5° capitolo

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THOMAS

Dopo il lavoro, Matthew, Brian e Lucas mi proposero di vederci al solito posto, al "Revenge". Arrivato a casa, feci una doccia veloce giusto per togliere sudore e stanchezza della giornata, indossai vestiti puliti, diedi da mangiare a Jake e poi uscii di casa per dirigermi al disco pub.
I miei amici mi stavano aspettando al parcheggio, li salutai ed entrammo dove, trovato un tavolo libero, ci sedemmo e ordinammo da mangiare.
«Certo Tom che non ti tratti male, eh?!», disse Brian.
«A cosa ti riferisci, scusa?!»
«Sei sempre circondato da belle donne. Prima le tue sorelle e tua madre, senza offesa, poi Hayley ed ora la tua nuova assistente», spiegò.
«Non capisco cosa vuoi dire», dissi confuso.
«Tom, Brian vuole dire che sei molto fortunato. Lui trova che la tua assistente sia una bella ragazza e quindi vuole sapere se, tra te e lei, c'è qualcosa», intervenne Matthew.
«Io e Jennifer siamo solo colleghi», dissi.
«Dai Tom, non mi dire che non ti piace fuori dall'ambito lavorativo?! Non dirmi che non la trovi una bellissima ragazza?!», disse Brian.
Non risposi. Sapevo che Jennifer era una ragazza attraente. Sin dalla prima volta che l'avevo vista mi era piaciuta. Ero fortemente attratto da lei, e più di una volta mi ero ritrovato ad immaginare di baciare le sue labbra sensuali.
Dopo aver finito di bere le nostre birre andammo a ballare, ma presto ci stancammo anche perché tutto quel movimento ci aveva messo sete. Tornati al tavolo decidemmo di ordinare altre birre.
«Di solito c'è più gente, oggi ho notato che ce n'è di meno e devo ammettere che si sta proprio bene», disse Lucas. Annuii alle sue parole e mi guardai attorno con poca attenzione. Finché il mio sguardo cadde su una ragazza all'ingresso del locale. Con lei c'era una giovane donna. Tutte e due erano vestite molto bene. La ragazza dai capelli più scuri indossava un tubino color oro senza spalline, che l'avvolgeva in modo divino risaltando le forme del suo corpo.
«Ehi Tom, che hai? Va tutto bene?», domandò Matthew passandomi una mano davanti agli occhi.
«Credo di sapere cosa ha Tom. Guardate lì», disse Lucas indicando la direzione dove stavo guardando. Continuai ad osservare con attenzione la ragazza, poi la riconobbi: era Jennifer! Dire che fosse bella era poco, quell'abito la rendeva dannatamente sexy.
«Niente male l'assistente», disse Lucas prendendomi in giro.
Lo fulminai con lo sguardo. Non capivo il motivo di quella mia reazione. Era come se fossi geloso di lei. Jennifer e la sua amica andarono a ballare ed io rimasi fermo a guardarla muoversi a ritmo della musica. Non se la cavava male. Volevo andare da lei, ma allo stesso tempo no, volevo solo osservarla. Non sapevo cosa fare. Poi due ragazzi si avvicinarono a lei, uno le palpò il sedere ed io ero pronto ad intervenire, ma vidi che lei si difese bene da sola, dandogli uno schiaffo. Come avevo fatto con i miei amici, anche loro tornarono al loro tavolo. A differenza nostra però, dopo qualche altra bevuta, tornarono in pista a ballare. Sarà stata la musica e forse anche l'alcool, che la sua amica e lei persero l'inibizione improvvisando un balletto audace. Le guardavo divertito chiedendomi come avrebbe reagito se mi fossi avvicinato a lei per ballare. Peccato che arrivò uno a rovinare tutto! Questo tizio si avvicinò da dietro a lei poggiando le mani sui suoi fianchi e con una mossa veloce le palpò il sedere. Lei si girò per dargli uno schiaffo, ma lui le bloccò il polso. Jennifer cercò di divincolarsi, ma lui la strattonò. A quel punto la mia pazienza si esaurì totalmente. La raggiunsi in pista così velocemente che un vampiro mi fa un baffo!
«È meglio che la lasci stare!», dissi.
«Tu chi sei, la sua bodyguard?!»
«Non ti conviene fare lo sbruffone con me, se non vuoi dei guai seri»
«Oh ma che paura», disse il tipo.
«Sì, scherza pure, vuoi vedere che riesco a farti arrestare per molestie?!»
Il tipo mi guardò con aria di sfida. Jennifer sghignazzò e lui le disse di farla finita.
«Forse non lo sai, ma lui è un avvocato, e adesso ti fa il mazzo!», disse sotto l'effetto dell'alcool.
A quel punto l'idiota la lasciò andare e si allontanò, lei barcollò e perse l'equilibrio. L'afferrai prima che cadesse a terra. Accompagnai Jennifer fuori a prendere una boccata d'aria fresca.
«Stai bene?», domandai preoccupato.
Lei annuì semplicemente. Poi alzò lo sguardo verso di me, appoggiò la testa al mio petto in cerca di conforto, la strinsi per rassicurarla e per farle capire che andava tutto bene.
In seguito cercò il mio sguardo, poi avvenne tutto all'improvviso: Jennifer appoggiò le sue labbra alle mie. Sentii la sua lingua premere sulla mia bocca. L'accolsi. La sentii vagare in cerca della mia lingua; si sfiorarono, si rincorsero, si intrecciarono e mi persi in quel bacio così travolgente. La sua bocca era delicata e morbida e, più la sentivo a contatto con la mia, più perdevo il controllo della situazione. Ero pervaso da brividi mai provati prima, sentivo chiaramente il sangue incendiarsi nelle vene. Erano sensazioni incredibili, a cui nessun essere umano sarebbe potuto sfuggire, purtroppo dovetti interrompere quel bacio. Stavamo commettendo un errore. Jennifer era ubriaca e se fosse stata sobria non credo mi avrebbe mai baciato. Mi allontanai da lei di poco, entrambi avevamo il fiatone. Lei appoggiò la testa di nuovo al mio petto e chiuse gli occhi. La porta del locale si aprì attirando la mia attenzione, vidi la sua amica uscire e venire verso di noi.
«Ecco dove eravate! Grazie per poco fa, ora credo sia il caso di tornare a casa»
«Lo penso anch'io. Comunque non preoccuparti, è stato un piacere aiutarla. A proposito, non ci siamo nemmeno presentati, io sono Thomas, il capo di Jennifer», dissi allungando la mano.
«Si, lo so. Jenny mi ha parlato molto di voi, io sono Arianne, la sua migliore amica», disse lei stringendomi la mano.
Cosa?! Jennifer le aveva parlato di me?! Non potevo crederci, in questo momento stavo mettendo tutto in discussione. Forse avevo interpretato male alcuni chiari avvertimenti. Come ho fatto a non rendermene conto?! Certo che il mio è un talento innato per le storie ingarbugliate, pensai mentre stringevo ancora Jennifer tra le mie braccia. Una cosa è certa, mi sono innamorato della mia assistente… Forse sono un pazzo, ma spero che lei ricambi i miei sentimenti.
Mi ripresi dai miei pensieri.
«Piacere di conoscerti. Peccato che lei di te non mi abbia parlato molto!», scherzai, lei sorrise ed io ricambiai. «Spero che non abbia detto cattiverie sul mio conto.. », scherzai.
«Si, in bene ovvio», disse anche lei divertita.
«Se vuoi, possiamo darci del tu, ok?!», aggiunsi.
«Ok, allora chiamami Ary»
«E tu chiamami Tom»
Lei sorrise, poi aiutò Jennifer a reggersi in piedi. Le vidi allontanarsi. Rientrai nel locale alla ricerca dei ragazzi. Dopo averli trovati al tavolo a tracannare altra birra, li avvisai che sarei tornato a casa. Per tutta la notte non feci altro che ripensare a quel bacio. Alle sue dolci e morbide labbra sulle mie.

JENNIFER

La mattina dopo mi alzai con un forte mal di testa. Non ricordavo niente della sera precedente, tranne il fatto che quella matta di Ary mi aveva portato in disco per festeggiare il mio nuovo lavoro. Presi un'aspirina che mandai giù con dellacqua. La mia piccola Nessie mi guardava con aria triste. Era bravissima a capire quando stavo male.
«Nessie, bella vieni qui!» le dissi battendo la mano su una mia gamba.
Lei mi venne incontro scodinzolando poi, quando mi fu vicina, l'accarezzai.
«Sto bene, piccola. La "mamma" ha solo un leggero mal di testa», le dissi come se volessi rassicurarla. Dopo di che andai a fare una bella doccia fredda, mi avrebbe aiutata a riprendermi dalla sbornia della sera precedente. Anche se stanca, dovevo andare a lavoro ugualmente. Indossai un completo elegante composto da pantaloni neri gessati aderenti; camicia bianca a mezza manica e giacca nera, gessata anch'essa; e decolté neri. Misi un velo di trucco, poi mi diressi in ufficio. Arrivata, salutai come sempre l'usciere Johnny, salii al 3° piano e mi diressi nella sala caffè. Non avevo fatto colazione.
«Buongiorno Jenny», mi salutò Hayley con voce squillante.
«Buongiorno Hayley. Ti prego abbassa la voce. Ho un forte mal di testa», le dissi.
«Mmh abbiamo fatto le ore piccole, eh?!», disse divertita. «E scommetto anche che hai tirato un po' di gomito, vero?!», aggiunse continuando a prendermi in giro.
«Solo qualche bicchierino. La mia migliore amica mi ha portato in un locale per festeggiare il nuovo lavoro», le spiegai.
«Capito. Ti sei divertita? È andato tutto bene?», domandò.
«Credo di si», risposi.
«Come sarebbe a dire "credo di si"?», mi guardò di sottecchi.
«Sarebbe a dire che non lo so. Ricordo poco o niente di ciò che è successo ieri sera»
Hayley sorrise.
«Buongiorno Hayley. Buongiorno Jennifer», disse una voce maschile.
Non capii subito chi fosse perché ero ancora intontita sulla notte precedente, poi intuii di chi si trattava. Thomas ci aveva raggiunte nella sala caffè.
«Buongiorno Tom», lo salutò Hayley.
«Buongiorno Signor Miller», lo salutai io.
«Ancora con questo "Signor Miller"?! Avevamo deciso di darci del tu, ricordi?!», disse. «Inoltre, ti senti bene? Non hai una bella cera!», aggiunse.
«Ha solo un po' di mal di testa. La signorina ieri sera si è data alla pazza gioia! È andata a far baldoria con un'amica e si è ubriacata», rispose per me Jennifer. Io la guardai male, per poi abbassare il viso.
«Jenny, non hai nulla di cui vergognarti! Quando si è giovani come siamo noi, è fondamentale divertirsi, vero Tom?!», disse facendomi l'occhiolino e sorridendo complice a Thomas. Lui annuì.
«Hai preso qualcosa per il dolore?», domandò.
«Un'aspirina prima di venire in ufficio», risposi.
«Ok, diamole il tempo di fare effetto e passerà tutto. Puoi aspettare qui finché non starai meglio, poi vieni nel mio studio che pensiamo alla causa del signor King con Matthew e Brian», disse Robert.
Io annuii, lui se ne andò lasciandomi sola con Hayley. Più tardi, quando il dolore iniziò a diminuire, mi diressi all'ufficio di Thomas e bussai. Matthew aprì la porta, mi accomodai al solito posto accanto alla scrivania e ci mettemmo immediatamente al lavoro. Forse avevamo trovato la prova che dimostrava l'innocenza del nostro cliente. Quando finimmo, gli Avvocati Spencer e Newton se ne andarono, mentre io rimasi per raccogliere tutti i documenti.
«Stai meglio ora?», domandò una voce fin troppo familiare.

*Nota autrice*

Buongiorno lettori/lettrici 😄😄. Eccomi qui con un nuovo capitolo della storia.
La nostra Jennifer, sotto l'effetto dell'alcool ha baciato il suo capo, Thomas. Secondo voi se lo ricorderà prima o poi? O resterà solo un ricordo per Thomas?
Come sempre votate con una stellina e commentate dicendomi cosa ne pensate.

Alla prossima. Baci, la vostra Anna : * : * : *

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