THOMAS
I giorni passarono tranquillamente. Sia il lavoro che la relazione con Jenny procedevano a gonfie vele. Non ero mai stato così sereno e felice come in quel momento, ma non tutto va come vorresti…
Una mattina mi alzai prima di Jennifer. Andai a farmi una doccia fredda e, quando uscii, vidi la cosa più bella al mondo. Sul letto c'era un angelo che dormiva beatamente e dolcemente: la mia piccola. Era bellissima!
Senza fare troppi movimenti, mi avvicinai a lei e, chinandomi appena, la baciai delicatamente sulle labbra. Jenny emise lievi mugolii, le dissi di continuare a dormire e che ci saremmo visti in ufficio. Lei annuì sorridendo. Dopo essermi vestito, uscii di casa.
Arrivato a lavoro, salii in ufficio e, salutando tutti i dipendenti, mi recai nel mio. Era da qualche giorno che pensavo di fare una sorpresa a Jenny, così dopo aver controllato le e-mail ricevute, mi misi subito all'opera. Volevo che tutto fosse fatto alla perfezione!
Dopo un'ora sentii bussare.
«Avanti!», dissi.
La porta si aprì e vidi apparire la figura della mia piccola. Chiusi immediatamente la pagina web che stavo controllando, per non farmi scoprire, e le sorrisi felice. Lei mi raggiunse e posò lievemente le sue labbra sulle mie.
«Buongiorno piccola», la salutai.
«Buongiorno amore», disse sorridendo.
«A cosa devo questo saluto così dolce?»
«Non ho il diritto di salutare il mio ragazzo?!»
«Non ho detto questo. Chiedevo solo se ci fosse un motivo particolare»
«Nessun motivo particolare, volevo solo salutarti», sorrise di nuovo. Sorrisi a mia volta.
«Ti ho interrotto, per caso?», domandò puntando il suo sguardo sullo schermo del mio PC.
«No, tranquilla. Controllavo solo alcune e-mail», risposi cercando di essere convincente.
«Sicuro? Non è che mi stai nascondendo qualcosa?», domandò sospettosa.
«Assolutamente no, piccola. Cosa mai dovrei nasconderti?!». Sperai con tutto me stesso che Jennifer non capisse che stavo mentendo.
«Allora ti lascio tranquillo. Pranziamo insieme oggi?», mi chiese.
«Come sempre, no?!», dissi ironico. Sorrise. Mi baciò di nuovo ed uscì dal mio ufficio. Sospirai sollevato e mi dedicai a sistemare dei documenti. Talmente ero preso dal lavoro, che non mi accorsi che l'interfono stava lampeggiando. Lo premetti immediatamente.
«Avvocato, c'è una signorina che chiede di parlare con lei», disse Jennifer.
«Non le ha detto il suo nome?», domandai.
«No. Mi ha solo detto che è una sua vecchia amica. Che faccio, la lascio passare?», domandò.
Chi mai poteva essere?!
«Sì, la lasci passare», risposi.
Sentii bussare e diedi il permesso di entrare. Per poco non ebbi un infarto. Mai e poi mai mi sarei aspettato una sua visita, non dopo così tanto tempo.
«Ciao Tom»
Rimasi davvero senza parole e colpito di vederla, lì nel mio ufficio.
«Che ci fai qui, Kate?!», domandai completamente stupito.
«Sono venuta a farti una visita. Forse ti disturbo?!», rispose.
«No, non è questo. Non mi aspettavo una visita da parte tua»
Dopodiché le dissi di sedersi e iniziammo a parlare un po'. Parlammo di tante cose: dei vecchi tempi e di quello che stavamo facendo ora. Lei era diventata un avvocato affermato e molto conosciuto. Continuammo a parlare, poi le chiesi il vero motivo della sua visita.
«Thomas te l'ho detto. Sono qui solo per una visita a un vecchio amico. È vietato per caso?!»
«Certo che no, ma ti conosco. So che c'è dell'altro e quindi vorrei saperlo», le dissi guardandola di sbieco.
«In effetti c'è dell'altro. Sono qui perché mi manchi Tom! Sono ancora innamorata di te!», ammise infine.
«Non ti credo!!», dissi.
«È la verità!», insistette.
«Se così fosse non mi avresti mai lasciato per la carriera», le ricordai il motivo per il quale ci eravamo lasciati.
«Ho fatto un grosso errore e me ne pento», disse con voce triste.
«Ormai è troppo tardi!!!»,
«C'è già un'altra?», domandò.
Annuii.
«E chi sarebbe? La conosco?»
«Non la conosci e, inoltre, non sono affari tuoi!», le dissi duro.
«Per caso è la ragazza qui fuori, la tua segretaria?», domandò ancora.
Non risposi. Non erano affari suoi con chi stavo o non stavo.
«Credo sia il caso che tu vada, Kate», le dissi.
Kate si alzò.
«Dammi un'altra possibilità. Non ti deluderò», disse appoggiando una mano sulla mia.
«Non provo più niente per te», le dissi togliendola immediatamente.
Kate superò la mia scrivania e mi raggiunse.
«Ti prego», mi supplicò.
«Io non ti amo»
Lei avvicinò una mano alla mia guancia per accarezzarmi.
«Se non dovessi riuscire a farti cambiare idea, poi ti lascerò in pace», disse.
«Non insistere!»
Fece finta di non sentirmi e si fece sempre più vicina.
«Kate non te lo ripeto più. Ora devi andartene!»
Kate si fece ancor più vicina e, senza che ebbi il tempo di reagire, mi baciò. Infilò le sue mani tra i miei capelli e intensificò il bacio. L'allontanai subito, ma poneva resistenza. Dopo di che iniziò a sbottonarmi la camicia e mi baciò il petto.
«Kate basta!!!», dissi.
All'improvviso qualcuno bussò e la porta si aprì...
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A Lawyer in Love
RomanceJennifer Joyce lavora presso uno studio legale della sua città, Chicago. A seguito di una proposta indecente da parte del suo datore di lavoro, si licenzia e decide di partire per Los Angeles. All'inizio lavora nella libreria di una sua amica che l...