Capitolo 3

645 28 1
                                    


Capitolo 3: La festa

La mattina dopo, Merlin si alzò presto, si preparò e fece colazione, uscito dalle stanze di Gaius trovò una delle serve che si dirigeva alle stanze di Arthur con la sua colazione.

«Ciao, porti la colazione al principe Arthur?»

«Sì, tu sei Merlin, giusto? Io mi chiamo Ginevra, ma tutti mi chiamano Gwen...»

«È un piacere conoscerti, faccio io...» prese i vassoi dalle mani della ragazza e raggiunse le stanze del principe.

«Non ti farà entrare...» Merlin senza risponderle prese la chiave che teneva al collo e aprì la porta entrando tranquillamente. Si chiuse di nuovo l'uscio alle spalle, rimettendosi la chiave al collo, sorrise vedendo Arthur dormire.

Posò il vassoio sul tavolo e si avvicinò al principe, gli accarezzò i capelli per poi mettergli una mano sulla spalla e muoverlo delicatamente.

«Arthur, svegliatevi...» il principe si mosse tra le coperte e aprì gli occhi.

«Merlin!» non si aspettava che il ragazzo tornasse.

«Buon giorno!» Arthur lo osservò sorpreso, vedendo la chiave della sua stanza pendere appesa al collo del ragazzo.

«'Giorno...»

«Avete dormito bene?» il principe annuì e il sorriso di Merlin gli scaldò il cuore, lentamente si alzò dal letto.

«Posso aprire le tende e le finestre mentre fatte colazione»

«Va bene... stasera c'è la cena, quella cantante che sarà nostra ospite si esibirà...» parlava per di più tra sé e sé.

«Volete che faccia qualcosa per voi appena ho finito di rimettere in sesto questa stanza?» il giovane Pendragon lo osservò sorpreso, non sapeva davvero perché il ragazzo gli stava vicino rassicurandolo e facendolo sentire a suo agio. Da quando la sera prima lo aveva fatto entrare nelle sue stanze non lo aveva mai guardato con disprezzo o terrore, come molte persone avevano fatto vedendolo in giro per il castello.

«Non sei il mio servo, per fare questo lavoro»

«Arthur, lo faccio perché voglio aiutarti...» il giovane mago gli posò una mano sulla spalla sorridendo sereno.

«Davvero?»

«Si, però adesso mangia qualcosa Arthur» il principe annuì e mentre lui mangiava Merlin ripuliva la stanza facendola tornare al suo antico splendore. Terminato di fare colazione Arthur si spostò davanti alla finestra e restando mezzo nascosto osservò quello che succedeva fuori dal castello.

Merlin vedendolo un po' giù di morale prese una decisione, non sapeva se avrebbe funzionato, ma tentare non poteva far male a nessuno.

«Arthur, se prendessi un mantello e te lo mettessi sopra nessuno ti riconoscerebbe e potresti uscire dal castello e stare all'aria aperta. Gaius mi ha chiesto di prendergli delle erbe potresti venire con me» non era vero che Gaius gli avesse chiesto una cosa del genere, ma voleva davvero che Arthur uscisse da quella stanza e si rilassasse fuori da quelle mura.

«Non mi riconosceranno con il mantello sopra?»

«Facciamo una prova se non ti fidi delle mie parole...» sorrise tranquillamente al principe. Il giovane Pendragon prese uno dei mantelli dal suo armadio personale e se lo mise sulle spalle con l'aiuto di Merlin lo legò e si calò il cappuccio sulla testa.

«Così nessuno ti riconosce e l'azzurro ti sta molto bene» convinto dalle parole del ragazzo decise di uscire da quella stanza.

«Andiamo allora...» tranquillamente Merlin riaprì la porta della stanza che aveva chiuso precedentemente, usciti da essa la richiuse e appena si fu rimesso la chiave al collo si incamminò affianco al principe per i corridoi del castello. Uther vedendoli non poteva credere che il figlio fosse uscito da quella stanza e tutto grazie a quel ragazzo che da poche clessidre si aggirava per il castello.

Quando furono fuori da Camelot al riparo dalla vista di tutti tra gli alberi Arthur si tolse il cappuccio dalla testa finalmente poteva respirare un po' d'aria fresca, senza esser guardato in modo strano da chi gli stava vicino.

«Va meglio, Arthur?»

«Si...» rimasero a lungo nel bosco, parlavano del più e del meno e rientrarono solo verso ora di cena, Arthur doveva prepararsi per scendere alla festa, ma iniziava ad essere nervoso.

«Merlin tu ci sarai?»

«Si, sarò in sala... starò dove potrai vedermi» puntualmente Arthur entrò al fianco di Uther e Morgana, la sorellastra, la cena passò al meglio, però, quando la cantante ospite della serata, iniziò la sua esibizione, Merlin capì che qualcosa non andava vedendo tutti i presenti addormentarsi, si coprì le orecchie in tempo, la donna puntava a Arthur e lui era l'unico che poteva evitare il peggio.

Appena vide la donna sotto il pesante lampadario della sala con i suoi poteri lo fece cadere sopra di lei, tutti si risvegliarono ma con le sue ultime forze la strega lanciò il pugnale contro il principe, Merlin, però, rallentò la sua corsa e prese Arthur per le spalle tirandolo verso di sé. L'oggetto si imprigionò nello schienale della sedia, Uther decise così di premiare Merlin per il suo gesto eroico.

«Hai salvato mio figlio, meriti una ricompensa, chiedi quello che vuoi e ti sarà dato» Merlin ci rifletté un attimo, nessuno voleva aiutare Arthur, perché non poteva farlo lui? Nessuno glielo impediva...

«Sire, se per lei va bene, vorrei poter essere d'aiuto al principe Arthur» il principe lo guardò senza parole, non sapeva davvero cosa dire nessuno si era mai offerto volontario per un lavoro del genere. Anche Gaius poco distante ne rimase sorpreso, avrebbe parlato con Merlin più tardi nelle loro stanze.

«Molto bene, Arthur cosa ne pensi?» domandò Uther.

«Io... sicuro Merlin?» il ragazzo annuì sorridendo.

«Va bene, sarai il mio aiutante...» non poteva definire Merlin servo, in fin dei conti non era obbligato a stare con un mostro come lui.

Quella sera Merlin accompagnò Arthur nelle sue stanze e lo aiutò a mettersi a sotto le coperte, dopo aver messo i vestiti del principe su una sedia poco distante, si avvicinò al principe e gli sfiorò i capelli.

«Buona notte, Arthur»

Lasciata la stanza tornò da Gaius, il sorriso sul suo volto era molto più luminoso.

«Tutto bene?» domandò Gaius preoccupato.

«Si, Gaius... Arthur non è male. Per via del suo aspetto mi sembra insicuro, ma oggi l'ho convinto a uscire e siamo andati nel bosco»

«Cosa avete fatto?»

«Abbiamo parlato del più e del meno, era molto sereno... adesso vado a riposare domani mi sa che avrò molto da fare»

«Certo vai pure» Merlin andò subito a letto e tra le coperte ripensò a lungo alla giornata appena trascorsa. Una voce, però, lo risvegliò e guidato da essa uscì di nuovo dalle stanze di Gaius, scese fino alla caverna nascosta nei sotterranei del castello.

Un enorme Drago volò davanti a lui.

«Sei davvero piccolo, per un destino tanto grande»

«Cosa vuoi dire?» domandò Merlin.

«Il tuo destino è proteggere il giovane Pendragon, solo con lui Albion potrà sorgere»

«Dimmi, cosa gli ha fatto la strega?»

«Lui le ha rifiutato ospitalità, lei gli ha detto che non doveva giudicare dalle apparenze perché la bellezza è nel cuore. Solo il vero amore spezzerà la maledizione, ma, quando la rosa perderà l'ultimo petalo resterà un mostro per sempre» quelle parole sorpresero Merlin più del fatto che i loro destini fossero legati. Con quella rivelazione il giovane mago andò a dormire. 

Merlin e la bestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora