Si posizionarono qualche metro più avanti alla prima torre del filare, una spessa linea difensiva presidiata dal settanta percento delle forze armante presenti nel Distretto. Automobili fornite di mitragliatori, mortai e uomini armati fino ai denti. Il tutto costituiva l'ultima speranza per l'umanità. Il sergente Negher aveva schierato i suoi uomini al meglio delle possibilità. Diede una rapida occhiata alla dozzina di vedette che svolazzavano qua e la, per poi spostare lo sguardo alla sinistra del convoglio, dove il grande mitragliatore era incastonato sulla terrazza della torre. Ed infine si mise a fissare i suoi uomini in volto:
l'età non faceva differenza, il terrore gli si era incollato come una maschera in ciascuno di loro. Nessuno era preparato ad una situazione come quella, perfino Negher, che in breve tempo aveva messo in piedi l'intera strategia difensiva. Perfino lui non poteva separarsi da quella paura.
Una distesa oscura avanzava all'orizzonte. Un esercito sconfinato stava per raggiungere la seconda torre della linea di sinistra, non avrebbero trovato nessuno a presidiarla, a parte una massiccia quantità di esplosivo.
Per Jesper era una giornata di lavoro come tante. Quel giorno si occupava delle munizioni. I tappi alle orecchie attutivano il continuo trambusto provocato dai macchinari che in quel reparto si occupavano ti pressare i bussolotti dei proiettili da mortaio.
Il ragazzo si occupava di rifornire le macchine per il dosaggio di polvere da sparo, controllare manualmente che i proiettili non avessero difetti e altre mansioni minori.
La mente vagava spesso, non appena si abituava al sordo rumore delle presse. Pensava a sua madre nella fabbrica di utensili, pensava a Levion e di quanto fosse sprecato come manovale, ma soprattutto pensava a come fosse la vita prima dell'apocalisse.
"Ciò che rappresentava il lugubre Distretto in cui viviamo è solo l'ombra di ciò che l'uomo fu in grado di realizzare" queste erano le parole che aveva sentito pronunciare da suo fratello Levion, così giovane e allo stesso tempo così grande. palazzi che toccavano le nuvole, percorsi uno sopra l'altro e svariati macchinari per qualsiasi mansione. "Ci era stato tolto tutto ciò che eravamo stati in grado di raggiungere", questo pensiero riempiva Jesper di amarezza.
Gli elicotteri dei manutentori arrivarono sul posto, posizionandosi tutti intorno la parete squarciata. L'afflusso di non morti era ancora elevato, ma non potevano aspettare. Le pompe furono attivate ed ogni elicottero incominciò a gettare del cemento liquido all'interno della breccia. In pochi istanti il cemento prese a solidificarsi, inghiottendo gli ultimi non morti che volevano oltrepassare la breccia. Nel giro di pochi minuti l'enorme gettata di cemento divenne solida, sigillando ermeticamente il passaggio.
Dopo di che, alcuni elicotteri si diressero sul lato esterno delle mura, per poi spruzzare un liquido sulla sul rattoppo appena formato. Si trattava di una sostanza oleosa permanente, di cui tutta la muraglia era impregnata. Serviva ad impedire ai non morti di arrampicarsi.
Il flusso degli infetti era stato arrestato.
La buona notizia non fu però sufficiente a scacciare i pensieri di Negher. Si aggirava irrequieto tra i suoi uomini nelle retrofile, calcolando ogni possibilità. Il suo piano era pronto, accurato in ogni dettaglio. Ma non riusciva comunque a stare tranquillo.
Si innalzavano delle grida da quella macchia nera, che come un onda sembrava pronta ad abbattersi su di loro. Il tambureggiare della marcia era una melodia terrificante, increspava l'aria, scuoteva la terra e uccideva la speranza. Perfino il cielo azzurro di quella giornata aveva lasciato il posto ad una coltre di nubi.
"Come posso fermare una cosa del genere?"
Il sergente Negher non aveva una risposta. Intorno a lui c'era schierata tutto ciò che aveva a disposizione: quattordici mortai torreggiavano di fronte alla recinzione, la mitragliatrice della torre di sinistra vigilava minacciosa e qualche metro più avanti quasi trecento uomini erano pronti a far fuoco, protetti da dozzine di automobili accessoriate con mitragliatrici. Il tutto formava una linea difensiva di decine di metri.
Lo sguardo delle sentinelle era puntato sull'esercito di non morti. Negher poteva vederlo chiaramente grazie ad una lavagnetta-schermo che teneva in mano.
Gli zombie avevano raggiunto la seconda torre. Si trovavano a meno di un chilometro da loro. Il sergente attese qualche secondo, il nemico stava avanzando velocemente, era il momento.
"Adesso!" Negher premette un pulsante e una violenta detonazione si sprigionò dalla torre. Fu un esplosione tremenda. Il boato era assordante e una pioggia di detriti si abbatté sui non morti. Dai militari si levò un respiro di sollievo, l'esplosione fu devastante, molti infetti furono annientati, un fianco della torre ne aveva seppelliti altri.
Il sergente rimase inflessibile, dallo schermo si capiva chiaramente che era stato come gettare un sasso nell'oceano. l'orda era ancora li, come se non fosse successo niente. Anche gli infetti colpiti dalle macerie furono presto in piedi, rigenerati e pronti per avanzare.
"Il piano ha inizio, o tutto o niente".
Il non morto alpha emise un grido stridulo tanto intenso da sembrar di graffiare l'aria. L'esercito oscuro iniziò una carica furibonda e il già flebile entusiasmo dei soldati fu ben presto estirpato. Quei mostri correvano veloci quanto un'automobile.
Il sergente Negher diede il segnale ai mortai e le bombe fischiarono su nel cielo. Una dietro l'altra, piombarono sulla folla; poco prima di toccare il suolo, ad una decina di metri d'altezza, i proiettili a grappolo si spalancarono in una pioggia di frammenti che tranciarono l'esercito nemico. L'avanzata degli infetti si era quasi interrotta. Un gruppo sfuggito all'attacco procedeva senza timore, il resto dell'orda invece rimase immobile. Allo zombie alpha non sfuggì che un'altra pioggia distruttiva stava per abbattersi su di loro e con un grido vigoroso guidò l'orda verso gli uomini di Negher.
I colpi di mortaio non davano tregua, mentre gli infetti continuavano la carica, ignorando i loro simili che balzavano in aria a causa delle esplosioni. Senza che Negher se ne accorgesse, il nemico si stava schierando in una formazione compatta e uniforme. Invece di assaltare tutta la linea nemica come aveva previsto il sergente, "vogliono sfondarci in un unico punto".
Gli zombie formarono una lancia di sfondamento dritta verso il fianco sinistro dello schieramento, in prossimità della torre.
Fu in quel momento che il sergente Negher comprese che non aveva a che fare con delle bestie assetate di morte. "Quel non morto anomalo comanda l'orda e pianifica strategie" pensò il sergente, mentre una gelida pelle d'oca gli increspava la pelle "Disperdere il suo esercito significa ridurne la potenza e renderlo più vulnerabile ai colpi del mortaio e della mitragliatrice. Un attacco concentrato tutto in un punto invece, resisterebbe fino a violare senza troppa difficoltà il nostro schieramento".
- Commento dell'autore -
Negher ha messo in campo tutte le forze di cui dispone, saranno sufficienti?
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Prototype Radania
Science FictionL'umanità è sull'orlo dell'estinzione, costretta a nascondersi in città fortezze gestite da rigidi sistemi sociali. Chiudersi in isolamento è l'unico modo per sopravvivere all'estinzione che bussa costantemente alla porta di Radania, la grande città...