Che cuore grande che hai... Serve per spezzarlo meglio...

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Clarke uscì dal grattacielo di Polis e corse da Susan più felice che mai entrò nella locanda e corse ad abbracciarla.

«A cosa devo tutta questa felicità?»

«Indovina!»

«Ce l'hai fatta?! Sapevo che ce l'avresti fatta! Clarke, sei un genio!»

«Lo so! In più Aurelium mi ha offerto un posto come sua guaritrice personale! Avrò una stanza tutta per me!»

«Veramente?! Ma è fantastico!»

«Devo andare a casa mia a prendere le mie cose vuoi darmi una mano?»

«Non posso adesso, è orario di scambio, ti posso aiutare dopo, quando le porti al grattacielo.»

«Ok, grazie! Ci vediamo dopo.»

«A dopo strik gona!» (Piccola guerriera) Clarke corse per circa un'ora e mezzo fino ad arrivare a casa sua, era sempre felice di tornarci, si diresse verso la scala che la portava al "primo piano", ma appena mise una mano su una delle assi qualcuno la chiamò.

«Quello che hai fatto per Lexa è stato veramente dolce.» Clarke . aveva riconosciuto subito quella voce, così irritante!

«Costia che ci fai qui?»

«Sono solo venuta a dirti grazie e a complimentarmi per il tuo coraggio.»

«Il mio coraggio?»

«Si, sei andata da Titus e lo hai obbligato a farti fare quello che volevi tu.»

«Si chiama persuasione.»

«Allora hai un potere di persuasione decisamente elevato per convincere Titus.»

«Ci so fare con le persone.» Clarke provò nuovamente a salire, ma una mano la afferrò portandola giù.

«Dove pensi di andare?»

«A prendere la MIA roba.»

«Sai... Lexa in fondo è solo una ragazzina chiusa in una bolla, tu ormai sei una donna, sai come funziona il mondo fuori da Polis... Potresti andarmi a genio sai.» Disse Costia mentre si avvicinava sempre di più alla bionda. Clarke le spostò una ciocca di capelli dal viso e le sussurrò a fior di labbra:

«Sai, quando ti ho vista non pensavo fossi il tuo tipo.»

«Ma lo sei, quindi...»

«Quindi tu sei solo una lurida sgualdrina da quattro soldi.»

«Cosa?! Pensavo ti piacessi! Non dovresti illudermi in questo modo!»

«Cosa?! Pensavo che Lexa ti piacesse! Non dovresti illuderla in questo modo! Vattene, questa è casa mia, non ti voglio più vedere qui!»


Due ore dopo. Alla locanda.

«Susan! Dove diavolo sei Susan!»

«Sono qua fuori... Mi hanno sfrattato...»

«Cosa?!»

«Non ti devi preoccupare, ho tutta la mia roba, tranne il mio locale...»

«Chi ha fatto questo?»

«Qualcuno in alto probabilmente... Non hai fatto arrabbiare nessuno a palazzo vero Griffin?»

«No! Vuoi vedere che è stata...»

«Torno domani con delle notizie, vai a casa mia per la notte.»

«Va bene, grazie...» Le due si divisero. Clarke più arrabbiata che mai corse a palazzo, per quando potesse correre con tutta la sua roba sulle spalle, salì le scale fino ad arrivare al piano di Lexa e lasciò malamente lo zaino nella sua camera e andò in quella di Lexa. Aprì la porta facendola sbattere. Le due ragazze si alzarono sedute di scatto e subito Lexa, vedendo la bionda, si incupì:

Due diversi scalini di una stessa piramideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora