto che sarebbe stata assente per una settimana, ma non ha detto il perché», mi rispose.
«Ah ok. Grazie mille, Jeanine»
«Di niente, Avvocato»
Avevo capito che stava cercando di evitarmi. Dentro di me mi sentivo uno schifo. Anche se non ero responsabile di ciò che era successo, mi sentivo comunque in colpa.I giorni andavano avanti e Jennifer non era ancora tornata. In quell'arco di tempo avevo provato in tutti i modi a contattarla, con una chiamata o un sms, ma lei non aveva mai risposto. Le mandai anche dei regali ma ogni volta tornavano sempre indietro.
Poi una mattina, al mio arrivo in ufficio, trovai una lettera sulla mia scrivania. Mi sedetti sulla sedia e l'aprii. Era indirizzata a me. Presi il suo contenuto e iniziai a leggere.Io sottoscritta Jennifer Joyce, assistente presso l'Avvocato Thomas Alexander Miller, dichiaro di dare le proprie dimissioni entro giorni 8 dalla data corrente.
Non credevo a ciò che avevo letto. Jennifer stava dando le dimissioni. Non poteva farlo! Non potevo accettare una cosa del genere! Non volevo perderla per un errore che non avevo commesso! Uscii veloce dallo studio legale e mi diressi a casa sua. Non avendo con me le chiavi, suonai il campanello ed aspettai che venisse ad aprirmi.
«Chi è?», sentii dire.JENNIFER
La scorsa notte non avevo chiuso occhio. Non facevo altro che pensare a quello che era successo. Più cercavo di non pensarci e più quelle scene mi tornavano alla mente. Per evitare di imbattermi in lui, decisi di prendermi qualche giorno di ferie da lavoro per un po'. Chiamai in ufficio per avvisare Jeanine, nel caso in cui Thomas le chiedesse qualcosa a riguardo. Sapevo benissimo che così facendo non avrei risolto nulla. Dopo averci pensato a lungo, presi una decisione. Mi faceva male, ma la dovetti prendere.
Una mattina mi recai presto allo studio legale, prima che arrivasse Thomas. Non volevo vederlo. Entrai nel suo ufficio e gli lasciai una lettera, l’unica che avrebbe ricevuto da parte mia. A Jeanine chiesi di non dirgli di avermi visto. Dopo di che tornai a casa. Mentre ero nel pieno delle faccende domestiche, sentii suonare alla porta.
«Chi è?», domandai andando ad aprire.
Non ricevetti nessuna risposta. Aprii e rimasi senza parole.
«Che ci fai tu qui?», domandai stupita.
«Dobbiamo parlare!!», disse.
«Non ho niente da dirti», dissi distaccata.
«Mi devi qualche spiegazione»
«Su cosa?», domandai non capendo a cosa si riferisse.
«Su questa... » , rispose mostrandomi una lettera. La riconobbi subito. Era la lettera delle mie dimissioni che gli avevo lasciato personalmente.
«Be' credo sia tutto scritto lì», risposi.
«Non puoi farlo!!»
«Ah sì?! E perché mai, scusa?! Dove sta scritto che non mi posso dimettere?!», dissi ironica.
«Spiegami perché vuoi lasciare lo studio? Dimmi perché ti dimetti?»
«Penso che tu lo sappia già ma, se proprio ci tieni, te lo dico lo stesso. Mi dimetto perché non voglio più lavorare con te!!!», gli risposi.
«Per quale motivo?»
«Thomas ci sei o ci fai?! Mi stai prendendo in giro?! Sai benissimo il perché ed è inutile che fai il finto tonto», stavo davvero perdendo la pazienza.
«Jenny tra me e Kate non è successo quello che pensi»
«So quello che ho visto e quindi mi basta. Ora vattene!!»
«No, che non me ne vado. Voglio che torni con me!! Non voglio che te ne vai!!»
«La mia decisione l'ho già presa e non c'è niente che tu possa fare o dire per farmi cambiare idea!!»
Vidi che aveva intenzione di entrare e cercai di impedirglielo.
«Ti prego, fammi entrare», mi supplicò.
«No, che non ti faccio entrare. Questa è casa mia e quindi vattene!!»
«Non me ne vado»
«Se non te ne vai, chiamo la polizia!!»
«Fallo!!». Mi stava sfidando.
«Thomas non costringermi a farlo»
«Vediamo se ne sei capace», disse facendosi sempre più avanti.
Io cercavo di spingerlo indietro, ma lui era più forte di me. Riuscì ad aprire completamente la porta. Una volta dentro, si avvicinò sempre più a me e mi afferrò le mani.
«Lasciami e non osare avvicinarti ancora di più!!!», gli dissi ponendo resistenza come meglio potevo.
«Hai per caso paura di me?!», disse a pochi centimetri da me.
«Vattene!!!», insistetti.
Lui annullò la distanza tra di noi e, senza che potessi rendermi conto di ciò che stava accadendo, mi baciò. Mise una mano dietro la nuca e mi tenne stretta a lui. Lottai con tutta me stessa, ma non riuscivo a ''liberarmi''. L'unica soluzione fu quella di dargli uno schiaffo in pieno volto.
«Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere!!!», dissi completamente arrabbiata.
Lui si massaggiò la guancia dolorante.
«Jenny io ti amo»
«Thomas vattene! Se non te ne vai, chiamo davvero la polizia!», provai a minacciarlo. Senza rendermene conto mi ritrovai a piangere. Thomas vedendo in che stato ero, si convinse ad andarsene e prima di farlo disse:
«Va bene. Me ne vado, ma sappi che non ho fatto niente di male nei tuoi confronti! Io ti amo e, che ti piaccia o no, non puoi cambiare questa cosa», mi accarezzò appena una guancia e se ne andò.
Per il nervoso, chiusi forte la porta e mi lasciai cadere a terra, mettendomi seduta, e continuai a piangere tutto il tempo. Stavo davvero male. Non mi ero mai sentita in quel modo. Subito vidi Jake e Nessie uscire dal salotto e venirmi incontro. Sicuramente mi avevano sentito litigare con Thomas.
«Tranquilli, non è successo niente. La "mamma e il papà" hanno solo litigato un po'», dissi accarezzando il loro morbido pelo e riempiendoli di coccole.
Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. Non potevo chiamare Ary perché era in vacanza con il ragazzo. C'era solo una persona alla quale potevo rivolgermi...*Nota autrice*
Salve a tutti/e!
Come state? Io abbastanza bene, a parte il caldo.
Ancora una volta mi scuso con voi per avervi fatto aspettare tanto prima di postare il nuovo capitolo. Spero sia valsa la pena.
Le cose tra Thomas e Jennifer continuano a non andare per niente bene... Jenny ha addirittura deciso di dare le sue dimissioni! Secondo voi è una decisione troppo affrettata? Voi, al suo posto, cosa avreste fatto?
Come sempre lasciate una stellina e un piccolo commento. Sono proprio curiosa di sapere cosa ne pensateAlla prossima! Baci la vostra Anna :* :* :*
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A Lawyer in Love
Storie d'amoreJennifer Joyce lavora presso uno studio legale della sua città, Chicago. A seguito di una proposta indecente da parte del suo datore di lavoro, si licenzia e decide di partire per Los Angeles. All'inizio lavora nella libreria di una sua amica che l...