Prologo

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Prologo:

Da secoli sulla famiglia Malfoy regna una maledizione che colpisce solo il ramo maschile della casata. La mattina del suo sedicesimo compleanno Draco si era svegliato di pessimo umore, erano giorni che dormiva malissimo e la presenza di Voldemort e Nagini in casa non lo aiutava proprio per niente.

Non voleva essere un Mangiamorte e pregava dentro di sé che qualcosa cambiasse nella sua vita salvandolo così da quel destino avverso. La mattina del suo sedicesimo compleanno, un elfo entrò nella stanza del ragazzo e aprì le tende delle finestre permettendo al sole di entrare in tutta la sua bellezza, in quello stesso istante una luce argentea avvolse Draco.

Spaventato da quello che stava succedendo l'elfo, andò a chiamare Narcissa Malfoy. Entrata nella stanza, la donna trovò davanti a sé un leone dagli occhi argentei che la osservava spaventato. Con un colpo di bacchetta la donna si chiuse la porta alle spalle insonorizzando la stanza in modo che nessuno sentisse quello che doveva dire al figlio. Non era per niente spaventata da quella situazione, in fin dei conti l'aveva già vissuta con il marito ai tempi in cui frequentavano Hogwarts così, si rivolse al figlio dicendogli: «Draco, ascoltami con attenzione. Non puoi più restare qui, devi andare in un posto sicuro. Chiedi aiuto a Harry...» un mugolio sconsolato uscì dalla bocca del leone, ma sapeva bene dentro di sé, che la madre aveva ragione.

Lentamente la donna prese una spazzola e pettinò la criniera dorata del leone, sotto quei gesti semplici e delicati Draco si rilassò e decise di andare contro il suo orgoglio e di scrivere a Harry poche righe per farsi aiutare, il solo problema era incentrato sullo scrivere perché non aveva mani. Così la madre sorrise per un attimo e disse: «Al tramonto tornerai umano, e potrai scrivergli devi avere pazienza. Per ora evita di uscire da questa stanza. A Voldemort non importa l'aspetto che hai, ti vuole marchiare e lo farà a tutti i costi» Draco annuì, sarebbe restato nella sua stanza. In fin dei conti non aveva nemmeno voglia di uscire da lì e vedere quell'essere dalla faccia serpentina per l'ennesima volta. Certo voleva rendere onore alla sua famiglia, ma quello non era il percorso giusto. Non lo avrebbe mai detto a voce alta, ma lui non voleva seguire le orme di suo padre. Non gli restava altro da fare che aspettare.

Alla fine della giornata più noiosa che avesse mai vissuto in vita sua tornò umano, finalmente il sole aveva deciso di scendere oltre l'orizzonte. Narcissa in quello stesso momento tornò nella stanza del figlio per parlargli finalmente faccia a faccia. Vedendolo un po' sconvolto dalla trasformazione inversa, da animale a uomo gli si avvicinò chiamandolo dolcemente: «Draco...» il ragazzo che con la madre non indossava la sua maschera di orgoglio e strafottenza chiese con voce tremante: «Mamma, cosa mi succede?» quelle parole così spaventate che le rivolse il figlio, la fecero sorridere, prima di avvolgerlo con le sue braccia in un dolce abbraccio protettivo e dirgli: «Volevi che qualcosa ti salvasse da un destino che qualcun altro ha scritto per te. Questa maledizione che regna sugli uomini della famiglia Malfoy, si attiva solo se il desiderio di cambiamento è forte» a quelle parole il ragazzo rimase molto sorpreso, ma felice allo stesso tempo perché finalmente il suo destino era stato cambiato e senza altro indugio scrisse una lettera a Harry, in fin dei conti perché aspettare ancora, lo sapeva dal quarto anno che lo amava, quella sarebbe stata una buona occasione per cambiare i loro rapporti e creare qualcosa di nuovo e duraturo. Appena sigillò la lettera, la consegnò subito alla madre che dopo averlo salutato, raggiunse la voliera del Malfoy Manor e lasciò che il gufo la lettera a destinazione. Intanto Draco chiuso nella sua stanza aspettava con ansia la risposta da parte del ragazzo, anche se ripensandoci, forse avrebbe dovuto scrivere il suo nome, ma scosse la testa pensando: Sono certo che capirà chi sono, leggendo quelle poche righe che gli ho scritto o almeno lo spero.  

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