IV.

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Jungkook ha undici anni quando capisce di essere davvero interessato al nuoto.
Non perché tutti lo chiamino prodigio o lo riempiano di complimenti, lo lusinga tutto ciò ma non è quello che davvero gli interessa.
Semplicemente, dopo sei anni di nuoto, ha capito che gli piace davvero farlo a dispetto del suo amore per l'acqua.
Forse lo ha capito quando ha vinto la sua prima sfida alle medie e ha stretto la sua medaglia d'oro per i 100 stile libero; forse lo ha capito grazie alle parole di Jimin che gli hanno fatto aprire gli occhi.
Una sera Jimin lo aveva invitato a dormire a casa sua e nonostante Jungkook si sentisse un po' in ansia (era una cosa che non aveva mai fatto con nessuno) aveva accettato. Perché Jimin era il suo migliore amico e Jungkook era piuttosto sicuro che la sintonia che c'era tra i due non era condivisa solo all'interno di una piscina.
I due si trovavano nella cameretta di Jimin ed erano stesi sui loro rispettivi letti in modo da potersi vedere in faccia.
"Perché nuoti? Chiede poi Jungkook improvvisamente.
Jimin, ormai tredicenne, pare stupito dalla domanda e dopo averci pensato un po' gli da una risposta.
"Perché mi piace." Gli dice semplicemente.
Jungkook annuisce comprensivo. "Qual è il tuo sogno?" il ragazzo si chiede perché non abbia mai avuto una conversazione del genere con Jimin nonostante i due si conoscano da tanti anni.
"Voglio diventare un nuotatore professionista." Risponde senza esitare. "Voglio nuotare nella nazionale e portare con orgoglio la bandiera Sudcoreana alle olimpiadi e ai campionati di nuoto." Una sorriso sereno si distende sul volto del maggiore.
Jungkook riflette sulle parole dell'amico. E lui? Lui cosa vuole? Lui perché nuota?
Dopo qualche minuto di silenzio Jungkook si rivolge all'altro. "Ti auguro di realizzare il tuo sogno."
Jimin gli fa l'occhiolino. "Ci puoi contare!"
Jungkook ridacchia.
"Tu invece, cosa vuoi fare da grande?"
Jungkook ci pensa un po' su e poi le parole escono fuori senza che lui possa fermarle. "Lo stesso che hai detto tu."
Jimin sorride e annuisce. "Buona fortuna." Gli dice per poi distendere il braccio fino a quando la sua mano non raggiunge i soffici capelli di Jungkook che scompiglia affettuosamente.

Jungkook a volte pensa a quando ha conosciuto Jimin e di quanto quel loro primo incontro fosse stato bizzarro ma al tempo stesso incredibilmente normale.
Pensa alla strana amicizia che hanno sviluppato con gli anni, un'amicizia basata per lo più sulla loro comune passione per il nuoto e per una sana competizione che spinge l'altro a cercare di migliorarsi sempre di più per riuscire a battere l'amico.
Jungkook quando era alle elementari ammirava incredibilmente Jimin. Perché era il suo hyung, perché era molto più esperto di lui, perché provava una irrefrenabile passione per il nuoto che Jungkook era abbastanza sicuro nessuno sarebbe stato capace di distruggere neppure impegnandosi.
Jungkook ancora adesso ammirava l'altro ragazzo.
Ammirava il suo corpo sempre più scolpito ed attraente, la sua voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo.
D'altro canto, se all'inizio Jimin si comportava come un maestro nei confronti di Jungkook, con il tempo il maggiore ha iniziato a capire che Jungkook non aveva alcun bisogno di una guida.
Perché Jungkook era talento puro.
Tutto quello che faceva gli riusciva alla perfezione dopo solo qualche tentativo.
Jimin lo supportava continuamente e si vantava con gli altri ragazzi del corso di avere un prodigio del nuoto come migliore amico. Ed era vero, Jimin era fiero di Jungkook e di quanto sembrasse migliorare ogni giorno.
Fino a quando il suo talento non cominciò a divenire motivo di frustrazione per Jimin.
Non che fosse stata voluta la cosa, da nessuna delle due parti.
Semplicemente, Jimin ha cominciato ad accorgersi che oltre a sentimenti quali orgoglio e ammirazione, il suo cuore stava cominciando a covare anche invidia nei confronti di Jungkook.
Perché Jungkook era perfetto e non aveva bisogno di impegnarsi eccessivamente per raggiungere qualcosa.
Perché ogni volta che loro due gareggiavano insieme il più piccolo lo batteva ogni volta, nonostante Jimin si impegnasse ogni giorno sempre di più per migliorarsi.
E ogni volta che terminavano una gara Jungkook gli si avvicinava e gli porgeva la mano con un piccolo sorriso. "Impegnamoci anche la prossima volta! Sei stato bravo!" gli diceva ogni volta e Jimin forzava un sorriso per non farlo preoccupare ma dentro si sentiva sempre più senza talento ed il suo orgoglio non faceva che essere brutalmente pestato.
Jimin non riusciva più a credere alle parole di chi gli stava intorno e stava cominciando a perdere fiducia in se stesso e nelle sue capacità.  

The Best Of Me // JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora