Tempo perso

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DUE ANNI DOPO

«Credi che siano tutti morti lassù, papà?.»

«Perché dici questo, kiddo?.»

«Il termine è appena scaduto, diciassette anni.»

«Spero che il cancelliere Jaha abbia fatto qualcosa per salvarli, entro qualche settimana tutti inizieranno a perdere la vista, attacchi d'asma talmente forti da ucciderli.»

«Sai, vorrei conoscere mia madre, dai tuoi racconti sembra una persona fantastica.»

«Sì, ti piacerebbe...»

«È quasi mattina, Maya mi aspetta per la battuta di caccia, dobbiamo abbattere i cervi, Non capisco perché in questa stagione  le Pantere non abbiano voglia di fare il loro compito...»

«Certo tesoro, vai ti aspetto per cena.»

«Papà... Vuoi venire anche tu?»

«Va bene, prepara la mia armatura.»

«Sono due anni che la indossi ancora non sai farne a meno, i cibi a due teste non sono animali pericolosi.»

«Ma io non sono cresciuto nella foresta come te, Kiddo...»

«Farò finta di crederci...»

«Vuoi fare la spiritosa oggi, non è così?»

«Io sono sempre spiritosa.»

«Hai finito la lancia alla quale stavi lavorando?»

«Devo solo legare la selce al ramo ed è finita.»

«Che ne dici se lo fai subito, così la usi per la battuta di caccia di questa settimana.»

«Sai, potresti avere ragione per una volta...»

«Potrei?»

«Esattamente... Io posso e tu potresti, come al solito, no?»

«Come al solito, certo...» Questa volta il suo tono era triste, quasi sconsolato, sembrava avesse degli impianti per qualcosa...

«Che hai?»

«Hai diciassette anni Clarke... Da quanto mi conosci?Due anni? Uno e mezzo? Vieni qui...» Jake fece avvicinare la ragazza e l'abbracciò.

«Non voglio perderti, Clarke...»

«Papà, tu non mi perderai, mai, io non morirò perché ho una... Anzi due motivi per non arrendermi.»

«Sono segreti o posso sapere quali sono...»

«Uno sei tu... E l'altro... L'altro è Heda. Può sembrare forte, anzi, lei è fortissima, ma c'è una cosa che deve ancora imparare che io invece ho scoperto in quegli anni, mentre ero emarginata da Polis, dopo che Nora aveva detto alle guardie del comandante dell'esistenza di Lexa... Ho imparato che non si possono sempre proteggere le persone alle quali si vuole bene. Io, per esempio, posso proteggere me e te, ma non lei. Tipo te con gli abitanti dell'Arca, ma non puoi fare niente... E lei... Lei avrebbe voluto proteggere Costia e me... Ma per un motivo o per un altro non c'è riuscita...»

«Dovrei essere io a proteggerti...»

«Senza offesa ma tu non sei nemmeno salire su un albero senza aiuti, sai le unghie di pantera dopo un po' si consumano...» Il padre sorrise abbracciando più forte la figlia, forte come forse non abbia mai fatto...

«Non lascerò che ti accada niente, Clarke.»

«Adesso basta con tutta questa dolcezza, Maya ci sarà sicuramente aspettando, già la immagino chiedendosi che fine ho fatto...» I due uscirono dal piccolo bunker nel quale vivevano. Nel tempo si era trasformato nella loro casa, un'opera d'arte creata con tutti i disegni che potevano venire in mente alla piccola adolescente, era la loro riserva di cibo, il loro posto caldo, la loro unica fonte di vita... Ci tenevano le cose più preziose...

Due diversi scalini di una stessa piramideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora