Party

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Erano le 20:30 passate quando Levi, in semplice camicia e neri pantaloni, bussò alla porta della camera del suo caporale. Si era scocciato di quella serata ancora prima che iniziasse, ma decise che ne sarebbe valsa la pena non appena vide l'abito della rossa, dopo essere entrato senza aspettare il permesso.

Un abito argenteo le fasciava il corpo scolpito e magro, accentuando quelle curve da cui gli occhi del corvino si spostarono con fatica. Delle scarpe nere la sclanciavano, sandali semplici e bassi, niente tacco. I capelli più morbidi del solito, ed emanava un forte odore di vaniglia. Con un dolce sorriso sulle labbra gonfie e arrossare ancora strette tra i denti guardò l'orologio appeso vicino alla porta, parlando e destando il cadetto dai suoi pensieri.

«Sei in perfetto orario. Grazie ancora di aver accettato. Non appena ti sembrerà troppo potremo andarcene senza problemi.»

Levi semplicemente annuì, guardandola spruzzarsi ancora al petto quel dolce aroma di vaniglia. Mentre lo raggiungeva fuori dalla porta notò come il corpo sinuoso della rossa non si muoveva più sicuro e forte come sempre, ma elegante, spensierato e tranquillo al suo fianco.

Si, sarebbe valsa la pena di sopportare quella serata. Non appena raggiunsero la sala grande si fiondarono verso Erwin, era accompagnato da Hanji che subito cominciò a riempire Cristal di complimenti. Il biondo invece prese in parte Levi, parlando a bassa voce, facendosi sentire solo da lui.

«Non so come abbia fatto a convincerti, ma ti ringrazio di essere qui. Cristal è forte contro tutto e tutti, ma non contro quello che la spaventa, e tu sei qui per proteggerla da questo, lo sai no?»

«Se devi farmi il solito discorsetto da paparino protettivo, puoi anche scordartelo. Terrò d'occhio il caporale, lo riporterò in camera sua quando lo vorrà e la serata finirà senza che si faccia un graffio.»

Passarono minuti e minuti, Levi stava conoscendo pian piano tutti i caporali presenti che si avvicinavano per salutare la Rossa sempre sotto il suo occhio. Aveva individuato i due fratelli, Ithan e Nicholas, non molto lontani. Fissavano Cristal in continuazione, e sapeva che qualcosa non andava. Un cameriere si avvicinò a loro due per offrirle l'ultimo calice di vino rimasto sul vassoio. Stava per mandarlo via con qualche insulto, ma prontamente il caporale al suo fianco lo rifiutò gentilmente, ma il cameriere non perse d'animo. Stava per urtarla e farle cadere il vino addosso, ma il corvino fu più furbo: la sua mano si avvolse al fianco di Cristal tirandola verso di se, senza che sfiorasse il ragazzo.

Il comandante Erwin li guardava divertito. Chissà, forse tra l'ex criminale e la soldatessa sarebbe scoppiato qualcosa, o forse era già successo. Quella mano sul fianco di lei, delicata ma sicura, aveva provocato un brivido ad entrambi. La stoffa dell'abito era così leggera che le sembrava di toccarle la pelle nuda. Ma nonostante ciò la mano non si spostò da lì, e spinsero la rossa verso il terrazzino vuoto. Faceva freddo per uscire, ma lei non obbiettò. Una volta fiori il corvino continuava a fissare dentro, sospettoso, finché le ante non si aprirono una seconda volta rivelando un Ithan ben vestito, al suo braccio era avvinghiata Petra.

Quella vipera aveva accompagnato alla serata il peggior nemico del suo caporale che in quel momento fumava di rabbia.

Rabbia che tendette a sfumare quando il braccio del corvino decise ci cincerle tutta la vita, mentre entrambi ascoltavano le parole di Petra.

«Caporale io.. mi dispiace..! Non sapevo ci fosse anche l-»

«Ho ma per piacere! Non fare la finta tonta Petra, è una serata dedicata ai caporali, era palese che ci sarei stata anche io!» La interruppe Cristal, ma la ragazza riprese imperterrita.

«Non ho fatto niente di male! Diglielo anche tu Tesoro!» Le mani di Petra si sciolsero dalla presa attorno al braccio di Ithan e la destra si avvicinò al volto di levi, ma le esili e forti dita di Cristal si serrarono attorno al suo polso, stringendo con forza, volendole far male.

«Punto primo, pel di carota, tesoro ci chiamo il tuo accompagnatore da quattro soldi. Punto secondo, come ti viene in mente di accompagnare il caporale da cui dovevi stare lontana, disobbedendo ad un mio diretto ordine?!»

La voce del caporale si stava alzando parecchio, alcuni all'interno della sala si erano girati a fissarla. Che fosse gelosia la sua? Ci avrebbe pensato dopo, ma la sua voce non si abbassò nemmeno alle parole successive.

«Dato che non capisci un chiaro ordine, spero capirai qualcosa che ti sputerò in faccia papale papale!-» Spingendola verso Ithan, divertito dalla situazione, si fece più vicina al petto del corvino dietro di lei, che era rimasto in silenzio. «-Da domani non scomodarti nemmeno ad andare dal comandante, ritieniti membro della squadra del caporale Nicholas. Mi auguro che tu ci possa lasciare le penne prima del previsto dato che, in quella squadra, è sicuro che ci morirete tutti. Non è vero, Ithan?»

Un sorriso ironico si era celato sulle labbra di Cristal, mentre ora il caporale davanti a lei era furioso, e parlava con voce spregevole.

«Pensi di potermi parlare così solo perché sei la cocca del comandante, piccola saccente?»

«Penso si possa permettere di parlarti così perché, al contrario di te e del moccioso che hai come fratello, il caporale Cristal sa svolgere il suo lavoro.» Sbottò Levi. La rossa sorrideva soddisfatta, Petra era tornata al fianco di Ithan, stupefatto e che per un attimo non seppe ribattere.

«E tu, cadetto, chi ti senti per poterti rivolgere così ad un tuo superiore?» Itahn era rosso ed in difficoltà, si vedeva. Ma questa volta a rispondere fu Cristal.

« a quanto pare il mio cadetto se lo può permettere, dato che il suo intelletto è maggiore di tutta la tua tua famiglia messa insieme.»

E poi, quella frase. Nell'udirla qualcosa si ruppe all'interno della rossa, quasi lo sentì anche Levi. Non era lo zigomo ancora violaceo, non era qualche osso rotto a causa di un allenamento. Era l'ultimo briciolo di umanità che le era rimasto, e stava schizzando fuori dal suo corpo insieme alle lacrime.

Levi impallidì alla vista di lei piangere, e la trascinó di nuovo dentro, verso l'uscita, deciso a riportarla in camera. Erwin la intravide e gli venne un colpo.

Perché la sua bambina stava piangendo?

Sarebbe corso da lei, ma se avesse lasciato la festa sarebbe di sicuro successo qualcosa. Non era poi da sola, poteva stare tranquillo.

Nel frattempo nei corridoi al di fuori della sala Cristal si era sfilata le scarpe, correndo verso la sua camera, Levi di corsa dietro di lei. Era infuriato, persino lui. Aveva detto che erano una famiglia, lui non avrebbe permesso che alla sua famiglia fosse torto un capello. Un istinto lo portò ad afferrare il braccio della rossa, che si dimenò, ma debole com'era non riuscì a non farsi mettere al muro. Le mani grandi del corvino le tenevano le spalle contro la parete gelida, e fu un attimo.

Per la prima volta dopo giorni, si stavano guardando davvero. Gli occhi verdi di lei persi in quelli neri di lui. Per la prima volta poterono percepire il loro cuori formare un unico battito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22, 2018 ⏰

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