0.9

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"Mi dispiace ma non possiamo aggiustare le bambole e questa bambola sembra rotta gravemente-"

"Va tutto bene Namjoon ah, lasciami questo cliente." un ragazzo con i capelli neri lo interruppe. Il ragazzo dai capelli verde menta fu scioccato all'inizio, ma poi scomparì dietro il bancone.

"Quindi sei tu quello che ha comprato la bambola che piange?" il bel ragazzo chiese. Era alto, aveva delle spalle larghe e un viso definito - ma non era quello il punto.

Jungkook voleva aggiustare Jimin così tanto. Era davvero disperato.

"Sì sono io." rispose Jungkook mordendosi le labbra mentre abbassava lo sguardo sulla bambola rotta.

"Quindi l'hai rotta?" chiese il nero, con le sopracciglia alzate.

"Cosa? No! Io- è solo che- io- si è trasformato- ma- ugh-" Jungkook si colpì la fronte per la sua stupidità, come se quel ragazzo potesse credergli.

"N-non lo so..." disse alla fine Jungkook. Pensava che il ragazzo gli rivolgesse un'occhiata confusa ma, al contrario, il nero scoppiò a ridere.

"Oh Dio, dovresti vederti allo specchio." disse il ragazzo tra le risate e le sue parole confusero Jungkook.

"Senti ragazzino, probabilmente hai pensato che non ti avrei creduto vero?" constatò il nero e Jungkook annuì leggermente.

"E ti sbagli. Mi chiedo se Jimin ti abbia detto di Eseujei prima." disse il nero e Jungkook alzò le sopracciglia.

Allora il ragazzo puntò il suo indice sul suo petto e quando Jungkook lo seguì, capì.

Il ragazzo indossava una targhetta con il nome 'Seokjin'.

Seokjin era un acronimo che poteva essere pronunciato anche come Eseujei.

"Capito?" esclamò il nero con un grande sorriso e Jungkook annuì confuso.

"M-ma come... Jimin ha detto che era tipo un secolo fa quando il suo padrone lo lasciò-"

"Shh." lo zittì con un occhiolino. E le spalle di Jungkook tremarono leggermente.

"Non dirmi che anche tu sei uno di loro..." sussurrò Jungkook e il ragazzo alzò le spalle prima di guardarlo con un'altra occhiata saccente.

"Ma! Se tu sei davvero l'Eseujei di cui ha parlato Jimin dimmi perché il suo padrone lo ha lasciato?! Perché?!" urlò Jungkook. Non poteva controllarsi.

L'altro sospirò leggermente prima di gesticolare per farsi seguire dal moro nel suo ufficio.

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La bambola saltò giù dalla panchina quando il suo padrone entrò nella stanza.

"Padrone!" esclamò la bambola con un grande sorriso che fu ricambiato.

Il ragazzo con gli occhi rossi abbracciò il più piccolo prima di alzarlo e di portarlo nella sua camera.

Quando posò il minore sul letto con le lenzuola blu, il demone si inginocchiò accanto al letto, con le mani intrecciate a quelle piccole del ragazzo dai capelli rosa.

"E' tardi, principessa. Perché sei ancora sveglio?" chiese il ragazzo con i capelli grigi e due corna, stuzzicando il suo naso con l'indice. La bambola arricciò il naso in risposta.

"Jimin stava aspettando il padrone... Il padrone continua a tornare a casa così tardi ultimamente." rispose con un broncio. Il demone ridacchiò prima di scompigliare i capelli dell'altro.

"Il padrone ha del lavoro lì fuori. Ora sorridi, principessa." rispose il demone. Essendo la bambola obbediente che è, sorrise allegramente.

"Dormi principessa, buonanotte." disse alla fine il demone prima di lasciare un bacio sulla fronte della bambola e lasciò la stanza.

Fu la notte dopo che tutto cadde a pezzi.

Jimin stava aspettando che il suo padrone tornasse la sera e lui tornò esattamente a mezzanotte e venti.

Era felice ma il suo padrone non lo era al momento. Il demone aveva un'espressione indescrivibile sul volto e questo fece un po' paura alla bambola.

"Padrone?" esclamò la bambola come al solito ma questa volta era quasi una domanda e non la solita esclamazione felice.

La bambola stava per richiamarlo quando fu tirato improvvisamente in un abbraccio. Ma l'abbraccio non era come i soliti. Erano confortanti di solito ma ora era quasi disperato. 

La bambola stava per chiedere al suo padrone cosa avesse mentre il suo padrone continuava a baciargli il volto.

"il padrone ama Jimin così tanto, lo sai principessa?" disse il demone con un sorriso debole. Il cuore di Jimin si tese al sorriso quasi finto ma era troppo puro per capire cosa stava provando, quindi finì per ricambiare il sorriso.

"Anche Jimin ama il padrone!" esclamò felicemente la bambola. Un sorriso falso era ancora sul volto del demone e la cosa successiva furono le sue labbra attaccate a quelle del suo padrone.

Jimin era scioccato perché il suo padrone non aveva mai baciato sulle labbra, dicendo che era troppo intimo per qualcuno così giovane e puro come Jimin.

"Il padrone ti ama..." il demone continuò a mormorare nel bacio.  Dopo altri baci, il demone si allontanò, con un sorriso triste sulle labbra.

"Jimin ah..." disse il demone e la bambola piegò la testa.

"Sì padrone?"

"Il padrone può mostrarti quanto ama Jiminnie?" chiese il padrone e questo mandò delle scariche elettriche sulla spina dorsale della bambola prima che annuì.

E la prossima cosa che seppe Jimin, la cosa che si chiamava 'prova che il padrone lo ama' consisteva nel padrone che metteva la sua parte privata nel sedere della bambola, mormorando dei 'ti amo' e baciandolo.

Jimin non lo odiava ma gli piaceva. Riusciva a sentire l'amore del padrone e questo lo faceva sentire amato.

Prima che entrambi furono esausti, i due riuscirono a parlare per un po'.

"Andrò da qualche parte lontano, Jimin ah. Mentre non ci sarò, ci sarà qualcuno che si prenderà cura di te, Eseujei. Sii un bravo ragazzo, okay principessa?"

La bambola aggrottò le sopracciglia. Vedendolo, il demone ridacchiò.

"Rilassa le sopracciglia e sorridi. Fa' vedere il sorriso al padrone principessa." disse il demone e la bambola obbedì, sostituendo la sua espressione attonita con la sua solita gioiosa.

Poi il demone baciò la fronte della bambola prima che la bambola si addormentò.

"Ho peccato." fu l'ultima cosa che sentì dal suo padrone prima che lui scomparisse il giorno dopo e sempre.

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"Quindi non possiamo aggiustarlo?" chiese nervosamente Jungkook . Il nero sospirò.

"Sfortunatamente no. La bambola è rotta davvero malamente e basandomi sulle informazioni che hai detto, sembra che il suo spirito se ne è andato. Non può più essere aiutato, scusa... è anche colpa mia, comunque." disse il ragazzo, mormorando l'ultima frase.

"Non è colpa tua, Seokjin ssi. Hai cercato di soddisfare il suo desiderio innocente e l'hai fatto. E senza il tuo incantesimo, Jimin sarebbe vissuto nella bugia." disse Jungkook e Seokjin serrò le labbra, pensando.

"E per quanto riguarda i pezzi di porcellana... Li butto o...?"

"penso che sia meglio per te se bruci il suo spirito così che potrà riposare in pace. Anche se non è umano ha comunque lo spirito." spiegò Seokjin e Jungkook annuì.

"Quindi ora vado..." disse Jungkook quando si alzò. E il ragazzo copiò le sue azioni.

I due si strinsero la mano e Jungkook lasciò il negozio con il cuore inquieto ma anche sollevato.

Tutto doveva arrivare a una fine. E anche Jimin. 

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