8° capitolo

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THOMAS

La notte scorsa non ero riuscito a chiudere occhio. Non avevo fatto altro che ripensare a Jennifer. Forse con il mio comportamento l'avevo turbata e questa era l'ultima cosa che volevo fare. Dovevo scusarmi con lei il prima possibile.
La mattina dopo, una volta sbrigate le mie faccende, mi preparai per andare a lavoro e, una volta giunto sul posto, trovai fuori l'ingresso i miei due amici: Brian e Matthew.
«Buongiorno Tom. Come stai?», mi salutò Matt.
«Buongiorno anche a voi ragazzi. Io sto bene e voi?», li salutai.
«Noi stiamo bene», disse Brian.
Poi entrammo nello stabile, salutammo Johnny e salimmo al piano del mio studio. Arrivati trovammo il signor King che ci aspettava in sala d'attesa. Lo salutammo e gli feci segno di seguirci. Entrati nella sala riunioni, trovammo tutto pronto e Jennifer che ci aspettava. Chissà come stava e cosa provava in quel momento.
Tutti la salutammo e iniziammo la riunione, durante la quale non facevo altro che osservare i suoi movimenti. Mi ero accorto che cercava di essere distaccata da me. Finita la riunione congedai tutti, ad eccezione di Jennifer.
«Possiamo parlare?!», le chiesi fermandola, visto che non faceva altro che andare avanti e indietro per mettere ordine tra i documenti.
«Di cosa vuole parlare, Avvocato?!», chiese con tono freddo e distaccato.
Questo mi ferì non poco, però cercai di non farci caso.
«Di quello che è successo... al parco»
«Avvocato... »
«Thomas», dissi interrompendola.
«Thomas... », si corresse. «Non c'è nulla di cui parlare. Hai agito d'istinto. Non sono offesa»
«Ah no?! E perché ho come l'impressione che mi stai evitando?!», dissi.
«Non ti sto evitando. Mi sto comportando come una normale dipendente. Sono la tua assistente e tu il mio datore di lavoro. Niente di più. Tra noi non è successo nulla che rovini il nostro rapporto di lavoro»
«Jennifer, tu per me sei più di un'assistente. Io sono innamorato di te!»
«Thomas io non sono innamorata di te. Per te provo solo una forte stima. Ora scusami, ma ho un lavoro da svolgere», e così dicendo uscì dalla sala.
Cosa dovevo fare?! Solo una persona poteva aiutarmi...
«Thomas, lascia che ti dica una cosa. Credo che con quel tuo gesto abbia corso un po' troppo. Capisco che Jenny sia una bellissima ragazza, ma dovevi agire con cautela»
«Hayley, lo so benissimo, ma non ce l'ho fatta. È stato più forte di me. Ora che cosa devo fare?»
«Devi pazientare un po'. Comportati come se non fosse successo niente tra di voi. Dalle tempo per riflettere sull'accaduto»
«Lo farò!»
Hayley sapeva sempre come tirarmi su il morale. La conoscevo da una vita. Era la mia migliore amica, la mia sorellina acquisita. Le volevo un mondo di bene. Avrei seguito il suo consiglio.

JENNIFER

Il tempo passò velocemente. Eravamo stati convocati in tribunale per la sentenza riguardo il Signor King. Riuscimmo a provare che il nostro assistito era pienamente innocente poiché, al momento dell'omicidio, non si trovava in casa: infatti era uscito un'ora prima per fare una commissione. Il colpevole era stato il vicino in quanto era segretamente innamorato della signora King, quindi per gelosia aveva perso il controllo e l'aveva strangolata. Per festeggiare andammo tutti a bere qualcosa al pub "Revenge".

Un giorno, tra le tante lettere che Thomas ricevette, c'era un invito speciale. Senza aprire la busta, andai nel suo studio per consegnargliela.
«Avanti», disse non appena bussai. Entrai nell'ufficio.
«Avvocato, è arrivata questa lettera dalla sede centrale», dissi porgendogliela.
Lui la prese e la lesse davanti a me. Dopodiché alzò lo sguardo e disse:
«Rimanda tutti gli impegni e fai preparare il jet per due persone!»
«Certo Avvocato. Se mi chiedono i nominativi, cosa rispondo?», domandai.
«Dai il mio nome e il tuo»
«Certo Signor... », mi bloccai.
Che avessi capito male?!
«Scusi, può ripetere?!»
«Quando farai preparare il jet, comunica che le persone a viaggiare saranno due», precisò.
«Ma io... »
«Nessun ma.. Sei la mia assistente ora. Hayley ormai lavora da due mesi nella sede centrale a New York, quindi solo tu puoi accompagnarmi. Questo è un problema per te?!»
«Nessun problema»
Lui mi sorrise e, non so perché, mi sentii felice. Non mi era mai successo prima d'ora. Avvertii dei cambiamenti in me, ma ne ignoravo la causa. Uscita dallo studio dell'Avvocato, tornai alla mia scrivania e chiamai per far preparare il jet privato. Una volta finito di lavorare, andai al negozio di Ary e le raccontai tutto. Lei fu molto felice per me. Si propose di aiutarmi a trovare l'abito adatto per l'evento.
Il giorno dopo, visto che era il turno di riposo per la libreria e io avevo finito prima di lavorare, andammo in giro per negozi. Provai mille vestiti, ma nessuno sembrava convincere me e la mia amica. Poi, passando davanti alla vetrina del negozio Versace, fu attirata da un abito in vetrina. Entrammo nella boutique e chiesi di provare l'abito, questa volta era quello giusto! Si trattava di un tubino nero di raso lungo fino alle ginocchia, con sottili spalline, e sulla scollatura c'era del tulle anch'esso nero. Insieme al vestito comprammo anche un paio di decolté nere. Pagai con la carta di credito che mi aveva dato Thomas. Una volta uscite dal negozio, ci fermammo al bar a prendere qualcosa da bere.
«Allora che mi racconti, tesoro? Come va con il tuo capo?», domandò.
«Diciamo bene»
«Non è successo più niente tra voi dopo quel bacio?»
«No, perché ho cercato in ogni modo di evitarlo»
«Capisco. Posso farti una domanda?»
Annuii e lei riprese il discorso.
«Sei proprio sicura che lui non ti piaccia?! Intendo fuori l'ambito lavorativo»
«Perché me lo chiedi?»
«Non hai risposto alla mia domanda»
Non sapevo che risponderle. Anche se cercavo in ogni modo di evitarlo, mi ero resa conto che Thomas non era affatto male. Qualunque donna sarebbe caduta ai suoi piedi, ad un suo schiocco di dita. Spesso ripensavo al bacio che mi aveva dato al parco e alla mia conseguente reazione di rifiuto nei suoi confronti. Mentre tornavo a casa dopo l'accaduto, continuavo a darmi della stupida senza capirne il motivo. Che negassi a me stessa ciò che provavo veramente?!
«Non saprei Ary. Lui è il mio capo. Forse se ci fossimo conosciuti in un ambito diverso, avrei anche potuto approfondire il bacio. In quel momento non me la sentivo. Il suo gesto mi ha colta di sorpresa», risposi alla mia amica.
«Quindi ti piace?»
«Credo di sì»
«Posso darti un consiglio?»
«Certo»
«Questo evento a cui parteciperete, potrebbe essere un modo per farti conoscere come avvocato. Se non ricordo male Thomas ti ha assegnato alcuni casi da seguire in aula, giusto?!». Annuii ancora una volta. «Tuttavia potrebbe anche essere un modo per capire meglio i tuoi sentimenti e fare chiarezza su ciò provi per lui. Non ti far prendere dal panico. Segui il tuo cuore, che non ti tradirà mai e ti saprà sempre consigliare al meglio. Se dopo questo evento, dovessi capire che per lui non provi nulla, allora lascialo perdere ed ognuno per la propria strada»
Sorrisi alle sue parole. Per me Ary era davvero come una sorella. Chissà cosa avrei fatto senza di lei. Dopo il pomeriggio passato a chiacchierare e fare acquisti, tornammo a casa.

Il giorno della partenza arrivò in un batter d'occhio. Thomas mi venne a prendere per andare all'aeroporto.
«Buongiorno Jennifer. Pronta per affrontare questo viaggio?!»
«Buongiorno Thomas. Sì, sono prontissima!», risposi.
Salimmo in macchina per raggiungere l'aeroporto. Una volta arrivati, raggiungemmo la pista, successivamente salimmo sul jet privato dell'azienda e, dopo qualche minuto, decollammo.

*Nota autrice*

Buon pomeriggio miei carissimi lettori e mie carissime lettrici. Eccomi con un nuovo capitolo! So benissimo che vi ho fatto aspettare troppo, e per questo vi chiedo scusa. Diciamo che non c'è mai un giorno preciso per la pubblicazione. Posto i capitoli man mano che sono ben revisionati e corretti.
Come sempre votate lasciando una stellina e fatemi sapere cosa ne pensate.
Secondo voi la nostra Jennifer riuscirà a far chiarezza dentro di sé? Riuscirà a capire bene cosa prova per Thomas?

Alla prossima! Baci la vostra Anna :* :* :*

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