La cura per lo Strozzabestie

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Clarke corse via, verso la stanza dell'amica, le lacrime minacciavano di uscirle dagli occhi. Forse era troppo piccola per capire cosa le stesse succedendo, ma di certo conosceva quel sapore amaro in bocca, quello del dolore. Aprì la porta e andò a sedersi accanto a Luna che già si aspettava il suo ritorno.

«Che è successo?»

«Niente... Ho conosciuto Costia...»

«Costia? Il secondo di Indra?»

«Non lo so... Era in camera di Lexa.»

«E allora?»

«Se non le avessi interrotte credo che Titus le avrebbe trovate entrambe a terra completamente svestite...»

«Oh, capisco.»

«Luna so cosa stai pensando e non è assolutamente così! Ai nou hod em in.» (Io non la amo) 

«Va bene, non ho detto questo, è solo che le vuoi bene nonostante tutto.» 

«Hai ragione... Si... Non voglio che muoia o che uccida delle persone per puro interesse politico.»

«Che intenzioni hai?»

«Curare Heda è l'unico modo per te di non combattere, per me di non veder morire Lexa e per Lexa di non uccidere.»

«Ma lo Strozzabestie è mortale, incurabile.»

«Troverò la cura!»

«Clarke, hai due giorni!»

«Lo so, ci riuscirò.»


Passarono due giorni, i più lunghi nella vita sia di Lexa che di Clarke. Entrambe intente a dimenticare ciò che era successo in quella stanza e a concentrarsi sui loro doveri. 

«Perché diavolo non funziona?! Susan, ho fatto in modo che la sostanza eliminasse la parte tossica della pianta! Perché non funziona?!»

«Clarke calmati!»

«Non posso calmarmi! Tra qualche ora Lexa morirà!»

«Lexa non morirà Clarke, lei è forte.»

«Non importa, Luna lo è di più, Luna la ucciderà se non faccio qualcosa!»

«Ce la puoi fare solo se ti calmi.»

«Come faccio a calmarmi?!»

«Pensa per chi lo stai facendo e concentrati Clarke!»


«Pensa per chi lo stai facendo e concentrati Lexa!»

«E per chi lo starei facendo Costia?!»

«Per il popolo, quando Heda non ci sarà più, TU governerai su queste terre!»

«Tu non sai com'è nell'arena! Ci siamo allenati tante volte lì, è grande, dodici porte, armi accanto ad ogni porta, cosicché chiunque possa prendere quella che preferisce, ci si può colpire da qualunque distanza, solo se sei astuto e abbastanza forte riesci a vincere se no diventi solo uno dei cerchi sulla schiena!»

«Lexa calmati!»

«Come faccio a calmarmi?!»

«Tu non morirai là fuori, fallo per me.» Disse Costia andandole accanto e prendendole la testa tra le mani per baciarla, in quel momento entrò Luna che urlò:

«Lexa devi venire immediata... Oh ciao! Tu devi essere Costia, Clarke mi ha parlato di te. A proposito Lexa, lei è qui, nella stanza di Heda.»

«Cosa? Che diavolo fa ancora qui.» Lexa senza nemmeno guardare la sua ragazza corse fuori dirigendosi dove c'era Clarke. La bionda era seduta accanto ad Aurelium, il comandante, e parlava con Titus.

«Ho una cura per lo Strozzabestie.»

«Non esiste, un intruglio di una bambina non curerà il comandante.»

«Senta, lei non mi sta simpatico, ma su una cosa siamo d'accordo: Aurelium è in fin di vita.»

«Clarke che ci fai qui?»

«Lexa aspetta...»

«Se questo intruglio, come lo vuole chiamare lei, non funzionerà Heda morirà uguale, se invece avrà effetto il nostro comandante potrà vivere ancora qualche  anno.»

«Titus, lasciala provare, non costa niente.»

«Avanti, fa vedere la sua medicina miracolosa.» Clarke annuì avvicinandosi ad Heda e facendogli ingoiare tutto il liquido verdastro. Guardò l'orologio da polso di suo padre, funzionante nonostante gli anni e disse:

«Tra un paio d'ore sia la febbre che le pustole dovrebbero scomparire, se no... Almeno ci ho provato...»

«Tutto qui?»

«Si.» La ragazza fece un leggero inchino e uscì dalla stanza toccando la spalla di Lexa in modo da farle capire che doveva seguirla. E così la mora fece, inconsapevole che Costia le stesse guardando. Camminarono per un po' poi Lexa la chiamò dicendo:

«Clarke, ti vuoi fermare?»

«Volevo vedere fino a quando mi avresti seguito senza contestare.»

«Perché lo hai fatto?»

«Perché ho provato a salvare Aurelium?»

«Esatto.»

«Perché senza un piano per eliminare Luna dal Conclave tu moriresti... Lei riuscirebbe ad ucciderti e io non voglio questo...»

«Vuoi dire che è un metodo per annullare il Conclave e il giorno dell'ascensione?»

«Esatto, l'ho fatto per te... Perché in tutti questi anni, io non ho fatto altro che domandarmi se anche tu qualche volta mi pensassi, se ti ricordassi di me... Ma adesso hai la tua vita e da oggi sparirò per sempre dalla tua, volevo solo provare a farti vivere e addestrare, se è quello che vuoi, ancora per qualche tempo, prima della TUA ascensione al ruolo di Commander.»

«Cosa ho fatto per meritarmi questo da te?»

«Vedi, quando ci sono solo io con te non hai bisogno di indossare la maschera da freddo Natblia, sei solo te stessa, ecco cosa hai fatto.»

«Resta qui finché Heda non si sarà svegliato.»

«E se non si sveglia?»

«Ai wich yu in.» (Mi fido di te)

«Mochof.» (Grazie) 


Le due ore di attesa passarono velocemente, Lexa quasi non si accorse che non vedeva Costia da quando era stata chiamata per andare da Clarke. Clarke invece era semplicemente felice di vedere che la sua amica era ancora la sua amica. Titus entrò in quel momento, Clarke e Lexa capirono subito a cos'era dovuta quell'interruzione. Tutti e tre andarono nella stanza di Heda. Clarke superò gli altri due andando ad aprire la porta per prima. Appena la aprì si coprì la bocca con una mano. Aurelium era sveglio, vivo.

«Tu devi essere Clarke kom Skaikru.»

«Sha, ai Heda.» (Sì, mio comandante)

«Ti devo la mia stessa vita, la tua cura è miracolosa. Vorrei prenderti come mia curatrice personale c'è una stanza proprio qua accanto se la desideri.»

«È un onore Heda, ma tutta la mia roba è a casa mia, vorrei poterla andare a prendere.»

«Manderò qualcuno a prenderla.»

«Con tutto il rispetto, ma preferirei andare io.»

«Come vuole.» Clarke si girò per andarsene, ma poi disse:

«Mochof, Heda.» (Grazie, Heda)

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L'autore. 〷◠‿◠〷

Due diversi scalini di una stessa piramideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora