La donna più forte dell'umanità.

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Un ragazzo biondo, appena sui vent'anni, già da un po' nella legione esplorativa era di ricognizione nel distretto di Trost. Le mura erano da poco state distrutte, ma erano riusciti a cacciare i giganti in modo veloce. Tutta la squadra si muoveva tranquillamente sul distretto devastato, l'unico rumore era quello delle bombole a gas. Ma qualcosa aveva attirato l'attenzione di quel ragazzo. Qualcosa agitava vari pezzi di stoffa davanti ad una cappella decadente, così, insieme ad altri due della sua squadra, si avvicinò a quella che si rilevò essere una donna. Tra le braccia, una piccina dai capelli ramati, massimo due anni poteva avere. La donna non disse niente, guardò supplichevole il biondo allungando le mani che stringevano la bambina nei pezzi di stoffa che poco prima agitava. Il ragazzo la prese tra le braccia. La bambina dormiva. Quella che doveva essere la madre, dal viso ricoperto di sangue, si sdraiò sul pavimento. Nessuno dei due soldati o del biondo caporale ebbe il coraggio di dire niente, mentre l'ultimo respiro lasciava le labbra della donna. Il caporale fece un piccolo inchino, una muta promessa a quella madre, di prendersi cura di sua figlia come se fosse la propria.

Voltando le spalle all'ennesima vittima di quei mostri e stringendo la bambina con un braccio sotto la giacca della legione, utilizzando il movimento tridimensionale, si diresse velocemente verso il proprio cavallo. I due cadetti alle spalle, a controllare che niente andasse storto. Il pericolo era sempre in agguato.

Una volta ritornati al quartier generale, come di consueto una doccia spettò a tutti, e subito dopo era l'ora di cena. Quella sera però, il biondo caporale si vide solo per qualche secondo nelle cucine, a sgraffignare un biberon per le occasioni di ritrovamento bambini come quella e del latte caldo. Non si vide più fino alla mattina seguente.

Era rimasto nella sua camera, sveglio per tutta la sera fino all'alba, seduto sulla sedia davanti alla sua scrivania. La rossa in un braccio, il biberon nell'altra mano. Scorse delle lettere sbiadite scritte sulla coscia della piccola, che dopo si rivelarono essere un nome.

Cristal, si chiamava, quel piccolo gioiello che teneva tra le mani.

Non gli passò per la testa nemmeno per un attimo di sottoporla all'adozione. Quella sera la sua mente vagò a lungo su come l'avrebbe cresciuta, su come sarebbe diventata forte come lui, a prendere il suo posto quando lui non me avrebbe più avuto le forze.

Un piccolo sorriso spuntò sulle labbra del caporale quando la piccola, finalmente dopo ore, prese a bere il latte tiepido. Solo per qualche secondo, per poi crollare nel sonno. La cullò tra le braccia per tutta la notte, la mattina dopo si diresse in mensa con lei tra le braccia, le avrebbe fatto mangiare qualcosa. La presentò a tutti, e fulminò con lo sguardo chiunque gli chiedesse quando l'avrebbe data in adozione.

I suoi compagni di squadra erano stupiti dalla sua preoccupazione. Ogni volta che il biondo doveva uscire in spedizione faceva fatica a lasciare la bambina con qualcuno. L'unico di cui si fidava era il comandante Pixis. Lo stesso che, durante l'assenza del caporale e durante gli anni di crescita della piccola, l'addestrava sempre meglio. Quando la bambina aveva ormai 15 anni, il caporale lo scoprì. Pixis non perse una bella lavata di capo, ma il biondo era stupito dalla perfetta padronanza del movimento tridimensionale della sua bambina, di come riuscisse a stendere lui stesso nella lotta corpo a corpo e di scoprire che Pixis l'aveva addestrata nella foresta, con i manichini.

Ci vollero anni perché il biondo l'accettasse nella sua squadra. Non mancava mai di tenerla d'occhio ad ogni spedizione, e non scordava mai di dire agli altri soldati di tenerla al sicuro. Solo quando diventò comandate, la piccola prese il suo posto e diventò caporale. In pochi anni divenne spettacolare e famosa per tutti i giganti che uccise.

Divenne Cristal, la ragazza più forte dell'umanità a soli 18 anni. Proprio come il biondo, durante una ricognizione al Wall Maria, trovò una coppia di ragazzini. 9 anni al massimo, da soli. Non perse l'occasione di portarli con se al quartier generale. In poco tempo divennero i suoi soldati, con meno di 15 anni, migliori. Aveva intenzione di crescerli com'era cresciuta lei.

Nel frattempo, il comandante biondo, insieme alla sua caporale fidata e occhialuta, aveva portato al quartier generale tre malavitosi del sottosuolo.

Cristal rimase scioccata nel sapere che sarebbero stati affidati alla sua squadra. La sua nuova squadra.

Levi AOT~Mine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora