12. Soccorsi

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Era una donna sulla trentina, possedeva una fisionomia slanciata e atletica, avvolta da una pelle color terra. Le piccole labbra carnose su cui appoggiava un tondo e minuscolo naso erano niente in confronto agli occhi scintillanti come due pepite d'oro. I lunghi capelli neri, raccolti in una coda di cavallo, la quale precipitava dolcemente lungo la schiena. Indossava una maglietta gialla a maniche corte e dei pantaloni scuri molto attillati.

I suoi profondi occhi d'orati erano fissi su Jesper e il suo aggressore, che esordì divertito <<Finalmente ci rincontriamo!>>.

Un malsano ghigno increspava la folta barba rossastra dell'uomo, mentre provava a divincolarsi come una furia dall'avvolgente stretta dei "tentacoli".

Jesper era ancora dolorante per il colpo subito, stava cercando disperatamente di riacquistare il respiro, mentre strisciava all'indietro per allontanarsi da quell'uomo dalla forza mostruosa "Che diavolo sta succedendo? Devo andarmene da qui".

L'aggressore stava giocando al tiro alla fune con la donna, trascinandola verso se grazie all'ausilio delle sue braccia poderose.

Lei porse repentinamente anche l'altro braccio, dal quale fuoriuscirono altri lacci che in un attimo si avvinghiarono intorno alle gambe dell'avversario. Nel giro di pochi secondi l'uomo ne era completamente avvolto: decine di "tentacoli" neri si contorcevano lungo il suo corpo in un'unica stretta micidiale.

<<Adesso!>> urlò leggermente paonazza in volto e piegata su se stessa nell'evidente sforzo d'immobilizzare quella forza sovrumana.

Da dietro le spalle di Jesper schizzarono due individui, un ragazzo ed una ragazza che si posizionarono ai lati dell'uomo intrappolato. <<Presto sbrigatevi>> intimò la donna e i due appoggiarono le loro mani sul corpo dell'ostaggio.

Jesper comprese che quelle due nuove figure avessero più o meno la sua stessa età. Il ragazzo non troppo robusto sorreggeva con il piccolo collo una testa allungata, contornata da lineamenti leggermente incavati, il tutto coperto da un mucchietto di finissimi capelli marroni. La ragazza invece indossava lineamenti molto graziosi, completamente differenti da quelli della donna: pelle chiara come il latte e biondissimi capelli biondi a caschetto.

"Cosa stanno facendo?" si chiese Jesper ancora incredulo di fronte agli avvenimenti, che come gocce di pioggia si susseguivano senza dar tempo al ragazzo di poterli assimilare.

Dai palmi delle loro mani si ramificarono dei lembi di pelle, simili a stoffa fluente che si fusero nei vestiti dell'ostaggio, come delle sottospecie di membrane.

<<Bastardi>> urlò l'uomo mentre si dimenava in continuazione, alle prese con la stretta dei tentacoli, i quali si allentavano sotto la forza brutale dell'uomo, per poi ristringersi a consolidare nuovamente la morsa.

All'improvviso il ragazzo fu trafitto alla tempia da una lancia color ebano, dalla forma frastagliata e leggermente irregolare. L'oggetto aveva perforato il cranio della vittima da parte a parte, e il giovane cadde per terra inerme, senza neanche accorgersi di quanto era successo.

La ragazza, che si trovava sul lato opposto dell'uomo intrappolato, non comprese perfettamente cosa stesse succedendo, ma quando vide per terra il volto del suo compagno, pietrificato in uno sguardo di assoluta inespressività, lanciò un urlo di spavento.

<<Scappa Katia!>> gli ordinò la donna dalla pelle scura. Lo sforzo di tenere bloccato la vittima era enorme, ma ciò non gli impedì di comprendere cosa stesse succedendo "Ci hanno fregato".

Quell'oggetto proveniva dalle sue spalle e non quando la donna si girò in quella direzione, un'altra lancia piombò dal cielo proprio verso di lei.

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