«Addiction»

361 36 67
                                    

{ One Shot; Rating giallo (tematiche delicate). Protagonisti: Clyde x Kain (OC) }

Maledetto quel giorno in cui ti ho incontrato

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Maledetto quel giorno in cui ti ho incontrato.

Nella mia solitudine stavo bene, o almeno mi ero auto-convinto fosse così, tra una dose e l'altra. E poi, cosa? Sei arrivato tu. Dannazione, perché?

«Io riuscirò ad aiutarti, è una sfida personale» mi dicesti. Avrei voluto seriamente ucciderti in quel momento. 

Volevo solo tenerti lontano da questa faccenda, che è troppo grande sia per me che per te. Perché mai un ragazzo per bene sentiva il bisogno di sporcarsi le mani con un simile verme? 

Sei totalmente pazzo, Kain Gray. 

«Era solo un brutto incubo» sussurrasti quella mattina, cercando di placare quell'attacco di panico che mi aveva colpito già alle prime luci dell'alba.
Vedevo sangue, sangue ovunque. Perfino sulle tue mani così piccole, anche sul tuo viso. Sporcava quei tuoi lineamenti dolci, quelle labbra che così tanto amavo. Sapevo dentro di me che nulla di quello era reale, ma in quel momento se non ci fossi stato tu chissà cosa avrei mandato giù. Qualche calmante, o forse semplicemente la mia dannata droga. Come sempre.

«Perché lo fai?» mormorasti in lacrime.
Non avevo ancora ripreso conoscenza del tutto, ma sapevo di averti deluso. Non appena ti guardai, vidi con quanta cura stavi medicando le mie ferite. Perché mai? 

«Non riesco a smettere.» ammisi. «Ecco perché non volevo averti così vicino. Avresti sofferto, perché sono una frana. Lo sapevo già.» 

Dovevi andare via nei miei piani, odiarmi. Dovevo farti schifo e pena, così sarebbe tornato tutto alla normalità. Io consumato dalla droga, solo perché ero troppo codardo per uccidermi direttamente; e tu tranquillo e felice, senza nessuno di cui doverti preoccupare. Ma sai cosa mi faceva più rabbia? Che io non te lo avevo nemmeno chiesto di aiutarmi, mai. Lo facevi e basta, perché ti andava.  Perché ero diventato la tua sfida da vincere.

«Sono io! Clyde, cazzo!» urlasti piangendo, stringendomi il viso tra le mani.

Eri arrivato al limite, forse? Come ho fatto a non riconoscerti, anche se per così poco? 

«Non sono stato io!» mi ostinavo a ripetere, pensando ancora una volta a quell'incidente. Nonostante io ti spingessi via, tu eri sempre lì accanto a me. Le tue mani tremavano, come facevano sempre quando eri preoccupato.

Sei così debole, Kain. Ma ti ostini a corrermi dietro.

Ho rischiato di morire davanti ai tuoi occhi increduli. E subito dopo, ho visto lo stesso. Era tutta colpa mia, mia, mia. 

La tua pelle, così delicata... Lacerata, insanguinata. A causa del mio egoismo, della mia testardaggine. 

«Quando ti minacciai di farlo... Non mi credesti» sussurrasti, guardandomi col un sorrisetto rassegnato, sofferente. «Tra me e la droga, hai scelto quella merda.» 

Mi precipitai al tuo fianco, baciandoti più e più volte come non avevo mai fatto prima. Scusa, scusa, scusa.

«Non mi hai nemmeno mai detto "ti amo". Nemmeno una volta.» mormorasti, lasciandoti stringere.
Quanto stupido potevo essere stato? Certo che ti amavo. E sarebbe stato da idioti dire "ti amo più della mia vita", visto quanto poco valore davo ad essa prima di incontrarti. 

Quel tuo gesto estremo, in effetti fu ciò che mi convinse a smettere. O meglio, a provarci. Mi allontanai pian piano dall'eroina, poi dal resto. 

Almeno, mi hai lasciato tenere le sigarette.

Ma conoscendomi, so che non smetterò mai al cento per cento, con la droga.

Mi basta guardarti ogni sera, respirare il tuo odore. Accarezzare il tuo petto nudo e giocare con i tuoi riccioli castani, godendomi in silenzio il dolcissimo suono dei tuoi gemiti. 

Kain Gray, santo cielo. 

Sei diventato tu stesso la mia nuova droga.

One Shot & Co.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora