Merlin e la bestia

Capitolo 7

Capitolo 7: Lancillotto

La mattina dopo, Merlin andò nel bosco, a Gaius servivano delle erbe per le sue pozioni, proprio mentre stava per tornare al castello, un animale enorme lo attaccò e solo grazie all'intervento di Lancillotto né uscì con un graffio sul braccio. Tornato a Camelot seguito da Lancillotto, il giovane mago andò dal cerusico e gli raccontò l'accaduto, anche il ragazzo che lo aveva aiutato era stato ferito. Con l'aiuto di Gaius, Lancillotto si riprese velocemente, Merlin però non poteva usare il braccio per non riaprire la ferita, quando si presentò da Arthur, il giovane principe lo osservò preoccupato e gli prese la mano con delicatezza e osservò le bende che gli fasciavano la ferita.

«Cosa ti è successo?»

«Una creatura alata mi ha attaccato nel bosco... sono vivo per miracolo»

«Sei caldo sicuro di stare bene?»

«Sì, è solo l'effetto della medicazione» tranquillizzò il principe sorridendogli tranquillo.

Passarono alcuni giorni prima che la creatura arrivasse a Camelot, Merlin era davvero preoccupato per Arthur, dopo il suo scontro contro di essa, Uther gli aveva imposto di eliminare quell'essere e non potevano farcela da soli, dovevano usare la magia.

Sia Lancillotto che Merlin, corsero in aiuto di Arthur, solo la magia del mago però riuscì a eliminare definitivamente il Grifone. Il ragazzo non era riuscito a diventare come desiderava cavaliere, ma, prima o poi sarebbe tornato a Camelot per servire il principe Arthur.

Quella sera come sempre Merlin andò nelle stanze di Arthur, non gli piaceva lasciarlo da solo, sapeva bene perché nonostante la maledizione che lo aveva colpito gli ispirava una tenerezza che non aveva mai provato con nessuno. Rimase a lungo in silenzio seduto sul letto dove il principe stava dormendo a osservarlo e accarezzargli i capelli, nello scontro con la creatura era caduto a terra sbattendo la testa e aveva riportato una piccola ferita, non era grave e questo aveva rilassato un po' Merlin. Però il suo cuore innamorato non gli permetteva di allontanarsi da lui quando veniva ferito.