A Family is Everywhere

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Un attimo prima di entrare in mensa la rossa cambiò strada, non era in vena di sorbirsi qualche ramanzina. Arrivò dritto in camera sua solo per cambiarsi. Rimase con la sua camicia bianca ed indossò dei normali pantaloni neri. Legava i capelli mentre osservava dalla finestra i suoi cadetti raggiungere il campo. Levi e Farlan erano già lì, gli altri li raggiunsero. Erano in anticipo, più di un'ora, probabilmente volevano sapere in cosa consistesse l'allenamento, e lo avrebbero chiesto a Eren e Mikasa, ma non si sarebbe fatta imbrogliare così. In pochi attimi li raggiunse, i suoi ragazzini non riuscirono nemmeno ad aprir bocca, la serrarono nel vederla. Erano tutti stupiti dal vederla con il sorriso sulle labbra. Petra e Isabel, ai due fianchi di Levi, tenevano lo sguardo basso, la cosa la fece sorridere.

  «Non voglio picchiarvi, non stavolta, voglio solo spiegarvi alcune cose mentre mi fate 50 flessioni ciascuno.» Mikasa quasi si lanciò al suolo obbedendo, gli altri la copiarono subito, e lei riprese a parlare, girando tra loro e osservandoli svolgere l'esercizio. 

«Che voi aveste o meno una famiglia adesso non conta. Non conta quanta paura avrete, quanto mi odierete o mi ringrazierete, quanto male vi farò o quante volte ricorderete di vivere grazie a me.Ognuno di voi deve ficcarsi in quella testaccia che la vostra famiglia adesso è questa qui, una famiglia di sette. Non vi proteggerò solo dai giganti, anche dagli altri cadetti, ascolterò i vostri malori, potremo parlare quanto volete.-» Si fermò di fianco a Levi, alla sua destra aveva Petra. «Perchè, andiamo, siamo umani, saremo una famiglia. Voglio che vi proteggiate non solo quando indossate l'uniforme, ma sempre.» Si accorse troppo tardi che alle sue spalle era arrivata una coppia di caporali, fratelli, che la rossa aveva sempre odiato. Mikasa, Eren e Levi avevano già finito le loro flessioni, e si erano seduti sul terreno, voltandosi anche loro verso i due caporali nel sentire i loro nomi.

«Guarda un po' Ithan, la bambina del Signor. Smith allena le sue bambole.» Cristal si irrigidì fissando i due, ma non era più una bambina. Oramai tutti i suoi cadetti avevano finito l'esercizio, e si erano alzati, portandosi alle spalle di lei.

«Ithan, Nicholas, preferirei veniste a fare i bambini quando non sono occupata.» Il ragazzo più alto dei due la sorpassò, andando dritto verso Isabel, e nessuno si mosse, finchè non allungò la mano verso la guancia della ragazzina. Cristal si girò di scatto, afferrandolo per la giacca dell'uniforme e strattonandolo, perse l'equilibrio e Nicholas finì, furioso, per terra. Il fratello, dietro la rossa, fece per afferrarla per i capelli, ma Levi fu più veloce, bloccando il polso di Ithan.

«Voglio i miei cadetti nelle loro stanze, subito!» Tutti, meno il corvino, si allontanarono in fretta. Rimasero in quattro. La rossa e Levi di fianco, di fronte a loro Ithan aiutava il fratello a rialzarsi, mentre parlava.

«Vedo che non manca mai nessuno a proteggerti. Quel fratellino che ti portavi dietro ci ha lasciato le penne, e adesso ai alle calcagna dei criminali, complimenti al caporale migliore!»

A quelle parole Cristal non ci vide più. Un girò sul proprio posto, uno spintone a Levi per allontanarlo, il collo del suo piede che veniva a contatto con il collo di Ithan. Stava per scagliarsi contro il ragazzo, mentre suo fratello si faceva indietro, ma due possenti braccia la sollevarono da terra.

«Ma che cazzo fai Mocciosa!» Levi rimise Cristal con i piedi per terra solo quando i due si furono allontanati e lei smise di dimenarsi. Stupefatto notò il suo volto più pallido del solito, gli occhi lucidi, lei cercava di nasconderli. «Che ti prende?» Sfacciatamente le prese il mento, girandole il volto per osservarla meglio, mentre parlava con un filo di voce.

«Non accetto che delle mezze calzette mettano parole sui nomi dei miei cadetti!» 

Finalmente lui la lasciò, ma i suoi occhi non si staccavano da lei, che teneva il volto basso. «Credo, cadetto Ackerman, che dovresti tornare in camera tua.» Dette parole, si diedero le spalle. Lui seguì la strada dei compagni, lei quella dei due caporali, intenta a raggiungere l'ufficio di Erwin. 

Passarono minuti, lui già quasi dentro la struttura, lei aveva appena raggiunto le stalle, ma in un secondo, a quasi tutto il quartier generale, si gelò il sangue nell'udire l'urlo dolorante della donna più forte dell'umanità. Il corvino, Smith, Eren e Mikasa persero un battito nel riconoscere la sua voce.

Il primo a raggiungerla fu Erwin, e i suoi occhi si disperarono nel vederla in ginocchio sul fieno, vicino a lei un bastone da scopa spezzato, dalle sue labbra colava del sangue. Stringeva gli occhi, le girava la testa, e un mugolio di dolore sembrò uscirle dal petto quando Smith la prese i braccio, e trattenne un conato di vomito per miracolo. All'entrata delle stalle Levi li osservava perplesso. Cosa poteva essere successo in meno di 5 minuti per ridurla peggio dei suoi cadetti puniti? Il comandante a passo svelto, la mascella serrata e la giovane stretta al petto si precipitò nel laboratorio di Hanji che, appena vide la rossa, lasciò cadere il vassoio con i suoi arnesi sul pavimento, fiondandosi davanti al divano su cui Erwin la stava sdraiando. Il comandante e la scienziata si girarono verso la porta quando il corvino se la richiuse alle spalle, ma nessuno disse nulla.

«Chi è stato a colpirti, piccola mia..?» Hanji era quasi sul punto di piangere, mentre tirava fuori un fazzoletto dal taschino della sua giacca, pulendo il sangue sulle labbra della rossa. Levi spinse verso il divano una bacinella vuota vicino alla porta, le si vedeva in volo che stava per vomitare. Riuscì appena a sussurrare il nome di Nicholas prima di rigettare nella bacinella.  Tutti e tre sussultarono nel sentire la porta spalancarsi ed un Erwin furioso correre fuori.               

«Dite che sta andando a dirgliene quattro?» Chiese Hanji stupida del comandante, ma subito la rossa cerco di mettersi seduta, con scarsi risultati.

«Uno di voi due deve fermarlo, per favore, o farà un casino..» Alle parola di Cristal Hanji annuì, affrettandosi fuori e lanciando a Levi un fazzoletto pulito, lui lo passò al caporale. «Adorerei quella ragazza se non fosse pazza, sai, cadetto? Un giorno proverà a fare degli esperimenti anche su di voi, ne sono sicura.»

La faccia terrorizzata del criminale del sottosuolo fu l'ultima cosa che vide prima del buio e di un'altra fitta alla testa.

Levi AOT~Mine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora