CAPITOLO 6

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Ero ancora sconvolto per quello che era successo poco tempo prima, mentre preparavo a Harry un panino. Amava i miei panini. Le farfalle nello stomaco mi stavano uccidendo. Mi uccideva anche solo il pensiero di averlo a pochi centimetri da me e non poterlo toccare come voglio davvero fare. Ad un tratto, sentì il suo telefono vibrare e andai velocemente a prenderlo. Era ashley, ovviamente.
Il messaggio diceva: «  dove cazzo sei? Stanotte non sei neanche venuto da me. Giuro che se sei da quel frocetto del tuo amico mi arrabbio. Torna a casa, ora. »
Strinsi i pugni e guardai lo schermo del cellulare. Frocio a chi? Decisi di rispondere al messaggio, con molta gentilezza.
« Bhe, questo frocetto ora vorrebbe strapparti tutti quei capelli orribili che ti ritrovi sulla testa. E si, il tuo bellissimo ragazzo stanotte ha dormito con me. Nel mio letto. Era me che abbracciava stanotte, non te. Quindi fattene una ragione se la prossima volta sarò io a portarlo a letto, non tu »
Mi resi conto solo dopo aver mandato il messaggio di cosa avevo scritto.
« Cazzo cazzo cazzo » sussurrai, mordendosi il labbro. Harry mi ucciderà, lo so. Sentí poi due braccia, circondarmi i fianchi e un respiro caldo sul mio collo.
« Che fai con il mio telefono? »
mi bloccai subito. Ed ora?
« u-uhm...niente. Vai in cucina, ti ho preparato un panino » dissi, girandomi verso di lui.
« Dammi prima il cellulare » disse ridacchiando e mi rubò il telefono dalle mani. Lo vidi irrigidirsi mentre leggeva i messaggi.
« Scusa Harry... ero nervoso perché mi aveva chiamato fro- » non riuscì a finire di parlare, quando sentì uno schiaffo sulla mia guancia. La sua mano era enorme, e a volte non sapeva neanche lui quanto era forte. Mi aveva fatto male. Alzai lo sguardo e incrociai il suo, sentendo la guancia bruciare. Molto probabilmente ci aveva lasciato una stampa sopra.
« Sei impazzito? » Urlò, avvicinandosi maggiormente a me, facendomi indietreggiare.
Non riuscivo a parlare. Abbassai semplicemente lo sguardo e poggiai la schiena contro il muro.
Lui si avvicinò nuovamente a me, afferrandomi dal colletto e allontanandomi appena dal muro, per poi sbattermi nuovamente contro di esso, con più forza. Gemetti appena per il dolore e tenni lo sguardo basso. Non avevo neanche il coraggio di guardarlo negli occhi.
« Io sono innamorato di lei. Giuro che se mi lascia per colpa tua, sei morto » Urlò ancora, per poi lasciarmi e uscire di casa. Scoppiai a piangere all'istante. Forse teneva più a lei che a me? Forse avevo esagerato? Forse non mi avrebbe più parlato? Bhe, non lo sapevo. Non volevo pensarci, ma l'immagine di Harry così tanto arrabbiato continuava a vagarmi nella testa. Non si era mai infuriato così con me. Non mi aveva mai toccato neanche un capello. Ero triste e solo. Mi asciugai le lacrime dopo un po' e salì in camera. Volevo uscire, anche se il tempo si stava già annuvolando. Mi infilai degli skinny neri e una felpa azzurra, una delle mie preferite. Mi infilai le scarpe e uscì subito dopo di casa, senza neanche prendere un ombrello. Quando ero nervoso avevo semplicemente bisogno di camminare. Camminare tanto. Iniziai a vagare per la città, senza una meta precisa. All'inizio piovigginava soltanto, dopo la pioggia diventò sempre più forte, ed io mi ritrovai fradicio, sotto la pioggia, senza ombrello. Sospirai, dato che ero in un parco. Non c'era praticamente niente sotto cui ripararmi.
« Hey tu! Che ci fai lì da solo? Vieni qui » disse una voce. Non sapevo neanche da dove provenisse. Ad un tratto sentì una mano attorno al mio polso, che mi tirò poi verso una figura alta. Era un ragazzo. Non lo conoscevo, ma in quel momento mi aveva tirato accanto a lui per coprirmi con l'ombrello. Aveva gli occhi azzurri, poco più scuri dei miei. I suoi capelli erano corti e un po' ricci. In fondo, era anche carino.
«  ehm... ci conosciamo? » chiesi io, avvicinandomi appena lui per lasciare che l'ombrello coprisse entrambi.
« Purtroppo no. Io sono Matthew, piacere mio » disse il ragazzo, sorridendomi. Okay si, era carino.
«  io sono Louis, Louis Tomlinson »
« E cosa ci faceva un bel ragazzo come te sotto la pioggia tutto solo? » ridacchiò lui ed io arrossì per quel complimento. Mi considerava bello?
« Avevo voglia di camminare un po' » alzai le spalle e lui annuì.
« Bhe, se ora non ti cambi ti ammalerai »
« E con cosa mi cambio? Rapiniamo qualche negozio di vestiti? » dissi ridendo e rise anche lui
« Bhe, o mi dici dove abiti e ti accompagno, o vieni da me e ti presto qualcosa. Almeno avremo una scusa per rivederci no? » disse, sorridendo.
« Wow, ci stai provando con me e sai solo il mio nome » dissi, anche se in fondo non mi dispiaceva.
« Mh, mi é bastato anche solo il tuo nome... forza, abito qui vicino, andiamo »
Dovevo fidarmi oppure no? Bhe, sembrava gentile. In fondo mi aveva offerto i suoi vestiti nonostante non ci conoscessimo. E comunque non mi avrebbe fatto male stare con un altro ragazzo e pensare meno a Harry no?
Annuì guardando Matthew e lo seguì, mentre camminava verso casa sua. Parlammo di alcune cose, come ad esempio le nostre passioni e i nostri hobby, che lavoro facevamo e cose varie. Non appena arrivammo a casa sua, mi lasciò entrare per primo. Mi guardai intorno ed era tutto fantastico. Aveva una casa enorme ed era tutta arredata.
« Wow... » dissi, girandomi poi verso di lui e sorridendogli.
«  oh lo so, ho una casa fantastica » disse ridendo per poi continuare «  su, andiamo in camera »
Lo seguì nella sua camera, continuando a guardarmi intorno. Mi porse poi una felpa enorme nera e degli skinny stretti. Sembravano un po' piccoli per lui.
«  ehm... non dirmi che questi sono tuoi! » dissi, prendendo gli skinny.
«  infatti non sono miei. Sono di mia sorella e dato che tu sei più piccolo di me ed hai delle gambe bellissime, questi ti andranno più che bene » disse sorridendo e incrociò le braccia al petto.
«  bene, chiudi gli occhi Matthew » dissi ridacchiando e mi girai, dandogli le spalle. Mi sfilai la felpa e gli skinny, rimanendo con gli slip. Fortunatamente, non si erano bagnati del tutto. Sentivo lo sguardo di Matthew addosso e girai appena la testa, notando che mi stava fissando.
« Matthew! » dissi, guardandolo male.
Lui chiuse subito gli occhi ridendo ed io mi infilai gli skinny e la felpa. I pantaloni mi andavano benissimo. Erano a vita alta e parecchio aderenti.
« ora puoi aprire gli occhi » dissi, avvicinandosi poi a lui e sistemandomi i vestiti.
« che fantastica visione » disse sorridendomi e leccandosi le labbra per poi continuare « comunque mia sorella rivorrà i suoi jeans, sai? Che ne dici se ti porto a cena domani e me li restituisci? »
A cena? Io e lui? Come una coppia? In cosa mi stavo cacciando? Quello era sicuramente un appuntamento col ragazzo di cui non sono innamorato. Però una cena non avrebbe fatto male a nessuno, perciò accettai. Non pensavo che poteva nascere qualcosa fra i miei due. É carino, questo é ovvio e mi faceva piacere quando ci provava con me, ma non sarei mai riuscito a vederlo come un fidanzato. Potevo farci qualcosa, ma niente di più.
Gli diedi il mio numero di cellulare.
« Allora ci vediamo domani, bello » disse lui e mi lasciò un bacio, accompagnandomi poi vicino alla porta di casa. Quando uscì, sentì le gambe tremare appena. Era il mio primo vero appuntamento. Io e matthew saremmo potuti essere ottimi amici. In fondo, era quello il mio obbiettivo. L'unica persona che riuscivo a vedere al mio fianco era Harry.

Il mattino dopo lo svegliai in ritardo. Non avevo alcuna voglia di andare a lavoro, ma dovevo farlo. Non avevo alcuna voglia di vedere Harry lavorare con me, ma dovevo farlo.
Quando arrivai al bar, ero in ritardo solo di pochi minuti. Mi irrigidì subito, quando entrai nello spogliatoio. C'era Harry che si stava abbottonando la camicia della divisa. Gli sarei saltato addosso, se non fosse per il fatto che nessuno dei due ha osato pronunciare una parola. Non ci siamo neanche salutati. Iniziammo poi a lavorare e le ore passarono molto lentamente.
Stavo servendo a un tavolo, quando sentì una voce familiare chiamarmi. Veniva dall'entrata del bar. Matthew.
Alzai lo sguardo verso il ragazzo e sorrisi, lasciando il vassoio e avvicinandomi a lui.
« Matthew... che ci fai qui? » chiesi io, sorridendogli appena
« Avevo fame e mi sono ricordato di quando ieri mi hai detto che lavoravi qui. Allora eccomi qui » ridacchiò e si mise seduto a un tavolo.
« Solo che... non mi piace mangiare da solo. Ti va di sederti un po' qui con me? » continuò
« In realtà sto lavorando ora. E poi mangeremo insieme sta sera, non ti basta? » dissi ridacchiando
« Solo un po', giuro. Dopo vado via » mi guardò, facendo uno sguardo da cane bastonato. E Bhe, mi sedetti davanti a lui, roteando gli occhi.
« per quanto ne so, potresti essere uno stupratore, chi me lo dice che sono al sicuro con te? » dissi, ridendo.
« il fatto che non ti ho scopato ieri quando ti sei spogliato. E fidati, é stata dura » ride.
Io arrossì, semplicemente. Perché ad Harry non facevo questo effetto?
« Louis, il capo ti vuole sul retro! » Urlò uno dei miei colleghi e sbuffai appena.
« scusami Matthew, devo andare » dissi e gli baciai la guancia, correndo poi nel retro, dove trovai il capo ed Harry accanto a lui.
« lou, sai che non puoi fermarti a parlare con i clienti? Devi lavorare » disse il capo, incrociando le braccia al petto.
« Lo so, scusi » dissi, abbassando lo sguardo. Lo vidi uscire dopo poco, senza dite nulla. Stavo per uscire anche io, finché la voce di Harry non mi ha bloccato.
« Chi é? » chiese
« Chi? » chiesi io
« Quel ragazzo »
« É un mio amico » sussurrai quasi.
« non lo conosco »
« L'ho conosciuto ieri »
« Da quando fai amicizia così facilmente? »
Non risposi e uscì velocemente dal retro. Cosa gli importava di me in fondo?

•my Space•
Scusate se aggiorno così tardi, non ho avuto tempo. Spero vi piaccia il capitolo

Il mio finto etero||Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora